E’ istruttivo
constatare come i "giornaloni" filo governativi abbiano giudicato inopportuna
l’esternazione dell’ambasciatore
Usa in Italia, John Philips, a supporto
del Si al referendum costituzionale .
Non sfiora minimamente ai media asserviti al capital - riformismo che la sovranità appartiene al popolo, come sancito
dall’art.1 della Costituzione. Prescrizione fondante della prima parte della
Carta, che i nuovi cialtroni costituzionalisti giurano di
non voler modificare, ma che alle ragioni del liberismo finanziario
internazionale possono sacrificare ben volentieri .
Ciò che si contesta
all’ambasciatore americano non è il merito della dichiarazione , ma la schiettezza
con cui descrive gli impedimenti che deriverebbero dalla vittoria del No
al pieno dispiegamento degli interessi dell’imperialismo americano e della
comunità speculativo-finanziaria mondiale. Norma basilare del riformismo
post-moderno è quella secondo cui, dietro un effimero impegno per la promozione
sociale e civile della gente comune, si
cela la difesa degli interessi del capitalismo finanziario. Per cui se si
afferma, sic et simpliciter , la verità, cioè
che la vittoria del No potrebbe costituire un impedimento agli interessi
dell’imperialismo americano e della speculazione finanziaria in Italia, si fa un danno alla causa. Molto più produttivo, in termini di comunicazione, asservire alle ragioni del Si
il solenne invito a cena che il presidente americano uscente Obama ha rivolto al Blair
“de noantri” Matteo Renzi.
Scherzi del
destino hanno voluto che alle esternazioni temerarie dell’ambasciatore
americano si siano associate la valutazione dell’agenzia di rating Fitch, secondo cui l’affermazione del No “potrebbe
determinare uno shock negativo per l’economia e l’affidabilità del debito
italiano”. Dunque le dichiarazioni dell’ambasciatore Usa, unite a quelle di Fitch, sommate a quanto già espresso
da J.P. Morgn e da Goldman Sachs, includendo i favori di Confindustria e
Marchionne, mostrano una mappa precisa di quale sia la natura dell’endorsement a
favore delle riforme costituzionali, partorite dalla triade Renzi-Boschi-Verdini. Se a queste
aggiungiamo il gradimento della Germania
e delle Nazioni interessate a imporre gli interessi economici del capitalismo
europeo, il quadro diventa ancora più
chiaro.
Risultano evidenti gli interessi dell’imperialismo americano scottato del
fallimento del TTIP causato dal governo tedesco. La
Germania , a differenza dell’Italia, in nome della supremazia atlantica non è
disposta a sottomettere le proprie risorse produttive ai diktat delle multinazionali USA. Se non è possibile imporre la supremazia sovranazionale degli interessi delle mega lobby sui diritti umani, civili e
sociali delle popolazioni europee, così come stabilito nel TTIP, almeno che gli
ordinamenti dei singoli Stati si liberino di quei lacci e lacciuoli inseriti nelle CostiTuzioni antifasciste che
consentono una pur minima ingerenza
democratica al pieno sviluppo della speculazione finanziaria.
E’ ciò che si
intende perseguire con l’approvazione di
una riforma costituzionale che assegna al Governo il potere legislativo, esautorando da questa prerogativa sancita nella Costituzione antifascista, il
Parlamento, espressione (si fa per
dire) della sovranità popolare.
Posso dare ragione
a chi mi accusa di essere troppo ideologicamente schierato Ma non posso fare a meno di ricordare che agenzie di rating come Fitch, banche d’affari come Goldman Sachs, J.P. Morgan, oggi
indebitamente schierate a favore della riforma Renzi-Boschi-Verdini, sono state protagoniste della devastante crisi
finanziaria del 2008 cresciuta a colpi di bolle speculativei, mutui subprime,
derivati e titoli tossici. Una sciagura epocale le cui conseguenze sono ancora oggi pagate a caro prezzo dalle
popolazioni europee. Senza contare che i rimedi basati
sull’iniezione di ulteriori dosi di ultraliberismo, anziché curare, hanno
peggiorato la situazione aumentando le disuguaglianze sociali. Né posso
esimermi dal ricordare che la stessa Troika, congiuntamente alla Germania e ai
suoi alleati nord europei , favorevoli alla
riforma Renzi-Boschi-Verdini , sono stati responsabile del feroce depauperamento dei
cittadini Greci, ai quali non è rimasto più nulla.
Dunque lo schieramento a
chiaro. A favore del Si gli organismi speculativi finanziari, le grandi banche
d’affari, l’imperialismo americano che necessita di uno Stato zerbino per far rientrare, dalla
finestra dello sfaldamento delle
prerogative democratiche susseguenti alla
deforma costituzionale, una versione soft del TTIP. A favore del No
chi vuole difendere il pieno sviluppo della persona umana, contro il pieno
sviluppo della speculazione finanziaria.
E’ inutile prendersela con l’ambasciatore
John Philips, anzi bisogna ringraziarlo perché la sua maldestra esternazione ha
contribuito, ove fosse ancora necessario, a identificare il nauseante coacervo
di forze speculative, lobby finanziarie, e grandi multinazionali che propugnano la vittoria del Si e la
definitiva abdicazione democratica della nostra collettività. E’ dunque
altrettanto chiaro che votare No alla riforma costituzionale va oltre la
semplice bocciatura di un dispositivo confuso e pasticciato, tutt’altro che
condiviso, ma significa fermare gli
sporchi giochi speculativi che il mondo della finanza e delle multinazionali
metterà in atto sulla nostra pelle.
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