Angelino Loffredi
Nel
leggere il Manifesto del SI a sostegno del Referendum d’autunno mi ha colpito
una motivazione: il disegno di legge di Riforma Costituzionale assicurerebbe
una “ maggiore partecipazione dei cittadini “ alla vita pubblica. Si tratta di
un argomento positivo e condivisibile, considerato il pericoloso distacco
creato fra cittadini e Istituzioni motivato ancor più in questi ultimi giorni
da alcuni dati offerti dall’Istituto di Statistica. In Italia, infatti, la
povertà oramai tocca 4,6 milioni di persone. Il massimo dal 2005. C’è qualcosa
di più inquietante: nel 2007 dieci famiglie possedevano la ricchezza di 3
milioni di Italiani ora invece le stesse 10 famiglie hanno la ricchezza non di
3 ma di 6 milioni di Italiani. Insomma alcuni hanno raddoppiato le loro
ricchezze mentre raddoppiava il numero dei poveri. La disuguaglianza cresce e
contemporaneamente aumentano varie paure e più in generale il disagio sociale.
Se esaminiamo attentamente il Testo di Riforma Costituzionale pubblicato il 16
aprile 2016, quello sottoposto a Referendum di autunno, ci accorgiamo che i
provvedimenti individuati non fanno partecipare i cittadini alla attività
pubblica ma addirittura li allontanano dalla stessa. Infatti con l’articolo 11
del Testo di legge, il Parlamento ( eletto da una legge dichiarata illegittima
dalla Corte Costituzionale) ha modificato il secondo comma dell’articolo 71
della vigente Costituzione. Ha aumentato ( triplicandolo ) il numero delle
firme necessarie per proporre leggi di iniziativa popolare in quanto dalle
50.000, ora necessarie, si passa a 150.000. Inoltre, l’art.15, sempre del Testo
di legge Costituzionale, prevede che non basta la raccolta di 500.000 firme per
richiedere un Referendum abrogativo ma se ne pretendono addirittura 800.000.
Basterebbero questi due rilievi per evidenziare che la maggioranza del
Parlamento si è mossa in direzione contraria ma c’è qualcosa in più e di
inquietante. Chi sta leggendo è a conoscenza che la Corte Costituzionale ha bocciato
la legge elettorale ( denominata Porcellum ) che ha determinato l’attuale
Parlamento di nominati, non per fare dispetto a quest’ultimi ma perché secondo
il dettato costituzionale è necessario e doveroso che siano i cittadini
italiani a scegliere i propri rappresentanti ( attraverso il voto di preferenza
), inoltre perché, sempre con la legge Porcata, il premio di maggioranza
assegnato alla coalizione vincitrice era sproporzionato rispetto alla volontà
espressa dagli elettori. Era necessario dunque apportare dei correttivi,
accogliere le motivazioni della sentenza, insomma avvicinare concretamente la
legge alla volontà popolare, invece cosa è stato fatto ? Nel Testo di legge
Costituzionale è previsto che il Senato non sarà eletto più dai cittadini ma dai
Consigli regionali ,ovviamente su indicazione dei partiti, i quali designeranno
consiglieri ai quali verrà assicurata la l’immunità parlamentare. Per quanto
riguarda l’elezione della Camera è in vigore la legge 52 del 6 maggio 2015 che
prescrive l’elezione di 100 capilista (della lista vincitrice) nei rispettivi
collegi plurinominali, designati dai partiti. Non è finita ! Una delle cause di
illegittimità del Porcellum scrivevo era determinata dall’eccessivo premio di
maggioranza assegnato alla coalizione vincente, perché lesivo del valore della
rappresentanza. Quale è il correttivo apportato per riconoscere la
rappresentanza? Sembra assurdo ma ora il premio di maggioranza non va alla
coalizione ma alla lista che prende più voti, la quale, se vince al ballottaggio,
pur avendo ottenuto al primo turno una percentuale del 25 %, eleggerà 340
deputati su circa 600. Potrebbe succedere che una forza politica minoranza nel
paese potrebbe avere una tale maggioranza alla Camera da mettere in discussione
gli equilibri istituzionali. I fautori del SI non solo con tanta sfrontatezza
affermano che in questa maniera i cittadini parteciperanno alla vita pubblica
ma non si stanno accorgendo che l’elastico della prepotenza, degli inganni e
delle ingiustizie sociali è stato tanto allungato da rischiare di spezzarsi.
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