Su “Bella Ciao” molte ne sono state dette e forse di più ne sono state scritte. Alcuni sostengono con non sia il vero inno partigiano, ma una rivisitazione del canto di protesta delle mondine adattato alla bisogna . “Fischia il vento”,pare fosse la vera canzone resistente ma, in epoca di guerra fredda incipiente, citare il “sol dell’avvenire” non sarebbe stato molto produttivo.
Sia come sia, “Bella Ciao” è divenuto un vero e proprio canto di libertà, che ha travalicato le vicende storiche a cui era legato . Le sue note sono risuonate nei contesti più disparati, eventi il cui comune denominatore era la messa in pericolo della libertà. Recentemente, ad esempio, “Bella Ciao” ha invaso Piazza Syntagma ad Atene, cantata da quel popolo greco che invocava la liberazione dalla dittatura della Troika.
Se poi andiamo a considerare le diverse versioni musicali con cui l’inno partigiano è stato eseguito, si apre un mondo. Dalla declinazione combat folk, con le sonorità irlandesi dei Modena City Ramblers, alle suggestioni slave di Goran Bregovic, dalle molteplici declinazioni rock, fino all’esperimento free eseguito dal pianista jazz Gaetano Liguori, la melodia di “Bella Ciao” è stata rivisitata, riarrangiata, smembrata, smontata e rimontata. Ma, fra le centinaia di versioni eseguite, non avevamo mai ascoltato una “Bella Ciao” in bossa nova.
Mancanza prontamente rimossa da Rosa-X . Il 27 dicembre scorso Rosa-X ha organizzato una festa di condivisione, con amici e compagni, delle proprie peculiarità politiche, sociali, musicali, culinarie. Fra abbondanti, prelibate, ma proletarie, libagioni, non poteva mancare la musica. Qui Rosa-X ha fatto le cose in grande. Altro che chitarra, da strimpellare con spiaggesche reminiscenze, o cantanti improvvisati e stonati, ad accompagnare la nostra voglia di fare musica c’erano un contrabbasso, un sax tenore, due chitarre, magari scordate, una voce scat con i fiocchi, un flauto e una mercanzia di percussioni e tamburelli da fare invidia a Tony Esposito.
Con Francesco Cavalieri al contrabbasso, Alberto Bonanni al sax tenore, Paola Min Yi Wu, voce e flauto, tutta la compagnia di Rosa-X ai cori e alla percussioni, ci siamo deliziati con un repertorio sconfinato, da ‘Round Midnight , a Je so’ pazzo di Pino Daniele, passando per il country di Neil Young, fino al rock made in Siena di Gianna Nannini, sconfinando nella musica popolare romanesca (canzone delle osterie compresa) .
Poi finalmente il pezzo forte, abbiamo attaccato “Bella Ciao”. Un esecuzione nata in sordina, poi cresciuta in intensità e volume. Sempre più forte fino a quando è scappato uno scampolo di percussione a bossa nova, prontamente colto da Francesco al contrabbasso e seguito poi da tutta la composita formazione vocale guidata da Paola.
Ne è scaturita una versione dell’inno partigiano che sembrava arrivasse dritta dalla spiaggia di Ipanema incluso il sax di Alberto che pareva quello di Stan Getz. Ecco servita la versione di Bella Ciao in salsa brasiliana. Mancava certo, ma a Rosa-X nulla è precluso, forse neanche la rivoluzione.
Evviva l’utopia, sperando possa realizzarsi, come la “Bella Ciao” de Ipanema. Noi di Rosa-X ci crediamo.
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