Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 16 febbraio 2012

ASSEMBLEA PUBBLICA REDDITO MINIMO – CASSINO – sala Restagno - 17 FEBBRAIO 2012-

Riccardo Palma Segretario Circolo Cassino PRC/FDS

Oggi viviamo un momento storico particolare dove vengono offuscate questioni politiche importantissime come la vicenda della FIAT. L’informazione è orientata verso un pensiero unico. Vengono chiuse diverse testate giornalistiche tra le quali “Liberazione”. La crisi sembra essere usata per portare avanti un determinato modello sociale, culturale e politico. Il modello liberista che è lo stesso che ha portato al disastro il paese. E’ andato via Berlusconi ed ora abbiamo un governo tecnico che conferma lo stesso modello liberista del precedente. Invece di sconfiggere il precariato si propina una situazione difficilissima per i giovani ai quali si alza il requisito anagrafico per andare in pensione, fissandolo a 70 anni ed un prelievo contributivo che passa dal 33% al 27% invece di aumentarlo visto che si applica per loro il sistema contributivo che già di per sé è meno conveniente del retributivo con tagli oltre il 30% di rendimento con il solo scopo di istituire fondi previdenziali che servono solo per far crescere il capitalismo finanziario-assicurativo. Insomma vengono peggiorate di gran lunga le condizioni di lavoro. Oggi la condizione lavorativa è stata ridotta a pura merce.
E’ senza ombra di dubbio una crisi della rappresentanza politica e sociale. Il collegato al lavoro e l’art. 8 della manovra Berlusconi è stato tolto anche dall’agenda politica della CGIL e quindi la FIAT applica agevolmente il piano Marchionne ed ovunque si tende di estendere lo stesso anche fuori dalla categoria dei metalmeccanici. Come dimostra i lavoratori delle strisce BLU di Cassino.
Una crisi anche della democrazia come dimostra la vicenda della FIOM-CGIL il piu grande sindacato dei lavoratori metalmeccanici che, con l’applicazione del piano Marchionne, verrà estromessa da ogni fabbrica in Italia. Domani è importante l’assemblea dei delegati che pubblicizzerà lo sciopero nazionale di categoria, ai quali lavoratori gli va la più ampia solidarietà.

Occorre far partire una mobilitazione con al centro la democrazia, il lavoro, il superamento della precarietà attraverso:
1)      l’abolizione dell’art. 8 della manovra Berlusconi con ripristino di norme costituzionali sulle libertà sindacali attraverso una legge sulla rappresentanza sindacale;
2)      l’estensione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori a tutte le aziende anche quello con meno di 15 dipendenti;
3)      l’estensioni di ammortizzatori sociali;
4)      l’introduzione del reddito minimo indicato anche dal Parlamento Europeo e finanziato dalla fiscalità generale.

Occorre sostenere due movimenti importanti:

