Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 18 gennaio 2012

La Costa sapeva della pratica dell’inchino e la pubblicizzava, vi diamo le prove

Da una segnalazione di Simonetta Zandiri


Non per andare sempre in direzione ostinata e contraria, ma, dal momento che il 99% degli italiani sta massacrando il comandante Schettino, ho provato a farmi qualche interrogativo e ho trovato, in questo articolo, alcune risposte. Si, perché se un uomo solo può creare un simile disastro, allora è il "sistema" nel quale opera il problema, dunque la COSTA non è SICURA, non lo è se affida la vita e la sicurezza di 4000 persone a un solo uomo. Se poi quest'uomo era abituato a queste pratiche (alcune con il plauso della stessa Costa Crociere), allora è gravissimo. E che ne è della strumentazione? E del sistema di controllo (anche da remoto) per evitare pericolosi avvicinamenti alla costa? Senza nulla togliere agli errori del comandante, attenti, perché stiamo contribuendo a costruire "un mostro" che non c'è, mentre il vero mostro continuerà a rendere poco sicure le nostre vite in mare...

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Vincenzo Borriello da www.notizie.i

In un precedente editoriale mi chiedevo se la compagnia Costa Crociere sapesse della diffusa pratica dell’inchino, al passaggio delle navi davanti alla terra ferma. Il mio sospetto era che la compagnia non potesse essere all’oscuro di una cosa del genere. Dopo quanto scoperto sul blog ufficiale della compagnia, posso affermare che il comandante Francesco Schettino, responsabile di un immane disastro è, al tempo stesso, forse è anche un capro espiatorio. I vertici della Costa Crociere hanno scaricato tutte le colpe sul comandante. Eppure la compagnia elogiava, ringraziava, e sfruttava in termini pubblicitari, l’inchino fatto dallo stesso comandante il 30 agosto 2010, al passaggio della nave davanti l’isola di Procida. Mi chiedo: per fare questo saluto c’è stata una deviazione dalla rotta? Quanto era vicina alla terra ferma la nave, in quella occasione? Perchè non vietare a prescindere questa pratica? Sul blog ufficiale della Costa si legge:
La Costa Concordia il 30 agosto 2010 prima dell’arrivo a Napoli previsto intorno alle 13.00, ha omaggiato con il suo saluto e con la sua breve sosta nella rada della Corricella, l’isola di Procida, tutto ciò grazie al Comandante Francesco Schettino, di Meta di Sorrento. Una grande emozione non solo per i procidani ma anche per i numerosi turisti presenti che hanno accolto la grande e possente nave con applausi, striscioni, musica trombette e vuvuzelas, a bordo di motoscafi, pescherecci, natanti di ogni genere. L’arrivo della nave è stato annunciato da 10 colpi di mortaio ai quali Costa Concordia ha risposto con 3 fischi di sirena, rituale di saluto. Sicuramente una gioia ed una novità per tutti, anche per gli ospiti della Costa Concordia pronti sui ponti esterni con macchine fotografiche e telecamere ad immortalare quel momento unico, ed a festeggiare e salutare con bandiere e fazzoletti. Come lo stesso primo ufficiale di coperta originario di Procida ha dichiarato ‘’Una festa, un atto d’amore e un omaggio alla tradizione marinara che procidani e sorrentini hanno nel dna’’.
(http://blog.costacrociere.it/post/Costa-Concordia-festeggiata-davanti-a-Procida.aspx#comment)

La Costa Crociere, dunque, è a conoscenza di questa usanza da parte dei suoi Comandanti. Ovvio, l’incidente non era contemplato, ma le navi mantengono sempre la distanza minima di sicurezza dalle coste? Cosa ci dicono ora i vertici della compagnia? Non solo, cosa ci dicono le autorità preposte al controllo dei mari? Come scoperto da Repubblica, la Concordia era monitorata dal sistema AIS, un dispositivo che lancia l’allarme in caso di pericoli di collisione e segnala eccessivi avvicinamenti alla costa. Secondo la legge, infatti, per le piccole imbarcazioni, come fa notare Repubblica, la distanza minima di sicurezza è di 500 metri, figurarsi per quelle più grandi. Nessuno ha però intimato alla Concordia di allontanarsi. Scrive Repubblica “Si è scoperto anche che per ben 52 volte all’anno quella nave aveva fatto gli “inchini”. Inchini che fino all’altro giorno, fino a prova contraria, erano stati tollerati: nessuno fino ad allora aveva mai chiesto conto e ragione ai comandanti di quelle navi. Nessuno aveva cercato di capire perché passassero così vicini alla costa dove per legge è anche vietato”. Alla Costa, invece, risulta che c’è stato un solo avvicinamento nell’agosto scorso. Questo è quanto riporta il Messaggero “A quanto risulta a Costa Crociere una nave Costa era transitata sottocosta davanti all’isola del Giglio solo un’altra volta, il 9 agosto del 2011, per la festa di San Lorenzo, dice inoltre l’ad, precisando che in quell’occasione sia l’azienda, sia la capitaneria di porto avevano approvato la rotta“. Il comandante Schettino deve pagare è scontato. La Procura di Grosseto farebbe bene a fare due chiacchiere con i responsabili di Costa Crociere e con tutte le capitanerie di porto lungo le rotte delle navi da crociera, per determinare quante sono le navi che si avvicinano alla costa per fare l’inchino e , se nel farlo violano le misure di sicurezza. É bene ribadire che tutto ciò è fatto per i turisti e, come avete letto, è ampiamente reclamizzato sulle pagine ufficiali di Costa Crociere. In molti sapevano, lo sapevano i turisti, lo sapevano i sindaci delle località turistiche di mare, lo sapeva la costa e probabilmente anche le capitanerie di porto.

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