Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 13 agosto 2016

Senato virtuale e Senato esiziale

Luciano Granieri





Nei  rari momenti in cui si discute nel merito della riforma Renzi-Boschi, un ruolo preponderante rivestono le riflessioni   sul   potere del nuovo Senato. Un'assise , ridotta nella sua composizione a 100 membri, in luogo dei 315 attuali, non eletti dal popolo ma dai consiglieri regionali,la cui possibilità di incidere nella formazioni delle leggi è notevolmente diminuita. 

Ma siamo sicuri che l’attuale Senato,quello descritto nella Carta del ’48 e che si vuole cambiare   abbia reali poteri,  così come gli organi parlamentari delle altre Nazioni,  espressione delle sovranità popolari? In Europa, ad esempio,  da quando  il processo decisionale sulle questioni cruciali è stato affidato alla burocrazia di Bruxelles,  e ai poteri finanziari che rappresenta, le Camere elettive   nazionali non contano più nulla.  

A tal proposito, è utile richiamare la figura del Senato virtuale così come la descrive lo scrittore Noam Chomsky. Secondo il saggista americano i senatori che lo compongono sono prestatori di fondi, investitori internazionali, che continuamente intervengono sulle politiche dei diversi Paesi e le condizionano. Se tali politiche sono contrarie ai propri interessi i senatori virtuali votano contro, determinando fughe di capitali, attacchi speculativi e altre manovre a danno  delle istituzioni nazionali e in particolare del loro Stato Sociale.  

Tanto più è forte la valenza democratica e di partecipazione dei popoli ai propri destini, tanto più è virulento l’attacco speculativo. Il  disprezzo per la democrazia è totale come si è reso manifesto nelle vicende della Grecia di Tsipras . Nel 2015 si ebbe una feroce reazione all’idea stessa che il popolo greco potesse determinare le sorti della propria vita esprimendosi in un referendum contro il memorandum imposto dalla Troika.  All’indomani, del rifiuto da parte dei  greci dello politiche lacrime  sangue dettate da Unione europea, Bce, Fmi,  si registrò il voto contrario dei senatori virtuali attraverso una corposa fuga di capitali dalle banche greche. Sciagura  che costrinse  le istituzioni elleniche, per evitare un tracollo immediato,  e una povertà ancora più crudele,  a ignorare l’espressione democratica dei propri cittadini e soccombere alla volontà della comunità finanziaria. 

In realtà questa fantomatica  istituzione internazionale, non eletta da nessuno, oltre che il potere di condizionare le politiche nazionali, ha la prerogativa di incidere nel le dinamiche di regolazione democratica  inscritte nelle varie Costituzioni.  Depotenziamento, se non annullamento, della sovranità popolare, accentramento assoluto del potere decisionale, questi i principali diktat ai nuovi  costituenti.

 La riforma Renzi-Boschi recepisce in pieno tali prescrizioni. La più evidente si esprime con  l’espropriazione dell’elezione dei Senatori ai cittadini. La seconda  si realizza con l’accentramento della prerogativa legislativa in capo al Governo, il quale è padrone assoluto della Camera.  Questo iter in realtà si realizza, non solo perché l’Esecutivo  attivando la clausola di supremazia statale può imporre disegni  di legge agli enti locali, in barba alla tanto decantata prerogativa di territorialità del Senato, ma anche perché il Senato può a maggioranza assoluta richiedere alla Camera di procedere all’esame di ogni progetto di legge. 

La Camera si pronuncerà entro 6 mesi dalla data di deliberazione del Senato. Cosa accadrebbe se, soprattutto nei casi di norme complesse  che richiedono di essere disciplinati con provvedimento diversi (i decreti millerproghe ad esempio)  le  Camere non si accordassero sul procedimento da seguire. Cosa accadrebbe se non fossero rispettati i tempi previsti?  Saranno i presidenti di Camera e Senato a risolvere i numerosi casi controversi . Ma manca una norma che possa dirimere i conflitti tra di loro. Il che renderà certo l’incremento di ricorsi alla Corte Costituzionale sulla divisione delle competenze, fino alla probabile paralisi del Parlamento.  

La conseguenza sarà il quasi totale trasferimento al Governo dell’attività legislativa,  eventualità prevista e ribadita nel nuovo testo.  Si realizzerà così, né più e né meno, quanto auspicato dai membri del Senato virtuale, cioè gli investitori internazionali i quali, per vedere realizzati i loro interessi  nel nostro Paese, non avranno bisogno di ricorrere ad attacchi speculativi e o ad altri stratagemmi simili.  Ergo  se proprio si vuole sabotare, provare ad ostacolare i giochi del Senato virtuale è necessario bloccare il  nuovo Senato della Riforma Boschi-Renzi e votare No  a tutto il suo dispositivo. 

E se  si volesse neutralizzare  anche il senato virtuale? Bisognerebbe limitare se non abolire  la liberalizzazione dei movimenti di capitali,  ma questa è un’altra storia e attiene alla narrazione antiliberista e anticapitalista.


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