E' francamente disarmante assistere allo sconquasso che il referendum costituzionale sta provocando nella sensibilità democratica di molti. Era inevitabile. Perchè, nonostante Matteo Renzi cerchi oggi di spersonalizzare e rinnegare la sua guerresca presa di posizione (se perdo il referendum vado a casa) sulla riforma costituzionale - che andava proposta, non da lui (Presidente del Consiglio), nè dal Governo, nè approvata con epurazioni in commissione affari costituzionali e sotterfugi squallidi (canguri e super canguri), ma discussa collegialmente dal Parlamento - ormai la becera querelle Si-No ha preso una piega fortemente divisiva e aspra. Ciò è frutto della profonda ignoranza che caratterizza i nuovi riformatori guidati da Renzi-Boschi-Verdini. Un ignoranza emersa nel merito della riforma, spesso incomprensibile e pasticciata, nel metodo di approvazione , attraverso gli strappi istituzionali già citati, e nella propaganda referendaria condotta, almeno fino ad oggi, insultando chiunque fosse a favore del No. L'Arci e soprattutto L'Anpi, ne hanno fatto le spese. L'Anpi in particolare ha subito una campagna denigratoria basata sulla menzogna. Giova ricordare che la decisione di supportare il No alla riforma costituzionale è stata presa quasi all'unanimità dal Comitato Nazionale e dai Comitati Provinciali. Per cui discutere in disaccordo con quei pochi aderenti all'associazione pur legittimamente schierati per il Si, credo sia doveroso e non precluda a nessuna epurazione neostalinista. Quelle le ha fatte Renzi, epurando i Senatori contrari alla sua riforma in commissione affari costituzionali, così come è capitato ai parlamentari contrari all'Italicum in commissione affari costituzionali alla Camera. Riproponiamo di seguito l'attacco che l'ex iscritta all'Anpi, Teresa Verdelli ha sferrato dalle pagine dell'Unità (il quotidiano fondato da Gramsci e sfondato da Renzi) alla sua ex associazione. A seguire la risposa di Andrea Liparoto, responsabile comunicazione stampa dell'Anpi.
Luciano Granieri.
da L'Unità:
Carissimo Sergio Staino......
Ti scrivo oggi perché sono abbastanza e di nuovo indignata per le polemiche sul referendum del sì e del no. Ho invitato i compagni dell’Anpi che sono per il sì a rompere il divieto di Smuraglia se vogliono salvare l’Anpi dallo sfascio e dal neostalinismo. Non mi sta bene che quelli del no, dell’Anpi o della sinistra interna con D’Alema in testa, abbiano dal PD e da Renzi tutto lo spazio possibile, tutta la disponibilità possibile.
Alla quale poco fa, l’ineffabile Smuraglia ha risposto che un confronto alla pari con Renzi non risolve e ci deve pensare, deve riunirsi coi suoi!!! Pretende di volantinare a favore del no dentro alle feste! Dice che non sarebbe successo con Togliatti! Certo che no, visto che mai l’Anpi, col bel nome “par tigiani” aveva deciso di schierarsi contro l’unico partito di sinistra (o riformatore, vedi il termine democrazia progressiva) a fianco di tutta la destra, neofascisti compresi, xenofobi compresi! Ho scritto sul mio blog una bella “filippicaa” che vi è finita ieri, quindi avrei dovuto metterci anche qualcosa in più.
Ma sono proprio stanca di ve dere strumentalizzato il nome di partigiani, quindi le nostre vite e i nostri sacrifici in funzione di una battaglia che si spiega solo con l’astio o l’invidia o la voglia di ricicciare della vecchia nomenclatura che coi suoi fallimenti ci ha portato fin qui. Se possibile vorrei raccogliere un p o’di “ve cchi” e fare insieme qualcosa. Purtroppo molti sono un po’ svaniti o spenti e si adagiano per affetto e fiducia cieca a ciò che decide l’Anpi. Se hai qualche consiglio da darmi te ne sarei molto grata. Oltre che sul mio blog scriverò su quello de “i Mille”, ma non so che effetto può avere.
L’8 settembre prossimo siamo chiamati noi di Roma e provincia in Campidoglio dove il prefetto (donna) ci darà le medaglie del governo Renzi, o Ministero della Difesa. Non so che cerimonia pietosa o commovente potrà essere. Cercherò di chiamare qualche giornalista anche per far vedere che moltissimi di quei “ve cchi” non sono iscritti all’Anpi o non lo sono più. Ti abbraccio con tanta gratitudine e …. andiamo avanti.
Teresa Vergalli
La risposta dell'ANPI
Lungi da me entrare in polemica con la partigiana Teresa Vergalli (che conosco e stimo) per il suo editoriale di fuoco contro l'ANPI pubblicato ieri su l'Unità.
Non lo farò perché non voglio prestarmi al gioco al massacro dei partigiani del SÌ contro i partigiani del NO fomentato da certa stampa e da certi attori referendari poco coscienti e rispettosi.
Dispiacciono e inquietano i toni di Teresa e le non verità.
Il presunto “neostalinismo” dell'ANPI è del tutto ed evidentemente privo di fondamento. Quest'Associazione, nel corso della sua lunga esistenza, ha sempre naturalmente fatto onore alla democrazia in tutte le sue scelte e decisioni, così è stato rispetto al No alla Riforma Costituzionale assunto il 21 gennaio scorso, praticamente all'unanimità (con solo 3 astensioni), dal suo massimo organo dirigente, il Comitato nazionale.
Deliberazione, tra l'altro, confermata di fatto dalla stragrande maggioranza dei Congressi di Sezione, Provinciali e dal Congresso Nazionale scorsi.
Spiace leggere della “pretesa” dell'ANPI di volantinare il suo NO alle Feste dell'Unità.
Non abbiamo chiesto noi di partecipare alle suddette, ma siamo stati invitati, a condizioni francamente irricevibili per chiunque: avremmo dovuto, usando un'immagine esemplificativa, tagliarci una gamba ed andare zoppi come se nulla fosse. La nostra battaglia referendaria è parte integrante del complesso degli impegni dell'Associazione, al pari della missione della memoria. Ricordo che la Costituzione, la sua piena attuazione, è nel nostro Statuto. Quindi, ancora, questa storia, davvero ormai stucchevole, dell'ANPI apparentata con CasaPound... Non conosco le ragioni del NO di Casapound (e posso assicurare che la nostra Associazione non si è trovata a cena con questi signori per accordarsi), conosco quelle dell'ANPI, in linea con la sua antica cura dei fondamenti democratici del Paese.
Spiace Teresa.
Spiace questa tua posizione urlata.
E, ripeto, va ripetuto, è davvero molto poco civile questa operazione di far scendere nell'agone brigate partigiane del SÌ contro quelle del NO.
-- Andrea Liparoto, Responsabile Comunicazione e Stampa ANPI Nazionale
video di Luciano Granieri
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