Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 21 luglio 2016

SE VINCE IL SI MI ASSICURO PIU PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA?

Angelino Loffredi



Nel leggere il Manifesto del SI a sostegno del Referendum d’autunno mi ha colpito una motivazione: il disegno di legge di Riforma Costituzionale assicurerebbe una “ maggiore partecipazione dei cittadini “ alla vita pubblica. Si tratta di un argomento positivo e condivisibile, considerato il pericoloso distacco creato fra cittadini e Istituzioni motivato ancor più in questi ultimi giorni da alcuni dati offerti dall’Istituto di Statistica. In Italia, infatti, la povertà oramai tocca 4,6 milioni di persone. Il massimo dal 2005. C’è qualcosa di più inquietante: nel 2007 dieci famiglie possedevano la ricchezza di 3 milioni di Italiani ora invece le stesse 10 famiglie hanno la ricchezza non di 3 ma di 6 milioni di Italiani. Insomma alcuni hanno raddoppiato le loro ricchezze mentre raddoppiava il numero dei poveri. La disuguaglianza cresce e contemporaneamente aumentano varie paure e più in generale il disagio sociale. Se esaminiamo attentamente il Testo di Riforma Costituzionale pubblicato il 16 aprile 2016, quello sottoposto a Referendum di autunno, ci accorgiamo che i provvedimenti individuati non fanno partecipare i cittadini alla attività pubblica ma addirittura li allontanano dalla stessa. Infatti con l’articolo 11 del Testo di legge, il Parlamento ( eletto da una legge dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale) ha modificato il secondo comma dell’articolo 71 della vigente Costituzione. Ha aumentato ( triplicandolo ) il numero delle firme necessarie per proporre leggi di iniziativa popolare in quanto dalle 50.000, ora necessarie, si passa a 150.000. Inoltre, l’art.15, sempre del Testo di legge Costituzionale, prevede che non basta la raccolta di 500.000 firme per richiedere un Referendum abrogativo ma se ne pretendono addirittura 800.000. Basterebbero questi due rilievi per evidenziare che la maggioranza del Parlamento si è mossa in direzione contraria ma c’è qualcosa in più e di inquietante. Chi sta leggendo è a conoscenza che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge elettorale ( denominata Porcellum ) che ha determinato l’attuale Parlamento di nominati, non per fare dispetto a quest’ultimi ma perché secondo il dettato costituzionale è necessario e doveroso che siano i cittadini italiani a scegliere i propri rappresentanti ( attraverso il voto di preferenza ), inoltre perché, sempre con la legge Porcata, il premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincitrice era sproporzionato rispetto alla volontà espressa dagli elettori. Era necessario dunque apportare dei correttivi, accogliere le motivazioni della sentenza, insomma avvicinare concretamente la legge alla volontà popolare, invece cosa è stato fatto ? Nel Testo di legge Costituzionale è previsto che il Senato non sarà eletto più dai cittadini ma dai Consigli regionali ,ovviamente su indicazione dei partiti, i quali designeranno consiglieri ai quali verrà assicurata la l’immunità parlamentare. Per quanto riguarda l’elezione della Camera è in vigore la legge 52 del 6 maggio 2015 che prescrive l’elezione di 100 capilista (della lista vincitrice) nei rispettivi collegi plurinominali, designati dai partiti. Non è finita ! Una delle cause di illegittimità del Porcellum scrivevo era determinata dall’eccessivo premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente, perché lesivo del valore della rappresentanza. Quale è il correttivo apportato per riconoscere la rappresentanza? Sembra assurdo ma ora il premio di maggioranza non va alla coalizione ma alla lista che prende più voti, la quale, se vince al ballottaggio, pur avendo ottenuto al primo turno una percentuale del 25 %, eleggerà 340 deputati su circa 600. Potrebbe succedere che una forza politica minoranza nel paese potrebbe avere una tale maggioranza alla Camera da mettere in discussione gli equilibri istituzionali. I fautori del SI non solo con tanta sfrontatezza affermano che in questa maniera i cittadini parteciperanno alla vita pubblica ma non si stanno accorgendo che l’elastico della prepotenza, degli inganni e delle ingiustizie sociali è stato tanto allungato da rischiare di spezzarsi.

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