Guglielmo da Baskerville, il mitico
francescano protagonista de Il Nome della rosa di Umberto Eco, ha tappezzato le
pareti del presidio ospedaliero di Anagni con dei volantini in cui si chiede ai
politici, al manager asl, agli assessori e al governatore regionale di
rispondere ad una sola domanda: a cosa serve il PAT? Il PAT (Presidio
ambulatoriale territoriale), come da noi più volte evidenziato, non serve
assolutamente a niente, ma costa a noi contribuenti un bel po’ di soldi, almeno
325.000 euro.
Nel Presidio sanitario di Anagni (ex ospedale civile) attualmente la
situazione appare estremamente paradossale
per la coesistenza di Guardia
Medica , PAT e PPI (Punto di primo intervento) in un sovrapporsi caotico di
funzioni che si vorrebbero tutte trasbordare forzosamente nel PAT; è bene
puntualizzare che il PPI svolge una
attività comunque di emergenza (stabilizzazione del paziente anche con
l’ausilio dei servizi di laboratorio e radiologia ) , che la guardia medica svolge una propria
attività assistenziale da decenni per
i pazienti del territorio e che non c’è
nessuna necessità di un PAT per svolgere le funzioni proprie dei medici di
medicina generale.
Non vogliamo entrare nel merito della spesa di 18.910 euro, soldi della comunità, per l’acquisto di inserti
pubblicitari al fine di pubblicizzare un altro inutile servizio : l’ambufest ( delibera
n.1069/2016); ma è opportuno entrare nel merito dei 325.000 euro, sempre soldi
della comunità, che è il costo della
sperimentazione, per un anno, del PAT presso il Presidio Sanitario di
Anagni. Viene spontanea la domanda : ma
cosa si sarebbe potuto fare con questi soldi se si avesse avuta la reale
conoscenza delle esigenze di assistenza sanitaria del nostro territorio ?
Volendo restare nell’ambito di quanto riportato nel DCA 1 Aprile 2015 n
00134 con il quale è stato approvato l’ Atto Aziendale della ASL di
Frosinone, nella riorganizzazione delle
funzioni del Presidio Sanitario di Anagni
consideriamo quello che è rimasto del nostro Ospedale Civile: solo il
PPI h24, il servizio di laboratorio analisi e radiologia. La funzione propria
di un PPI nell’ambito dell’emergenza è quella di trattare in loco casi di
minore complessità e di stabilizzare il paziente nei casi di maggiore
complessità con successivo trasferimento presso il DEA di riferimento. Ebbene quei
325.000 euro si sarebbero ben potuti investire per contratti ad almeno due
medici per coprire i turni vacanti del
PPI con abbattimento dei costi dell’acquisto prestazioni, contratto ad un
medico radiologo, contratti per tecnici
per il migliore funzionamento dei servizi di radiologia e laboratorio analisi.
Questo avrebbe permesso un netto miglioramento dell’offerta sanitaria, con
servizi più efficienti, evitando estenuanti attese nel Pronto
Soccorso di Frosinone per eseguire accertamenti che nelle ore pomeridiane o nei
giorni festivi non possono essere svolti nel presidio di Anagni,
per quei pazienti che transitano
al PPI. Sarebbe stato un ottimo investimento sulla salute della popolazione
dell’area nord della provincia, in attesa che dalla regione Lazio e dal
ministero si rendano conto, al più presto, che questo territorio ha necessità
di un Presidio Ospedaliero sede di Pronto Soccorso, come richiesto da nove
consigli comunali!
E frà Guglielmo di Baskerville? Se qualcuno non interviene subito, come
nell’epilogo del famoso romanzo, a lui non resterà che contemplare le rovine di
quello che fu il glorioso Ospedale Civile di Anagni un tempo dotato di ben 450
posti letto a servizio di tutta la zona nord della provincia di Frosinone e non
solo ( Frosinone e provincia e parte di Roma sud e dei Castelli).
telefonare al n.: 3930723990.
Per
aggiornamenti:
www.anagniviva.org
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