In- luogo del tradizionale “Cantine aperte”, a Frosinone si terrà l’evento “Tombe aperte”.
E’ la nuova trovata del Comune del Capoluogo, che per confermare la qualifica di
Ente degli effetti speciali, in occasione della tradizionale commemorazione dei
defunti del 2 novembre , presenterà la suggestiva manifestazione concernete
l’apertura delle tombe in tutto il cimitero.
A partire dagli ultimi giorni di ottobre ogni tomba o loculo verrà scoperchiato
in modo da consentire ai congiunti dei
cari estinti di verificare l’integrità, o il degrado, delle casse mortuarie, di provvedere alla cura
del sepolcro, e rendere il sito
funerario lindo e pinto rimuovendo ragnatele e sporcizia .
E’ un evento che fa
parte del programma “trasparenza
necrofila”, Un modo inequivocabile per
comunicare che la Giunta Ottaviani è estremamente rispettosa del culto dei
morti. E’ quasi tutto pronto per lo svolgimento del solenne evento.
Uno degli
ultimi problemi rimasti sul tappeto è l’illuminazione delle tombe aperte. Nel
senso che non si capisce quali siano i reali titolari dei loculi. In linea teorica, ogni sito funerario dovrebbe
avere la precisa titolarità delle lampade votive. Ma in relazione a questa tematica gli addetti del Comune hanno fatto un po’ di
confusione. Per cui il bollettino per il
pagamento della luce perpetua della tomba di tale Spaziani Silverio di
Frosinone è arrivata a Brambilla
Ambrogio residente in Piazzale Maciachini, 25 Milano. Il quale, con
un certo disappunto,ha esclamato alla ricezione del bollettino di pagamento:
“Ma chi è sto’ pirla di un morto e dove cazzo
sta Frosinone?”
La faccenda dell’illuminazione non è questione di poco conto. Infatti le luminarie da
inserire all’interno delle tombe aperte sono elemento decisivo per la buona
riuscita della kermesse. Ma non avendo il Comune i fondi necessari per
illuminare a dovere le location
funerarie la soluzione messa in campo sarebbe stata quella di addebitare l’importo della luce agli
intestatari delle tombe. Con la confusione
sull’attribuzione della proprietà dei siti mortuari, sarà difficile
convincere tale Brambilla Ambrogio,
residente in Milano a pagare un surplus di corrente per valorizzare la cassa di
Spaziani Silverio deceduto a Frosinone .
La soluzione di questo problema è ancora in
alto mare. Ma si tratta di quisquilie.
All’interno del cimitero di Frosinone, già sono attive le prime sperimentazioni.
Il programma pilota, riguarda i loculi ricavati nel sottoscala degli ingressi
laterali. Buche realizzati in metallo a
cui si stanno praticando le prime
aperture per dare inizio al programma “tombe aperte”. Aut Frosinone, primo e
unico fra i media locali, è riuscito ad entrare in anteprima in due di queste
tombe . Nel video che segue accompagniamo tutti i fan del blog in questa
inconsueta esplorazione necrofila .
Buona Visione.
Mi rendo conto che l’ironia dell’intervento pubblicato qui
sopra, potrebbe risultare urticante, e suscitare l’indignazione di molte
persone. Ma più forte dovrebbe essere la rabbia di chi non accetta di vedere un
luogo, dedicato al solenne culto dei
morti, ad una tradizione culturale profonda che accompagna il genere
umano da millenni, lasciato abbandonato a se stesso. Dietro la bella facciata dell’ingresso
principale, si nasconde sporcizia, degrado e decadenza. Vedere loculi talmente disfatti da rendere visibili le casse al
loro interno, è vergognoso per l’amministrazione
comunale e offensivo nei confronti dei parenti dei defunti . Senza contare l’odore
nauseabondo che queste macerie emanano
soprattutto nelle ore più calde della
giornata. Non è più sostenibile per la popolazione di Frosinone una politica
comunale schiava del panem et circenses,
anzi solo del circenses . Non è più tollerabile che
sotto la facciata del festival dei conservatori, delle varie sbicchierate di piazza, dei fiori
nella aiuole delle rotatorie, si celi il degrado sociale economico e culturale
più profondo . Se invece di affidare l’incarico della manutenzione del cimitero a ineffabili cooperative
come la Nexus con compensi principeschi ,
si fosse lasciata l’incombenza agli addetti della Multisrevizi, privati del
loro lavoro prezioso in nome della
privatizzazione dei servizi, forse oggi
avremmo un luogo meno tetro e degradato
per ricordare i nostri morti e qualche
soldo in più a disposizione della collettività.
Nessun commento:
Posta un commento