Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 10 settembre 2012

s/cultura

Giovanni Morsillo

Un ARTICOLO di Luciano Granieri su Aut Frosinone espone riserve (diciamo così) sulla manifestazione "Via Aldo Moro apre alla cultura" svoltasi a Frosinone, evidenziando come l'iniziativa dell'Amministrazione di destra, in continuità con quella di centro-centro, si sia praticamente risolta in un mercato, anzi in un centro commerciale a cielo aperto.
Conservando per motivi più alti la stima ed il rispetto per Luciano, non possiamo però tacere di fronte a questa madornale sbandata del Nostro, e redarguirlo come merita. Ma Granieri che edizione ha del dizionario della lingua italiana? Cosa c'è scritto alla voce "Cultura"? Non sa il nostro commentatore che il termine si è evoluto, ha cioè maturato un cambiamento generazionale che ne ha trasformato i caratteri come avviene a qualsiasi essere vivente? Lo sa Granieri che la lingua è, appunto, viva e che quindi ci si deve aggiornare per comprendere a pieno i processi da essa descritti, specie se attengono a vicende sociali, di costume o scientifiche, per definizioni sempre in aggiornamento?
Insomma, caro Granieri, ci sembra che sia tu fuori tema, non certo la pregevole manifestazione di nullezza (neologismo che non sarà certamente presente sul tuo vecchio dizionario della scuola media, ma che dovrebbe rendere l'idea) che la Giunta si è premurata di propinare ai cittadini. Forse tu, vecchio impenitente magari ancorato ai vecchi canoni della cultura pre-nicoliniana ti aspettavi teatro, poesia, pittura, performances, installazioni, scultura, librerie con le ultime novità editoriali, saggi, ricerche e riviste scientifiche, musica nota e inedita, pianisti e trii d'archi, satira e danza, cucina innovativa e classica, cinema, esperienze di viaggio, reportage, giornalismo, informazione, riflessioni, filosofia, letteratura, scioglilingua e giochi matematici, enigmistica, giocattoli e passatempi per tutte le età, fumetti, vecchi utensili e nuove scoperte tecnologiche, e chissà cos'altro ancora in quel vecchio solaio che è la tua testa di inguaribile rivoluzionario rétro. Ebbene, fai come tutti: omòlogati, pardon, aggiornati, e non scocciare quelli che guardano avanti e ne sanno più di te sulle involuzioni della società.
Ma dico, ci hanno messo trent'anni di impegno continuo ed estenuante per riportare la gente a fare a meno della testa, e ora tu ti scandalizzi? Devi dir loro bravi, se sei onesto, e riconoscere che aver svuotato la scuola e l'Università, l'aver privatizzato e commercializzato la televisione, la stampa, i partiti, i sindacati e le istituzioni ha dato frutti solidi. Adesso la gente, come tu stesso dici, accorre in massa, abbagliata dall'ultima offerta di telefonia mobile, dal viaggio esotico a un tanto al giorno per avventure che si riducono all'escursione nella zona portuale di Istanbul con una guida che non vede l'ora di dirottarti nei negozi "amici" a fare shopping e poi riportare il gregge sulla nave a farsi un'altra abbuffata e convincersi di essere James Bond su uno yacht con personaggi che decidono le sorti del mondo.
Del resto, il capo dei cloni che ha massacrato il paese per quasi vent'anni lo ha detto in veste ufficiale: la cultura non è mica Manzoni, il latino va abolito, meno filosofia e più ragioneria! E il suo giullare rincalzava che con la cultura non si mangia (chissà poi dove l'avrà sentito?).
Ma essendo talenti incommensurabili, preso atto di questo hanno ridisegnato la cultura e l'hanno resa compatibile con i nuovi obiettivi della società finanziarizzata: hanno semplicemente chiamato cultura quello che una volta si chiamava bancarella, e via col tango (anzi, con la disco).
Ora dovresti scrivere un pezzo che ripeta un centinaio di volte, come Bart Simpson in una delle sue punizioni da contrappasso "La cultura dominante è la cultura della classe dominante. Karl Marx".

Un abbraccio fraterno e solidale, Lucià.

1 commento:

  1. Caro Giovanni hai ragione. Il fatto è che, pur usando la rete per comunicare con gli altri, rimango un inguaribile fan dei libri. Il mio dizionario è un libro con tanto di copertina e pagine. La definizione moderna di cultura che tu indichi, si trova sui dizionari on line, su wikipedia, sui forum di internet. Del resto siamo nell’era delle tre “I” (Ignoranz…pardon, Impresa, Inglese, Internet) un era aliena a un impenitente rivoluzionario rètro come me. Però è vero la lingua è viva in continua evoluzione e bisogna adeguarsi anche se il compito è arduo se non impossibile. Per me la bancarella rimane bancarella e la cultura rimane cultura . Scusa la mia ignoranza. Tornando seri un abbraccio e un ringraziamento per i bellissimi contributi che mi mandi.

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