Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 23 maggio 2012

C'era una volta il Prc...ed era un partito di lotta e di speranza

LETTERA APERTA AL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA, FEDERAZIONE DI FROSINONE, REGIONALE LAZIO, NAZIONALE,

da compagni del circolo Carlo Giuliani di Frosinone (segretario del circolo con tutto il direttivo ed altri compagni iscritti al circolo)





Gli eventi succedutisi in Italia nell’ultimo anno (il modello Marchionne, l’attacco ai diritti dei lavoratori, la caduta del governo Berlusconi, la scelta del parlamento italiano di abdicare dalle sue funzioni politiche a favore del governo delle banche, la vicenda della Tav, Fincantieri, l’attacco all’articolo 18…..) hanno determinato un forte cambiamento nella società italiana, finita definitivamente, con la complicità del presidente della Repubblica e del parlamento intero, alla mercè del potere finanziario della BCE e del FMI. La situazione sociale ed economica che si è venuta a creare ha creato le condizioni ideali per la costruzione di un vero polo di sinistra e comunista alternativo a quel centrosinistra che si sta rendendo responsabile dell’attuazione in Italia di quella macelleria sociale imposta dalla BCE e preparata dal governo Monti. Ma la strategia del Prc durante questo periodo è risultata insufficiente ed ambigua: è stato affrontato un congresso nel quale le correnti maggioritarie del partito hanno imposto un documento che ormai era superato dai fatti, tanto che durante il congresso nazionale la linea della maggioranza si è dovuta adeguare, screditando di fatto il documento che aveva vinto il congresso: non più alleanza democratica con chi ci sta per sconfiggere Berlusconi, ma una imprecisata opposizione al governo Monti: diciamo imprecisata perché da un lato si proclamava l’opposizione al governo e dall’altra si rivendicavano alleanze a livello locale con coloro che appoggiano il governo stesso. E rimaneva la forte contraddizione della Federazione della Sinistra, soggetto questo che aumenta non di poco le incongruenze del messaggio politico che viene dal Prc: non si può concepire un soggetto politico dal quale provengono quotidianamente posizioni politiche differenti ed anche opposte fra loro, da parte dei soggetti in esso federati. E’ evidente che il Prc più che lavorare per costruire un forte soggetto di sinistra che diventi punto di riferimento per le lotte contro il sistema della BCE e del FMI e per proporre una via di uscita dal capitalismo, sta lavorando per coltivare alleanze ed equilibri con i partiti che stanno appoggiando Monti, giustificando tale appoggio come un errore di percorso. E così si organizza la manifestazione nazionale della Fds contro il governo, dimenticandosi che dappertutto in Italia, tranne che in rari e lodevoli casi, il Prc e la Fds si sono presentati alle elezioni in alleanza proprio con partiti che appoggiano il governo Monti. Le incongruenze della strategia del partito infatti sono puntualmente emerse durante le ultime amministrative. In 23 comuni capoluogo su 26 il prc (o la fds a seconda dei casi) si è presentata in coalizione con il centrosinistra. In tanti casi il centrosinistra era allargato all’Udc e al terzo polo. A Frosinone, coerentemente con la strategia portata avanti nell’ultimo anno, forte anche dell’aumento di iscritti attratti dalla linea politica intrapresa, il circolo Carlo Giuliani ha lavorato per presentarsi alle elezioni al di fuori di quel centrosinistra che niente di buono ha fatto per la città di Frosinone, centrosinistra rimasto oltretutto invischiato in diverse indagini giudiziarie per vicende di corruzione e sospetto di collegamenti con la camorra. Sono stati evidenti i tentativi di boicottare la nostra azione da parte della segreteria provinciale, con frequenti intromissioni dall’esterno da parte della segreteria regionale. Emblematica la situazione venutasi a creare dopo la nostra fuoriuscita dalla maggioranza del comune di Frosinone per motivi politici, con il consigliere che continuava a fare riunioni di maggioranza e ad appoggiare la maggioranza, godendo fra l'altro dell'appoggio della dirigenza provinciale che ha fatto in modo che la condanna di tale comportamento da parte del collegio di garanzia provinciale non fosse presa in considerazione. La segreteria provinciale (pensiamo volutamente) non ha convocato nessun Cpf che avesse all'ordine del giorno le elezioni di Frosinone, ma ha preferito partecipare ai tavoli del centrosinistra insieme al terzo polo e a quelli della fds, senza cercare un dialogo con il circolo, che invece alla luce del sole stava preparando le amministrative dialogando con vari soggetti della sinistra Frusinate. Come era prevedibile la Fds si è frantumata, con il Pdci che ha messo un candidato nella lista civica di un candidato a sindaco che aveva anche l’appoggio della destra di Storace, e così la nostra