1)      il Comitato NO DEBITO che si prefigge di combattere contro il pagamento del debito e per una politica tesa alla nazionalizzazione delle banche;
     2)   il Movimento BENI COMUNI – importante la Piattaforma Politica per la realizzazione di una rete dei comuni per i Beni comuni prodotta a Napoli su iniziativa del sindaco  De Magisteri. Assemblea svolta in data 28 gennaio scorso. La piattaforma tende non solo all’applicazione dei quesiti referendari. E qui riprendo l’appello lanciato da Massimo Rossi coordinatore nazionale della Federazione della sinistra che dice:”…. Quella piattaforma deve essere la base per comporre centinaia e centinaia di forum permanenti in ogni angolo d’Italia. Forum aperti e inclusivi, senza discriminazioni o pregiudizi reciproci, dove viga l’assoluta parità tra persone con o senza tessere in tasca. Forum da intrecciare con straordinari laboratori come il Comune di Napoli ed altri Municipi disposti a lavorare verso il medesimo orizzonte; fornendo così ad essi un forte e indispensabile sostegno, e ricevendo in cambio “prototipi di alternative praticabili”, sperimentazioni concrete di “altra economia”, pratiche di governo dei beni comuni, nuove formule di welfare, modelli partecipati di gestione delle risorse primarie, dell’energia, della mobilità, del paesaggio, della produzione.
D’altro canto sarebbe assolutamente riduttivo limitarsi a delegare quella piattaforma alla pur preziosa azione dei Comuni, magari continuando a considerare i movimenti come soggetti con cui “mantenere il confronto” e non invece come attori protagonisti con cui condividere “istituzionalmente” e pariteticamente i processi decisionali.
Lancio allora un’ultima provocazione. Invece di una lista civica nazionale o cose del genere, costruiamo sulla base della piattaforma di Napoli e a partire da una rete capillare di forum locali, un grande movimento dei beni comuni e del lavoro.
Sì, anche del lavoro. Non perché il lavoro non sia contemplato nella piattaforma (forse un po’ incidentalmente) o perché non sia anch’esso un bene comune che vorremmo demercificare. Ma perché in un mondo capitalistico imperniato sul paradigma della crescita illimitata, il tema enorme del “cosa, come e quanto produrre” diventa base fondativa, per qualsiasi azione di tutela dei beni comuni dalla distruzione e dalla privatizzazione. Senza addentrarci in dibattiti infiniti, credo che sia ormai palese a tutti noi che, se da un lato un mero laburismo parasindacale è un limite al nostro agire, dall’altro non è più possibile derubricare dall’intervento sui commons l’elemento centrale del conflitto tra le classi, la cui attualità ce la ricordano proprio i principali avversari dei beni comuni, siano essi al vertice di gruppi finanziari, di grandi aziende o di governi nazionali e territoriali. Tanto più di fronte all’attacco del governo Monti alla stabilità del contratto di lavoro e all’articolo 18, il popolo dei beni comuni non può mostrarsi impreparato e deve impegnarsi in una controffensiva che abbia come cardine la richiesta di abrogare tutti i contratti precari e di istituire, come correttamente chiede la piattaforma, un reddito di cittadinanza.”
Infatti la situazione è difficilissima. Nella provincia di Frosinone abbiamo uno dei più alti tassi di disoccupazione e in occupazione e per Cassino sembrano peggiorare la situazione. Infatti a Cassino oltre 6.000 persone hanno perso il posto di lavoro nell’arco di due anni. La crisi economica che sta devastando il cassinate vede ogni giorno decine di persone che perdono il posto di lavoro. Molti di essi non hanno prospettive concrete di essere ricollocati e soprattutto molti di loro  proprio perché sono licenziamenti individuali non hanno ammortizzatori sociali normati e vivono quindi da soli il dramma del licenziamento. A questo si unisce il non rifinanziamento del reddito minimo da parte del il governo regionale di Centro destra della Polverini. Reddito minimo che a Cassino almeno sosteneva 331 unità ed era rivolta a oltre 1800 potenzialmente finanziabili. La Federazione della Sinistra attraverso il consigliere regionale Peduzzi ha presentato due emendamenti durante la discussione del bilancio di previsione per l’anno 2012 Il primo prevede di destinare gli introiti legati all’aumento del bollo auto (circa 50 mln di euro), all’attuazione della legge sul reddito minimo ed il secondo, prevede invece uno stanziamento diretto della regione, con propri fondi. Entrambi sono stati respinti.
La Federazione della Sinistra, inoltre, ha aderito alla campagna della Cgil Roma e Lazio per una petizione popolare finalizzata alla richiesta del rifinanziamento (l’obiettivo 100.000 firme già abbondantemente superato e ancora si continua a firmare visto l’interesse e la partecipazione)
Oggi, nel “postfordismo”, il lavoro fisso diventa una chimera per pochi , soprattutto per i giovani. Si è iniziato a parlare di precarietà del lavoro e della vita quale risvolto negativo della flessibilità introdotta da questo nuovo sistema del lavoro. Quindi, oggi i lavoratori flessibili e precari si trovano di fronte alle esigenze della propria esistenza privo della pur minima protezione sociale. Ciò comporta, forti squilibri soprattutto nella gestione della vita presente e nelle scelte per il futuro. Oggi, è compito della politica riesaminare l’ordine delle questioni in gioco e porre termine a questa anomalia. L’introduzione di una legge che definisca il diritto al reddito costituisce, in questo momento storico, un tema rilevantissimo. L’introduzione di un reddito di cittadinanza sarebbe l’obiettivo a cui tendere ma già che si incominciasse a parlare di reddito garantito sarebbe un buon passo in avanti per poter appunto garantire a reintegrare un reddito per la popolazione che si trova sotto una certa soglia di povertà. In tal senso questo tipo di misura sociale universale – ossia svincolata dalla prestazione lavorativa  dovrebbe garantire un reale ed effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza azzerando i limite socio-economici che la limitano. Questa non deve essere vista come un’utopia ma un possibile strumento socio-economico dei moderni sistemi di welfare.
Altro che piano alla povertà che la Polverini ha licenziato. Occorre ripartire con un altro modo di fare politica sociale per esempio qui a Cassino siamo stati l’unica forza politica che si è opposta alla somministrazione dei VOUCHER  che questa amministrazione ha introdotto. Per sintetizzare la contrarietà su questi strumenti basti pensare che i Voucher sono stati introdotti dalla Legge Biagi. Immaginiamo con quale limitatezza possano risolvere i problemi alla gente questi benedetti voucher. Noi pensiamo, invece che bisogna restituire alla politica sociale locale la classica “PRESA in CARICO” per progetti individualizzati per lavorare insieme alla persona ad obiettivi con un progetto personale con tanto di nome e cognome. Siamo contrari ai voucher  perché è prevista perfino una graduatoria per la somministrazione dei voucher senza aver considerato preventivamente un osservatorio che misurasse la reale dimensione del disagio economico sociale dei cittadini. I voucher, così come proposto, rischiano di essere un sassolino in un “oceano di disagio sociale” che potrebbe portare solo ad inasprire i rapporti con i cittadini “utenti” e aggravare una situazione di per sé già difficile. A tal proposito, si vuole  ricordare che il nostro partito ha avanzato nelle osservazioni agli indirizzi generali di governo che, nel previsto osservatorio sociale, vi fossero presenti oltre alle ASL, all’Università, alla Magistratura, alle Forze dell’Ordine, i rappresentanti del terzo settore, i patronati e gli altri servizi sociali del territorio, constatando che queste nostre osservazioni, a tutt’oggi, non sono state ancora recepite. Noi pensiamo a tal proposito che il progetto 7 adulti va ripreso per come era nato ovvero il compiuto reinserimento socio-lavorativo.  Vorremo puntualizzare alcune considerazioni sulla mozione della reintroduzione della TOSAP sui passi carrabili, come peraltro ha ben spiegato il nostro consigliere comunale Durante. Gli introidi previsti (circa 100.000 € all’anno) saranno destinati alle politiche sociali specificando che non devono essere assolutamente impiegati per i voucher.


“Non perdiamo tempo, allora. Mettiamo in rete la piattaforma del Forum di Napoli ed apriamo una grande sottoscrizione in cui chi firma si impegna nel contempo a mettersi al lavoro dentro un grande cantiere sociale diffuso dell’alternativa, insieme a quanti altri lo faranno, a partire dagli stessi luoghi. Costruiamo dal basso una vera e propria Costituente dei beni comuni e del lavoro. Questa potrebbe essere forse l’ultima occasione o, più ottimisticamente, l’occasione buona.”

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