“Sti pagliaccaite li fanno solo e vive, nui simme serie appartenimmo aa morte”. Cosi finisce “A livella” la poesia di Totò che ascoltiamo dal grande attore nel video sopra pubblicato. Mai frase fu più azzeccata a quanto andremo a mostrarvi. E’ vero la morte è una livella, è un fatto democratico. La morte prima o poi coglie tutti. Ricchi poveri belli e brutti. Sono i vivi che continuano a marcare le differenze di censo con il tipo di sepoltura che riservano al caro estinto. Ne è un esempio l’edilizia funeraria. Come esistono le grandi ville, così esistono i mausolei, stile Tutankhamun, alla Berlusconi, per rimanere nell’attualità. Così come si ammirano delle graziose villette con giardino, nei cimiteri si vedono cappelle allestite elegantemente o tombe singole decorate con raffinatezza. Come nelle periferie la gente è ammassata e ristretta in grandi palazzoni, al camposanto incombono infinite file di loculi l’uno ammassato all’altro dove i congiunti devono arrampicarsi su impervie scale per mettere un mazzolino di fiori. In periferia, inoltre, soprattutto nelle grandi città esistono persone che vivono in alloggi di fortuna, container in cui d’inverno la temperatura scende sotto lo zero e d’estate supera i 50 gradi........EBBENE NON VI STUPITE, PERCHE’ I CONTAINER ESISTONO ANCHE PER ACCOGLIERE I MORTI. Le foto che seguono mostrano ciò che si può ammirare entrando nel cimitero di Frosinone. Un bel container rigorosamente metallico e rigorosamente orrendo. Sicuramente non è una bella vista per chi si appresta a varcare i cancelli del camposanto con la tristezza nel cuore o in preda alla disperazione per la scomparsa di un proprio caro. E che ne sarà delle salme tristemente li ricoverate quando la temperatura esterna raggiungerà i 30-40 gradi durante il periodo estivo che si tradurrà in un inferno di oltre 50 dentro quei forni di metallo? Il culto e il rispetto dei morti fanno parte di tradizioni millenarie che travalicano le religioni. Queste tradizioni sono nate con l’uomo e costituiscono forme di humanitas che ancora non hanno subito l’aggressione della pochezza culturale e dell’insensibilità sociale che oggi ci attanaglia. E’ possibile che gli amministratori della nostra città abbiano potuto dimostrare una tale insensibilità nel ordinare l’allestimento di tale bruttura? Quei container sono un insulto sia per i vivi che per i morti. A proposito nelle città esistono anche i clochard che vivono per strada, a quando i cadaveri senza sepoltura buttati affianco alle tombe nei cimiteri?
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