Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 7 agosto 2016

San Raffaele di Cassino. Accertato in appello un danno erariale di 31 milioni di euro.

Luciano Granieri



Vi ricordate,  settembre di due anni fa quando in piena bagarre per la presentazione in Regione dell’atto aziendale della Asl, contestavamo la totale destrutturazione dei servizi sanitari pubblici in favore dei presidi privati?  L’impoverimento  delle prestazioni erogate dal servizio pubblico a favore delle convenzioni con le cliniche private era ben   sancito nel documento redatto dalla Mastrobuono, allora direttore generale della Asl di Frosinone, e confermato dalla conferenza dei sindaci  capitanati dal primo cittadino del Capoluogo Nicola Ottaviani. In particolare, sempre in quel documento, si rafforzava la collaborazione con La Casa di Cura  San Raffaele di Cassino, al quale veniva completamente affidato  il comparto delle terapie riabilitative. Contestavamo questo affidamento al nosocomio di proprietà del ras delle cliniche private, renziano dell'ultima ora,  nonché editore del quotidiano Libero  Antonio Angelucci, perché proprio in quel periodo (settembre 2014) la Corte dei Conti con sentenza di Primo Grado contestava al management della Casa di Cura la fatturazione alla Regione di prestazioni inappropriate per il biennio 2007-2009.   (vedi il nostro post in merito) In particolare risultava la  somministrazione di cure riabilitative su pazienti non in grado di riceverle, o perché in fin di vita o perché deceduti poche ore prima. Altra irregolarità riguardava i tempi di applicazione delle cure medesime inferiore alle tre ore giornaliere per paziente come prescritto dalle linee guida stabilite  dal Ministero della Sanità. In primo grado i giudici contabili quantificarono  un risarcimento alla Regione  pari a 41 milioni e mezzo circa. Altre  indagini erano state avviate  per   presunte irregolarità inerenti il periodo 2010 -2011. Rilevando  l’inopportunità per la Asl  di proseguire la collaborazione con un soggetto  già condannato in primo grado alla restituzione di soldi indebitamente percepiti, fummo accusati di giustizialismo. Infatti il garantismo è il faro della nostra Costituzione, per cui si è innocenti fino al terzo grado di giudizio. La settimana scorsa, intanto,  è arrivato il giudizio di secondo grado. La prima sezione d’Appello della Corte dei Conti ha certificato un danno erariale per i fatti contestati in primo grado, pari a 31milioni di euro. Il reato è il risultato di servizi dichiarati, ma non realizzati  in conformità con le linee guida sancite dal ministero della sanità. Però  noi siamo garantisti. Fino al pronunciamento della Cassazione tutto va bene madama la marchesa, continueremo a farci spolpare . Come canta  Vasco Rossi: E va bene così……senza parole. 

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