segreteria provinciale, avendo fatto fino a quel momento solo un’azione di attesa su ciò che facevano gli altri, è rimasta senza interlocutori e senza una linea a pochi giorni dalla presentazione delle liste. Ha quindi ha dovuto appoggiare la nostra linea politica, rinfrancata comunque dalla scelta di Sel di rompere con il centrosinistra e unirsi al nostro percorso, e finalmente è stato convocato un cpf che prendesse una decisione in merito. Tutto è bene ciò che finisce bene? No, perché qui cominciano gli intoppi: per le amministrative di un comune capoluogo dal regionale arriva un contributo in soldi pari a 500 euro. Ciò la dice lunga su quanto il regionale abbia interesse a finanziare una lista che non è alleata con l’amato Pd: basti pensare al fatto che per il pullman organizzato per la manifestazione del 12 maggio il regionale ha elargito alla federazione di Frosinone 500 euro. Quindi per il regionale la nostra campagna elettorale vale quanto il pullman per la manifestazione di Roma: e questo è tutto dire. Ciò che rimane comunque inaccettabile è l’atteggiamento della segreteria provinciale che per il ballottaggio si affretta a dimostrare la fedeltà al centrosinistra prima con un comunicato congiunto con Sel-Idv-Prc-Pdci-Pd e poi partecipando ad una riunione in cui si sancisce la nuova alleanza di centrosinistra allargata a Udc,Cristiano Popolari e Terzo Polo. Piccolo particolare: il circolo aveva fatto un comunicato in cui si dichiarava né con il "centrosinistra" (Pd-Udc-CristianoPopolari-TerzoPolo), né con il centrodestra al ballottaggio. Ora ci chiediamo: chi ha preso la decisione di appoggiare Pd e i suoi alleati di destra? Non è stato svolto nessun Cpf, e a noi risulta che l’unico organismo che poteva prendere una decisione di tal portata fosse proprio il cpf. Quindi è stata la segreteria provinciale a decidere la cosa: e per quale motivo non è stato contattato il circolo? Quali sono le impellenti necessità che spingono il Prc provinciale a dimostrare con tanta solerzia la propria fedeltà al centrosinistra? E ricordiamo che qualche giorno prima era uscito un comunicato della Fds regionale che ribadiva l’appoggio al ballottaggio a tutti i candidati del centrosinistra: è quindi la Fds regionale che detta la linea del Prc? Anche quando alle elezioni, come a Frosinone, la Fds non è presente? E quando, ricordiamo, il regionale non avrebbe nessun potere decisionale in quanto le elezioni comunali sono di pertinenza esclusivamente dei circoli e del provinciale? Tanto per completezza di informazione, è notizia delle ultime ore che il candidato a sindaco del Pd-Udc-TerzoPolo-CristianoPopolari, che ha appena perso il ballottaggio nonostante l'entusiasta appoggio della nostra segreteria provinciale, è indagato per corruzione, per aver favorito alcuni imprenditori nella gara d'appalto per l'adeguamento di un'importante arteria stradale di Frosinone, del valore di diverse decine di milioni di euro.Non è accettabile da parte della dirigenza del partito un comportamento così arrogante nei confronti dei compagni che lavorano nei territori e allo stesso tempo così subalterno e remissivo alle istanze che provengono dal regionale: la nostra natura ci spingerebbe come abbiamo sempre fatto a lottare per far valere le nostre ragioni, ma siamo stanchi, e non lo facciamo. Se avessimo alle spalle un partito con una linea precisa e coerente, probabilmente saremmo ancora in prima linea dentro il Prc, ma purtroppo questo partito non esiste, e i compagni attivi localmente si ritrovano spesso a diventare merce di scambio per assicurare equilibri nelle trattative del partito con le segreterie provinciali e regionali dei partiti di centrosinistra, in obbedienza a mere logiche di spartizione di finanziamenti e di poltrone, che con la politica non c'entrano niente. Non ha più senso per noi lottare contro i mulini a vento dentro il Prc scontrandoci con quella mediocrità ottusa che lo sta portando alla rovina e di cui siamo ormai stufi. Da questo momento non facciamo più parte del Partito della Rifondazione Comunista.



Frosinone, 22-05-2012



Andrea Cristofaro (segretario del circolo)

Luciano Granieri (direttivo del circolo)

Maria Lucia Giovannangelo

Giuseppina Sannai

Samuel Cristofaro

Barbara Torre

Valentina Campoli

Giuseppe Antonio Cristofaro

Viktoriya Doroshenco

Alfio Pandozzi

Giuseppe D’Alessandris

Anna Segneri


La compagna Laura Scappaticci, membro del direttivo del circolo, avendo vissuto in prima persona le vicende su descritte, condivide il documento nella parte che denuncia le ingerenze e le manovre poco democratiche della segreteria provinciale. Non ritenendo comunque che questa situazione sia specchio di tutto il partito ma solamente un’anomalia locale, in solidarietà ai compagni firmatari del documento si dimette dal direttivo del circolo ma non esce dal prc.






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