Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 30 dicembre 2016

La "Bella Ciao" de Ipanema

Rosa-X




Su “Bella Ciao” molte ne sono state  dette e forse di più ne sono state scritte.  Alcuni  sostengono con non sia il vero inno partigiano, ma una rivisitazione del canto di protesta delle mondine adattato alla bisogna . “Fischia il vento”,pare fosse la vera canzone resistente ma,  in epoca di guerra fredda incipiente, citare il “sol dell’avvenire” non sarebbe stato molto produttivo.
Sia come sia, “Bella Ciao” è divenuto un vero e proprio canto di libertà, che  ha travalicato  le vicende storiche a cui era legato .  Le sue note sono risuonate nei contesti più disparati, eventi  il cui comune denominatore era la messa in pericolo della libertà. Recentemente, ad esempio,  “Bella Ciao” ha invaso    Piazza Syntagma ad Atene, cantata da quel popolo greco che invocava la liberazione dalla dittatura della Troika.
Se poi andiamo a considerare le diverse versioni  musicali con  cui l’inno partigiano è stato eseguito, si apre un mondo. Dalla declinazione combat folk, con le  sonorità irlandesi dei Modena City Ramblers, alle suggestioni slave di Goran Bregovic, dalle  molteplici declinazioni rock, fino all’esperimento   free eseguito dal pianista jazz Gaetano Liguori, la melodia di “Bella Ciao” è stata rivisitata, riarrangiata,  smembrata, smontata e rimontata. Ma, fra  le centinaia di  versioni eseguite,  non avevamo  mai ascoltato una “Bella Ciao” in bossa nova.
Mancanza prontamente rimossa  da Rosa-X . Il 27 dicembre scorso  Rosa-X ha organizzato una festa di condivisione, con amici e compagni, delle proprie peculiarità politiche, sociali, musicali, culinarie. Fra abbondanti, prelibate, ma proletarie, libagioni, non poteva mancare la musica. Qui Rosa-X ha fatto le cose in grande.  Altro che  chitarra, da strimpellare con spiaggesche reminiscenze, o  cantanti improvvisati e stonati,    ad accompagnare la nostra voglia di fare musica  c’erano  un contrabbasso, un sax tenore, due chitarre, magari scordate,  una voce scat con i fiocchi, un flauto e una mercanzia di percussioni e tamburelli da fare invidia a Tony Esposito.
Con  Francesco Cavalieri al contrabbasso, Alberto Bonanni al sax tenore, Paola Min Yi  Wu,   voce e flauto, tutta la compagnia di Rosa-X ai cori e alla percussioni,  ci siamo deliziati con un repertorio sconfinato, da ‘Round Midnight , a Je  so’ pazzo di Pino Daniele, passando per il country di Neil Young, fino al rock made in Siena di Gianna Nannini,  sconfinando nella musica popolare romanesca  (canzone delle osterie compresa) .
Poi finalmente il pezzo forte,  abbiamo attaccato “Bella Ciao”.  Un esecuzione nata in sordina, poi cresciuta in intensità e volume. Sempre più forte fino a quando è scappato uno scampolo di percussione a  bossa nova, prontamente colto da Francesco al contrabbasso e seguito poi da tutta la composita formazione vocale guidata da Paola.
Ne è scaturita una   versione dell’inno partigiano  che sembrava arrivasse dritta dalla spiaggia di Ipanema incluso il sax di Alberto che pareva quello di  Stan Getz. Ecco servita la versione di Bella Ciao in salsa brasiliana. Mancava certo, ma a Rosa-X nulla è precluso, forse neanche la rivoluzione.
Evviva l’utopia, sperando possa realizzarsi,  come  la “Bella Ciao” de Ipanema. Noi di Rosa-X ci crediamo.


post disponibile anche su nonsoloirosso

Nessun commento:

Posta un commento