Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 8 novembre 2012

Certezze per il futuro. Nuovo governo Monti e la Lazio in B

Luciano Granieri


 Bisogna cambiare la legge elettorale, lo  pretende il presidente della Repubblica, lo chiede con forza Mario Monti, il quale minaccia un poco auspicabile , ma possibile, provvedimento diretto del governo, scavalcando i partiti  e lo invocano  i partiti stessi. Ma perché nonostante tutti vogliano cambiare a legge porcata la cosa non riesce.  In commissione al Senato si stanno consumando agguati e vendette fra alleati vecchi e nuovi  sulla definizione di testi impresentabili, e come al solito, il banco di questo “Mercante in Fiera” istituzionale lo tiene ben saldo in mano l’ex democristiano Pier Ferdinando Casini. Ma vediamo di capirci qualcosa in più.

Le legge attuale.  E’  il così  detto Porcellum. Schifato da tutti.  Sistema proporzionale alla Camera dei Deputati con liste bloccate (cioè candidati scelti dai partiti) in cui la coalizione che vince, indipendentemente dalla percentuale che ottiene, si becca un premio di 340 seggi. Il sistema messo a punto da Calderoli nel 2005 e approvato dalla sola maggioranza  la Casa della Libertà (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Lega) oggi è inviso proprio dalle forze che l’hanno partorito.  Infatti  l’attuale diaspora del centro destra, non consentirebbe a nessuna di  loro,  o in coalizione o in solitudine, di raggiungere la maggioranza e di ottenere quei 340 seggi necessari per governare. Chi ne trarrebbe vantaggio sarebbe la coalizione di centro sinistra (Pd Sel Psi), che attualmente è l’unica ad avere la possibilità di raggiungere l’obbiettivo, ottenere il premio e governare in perfetta solitudine. Considerato  che una parte importante di questa aggregazione è filo montiana  probabile   un reincarico a Monti. A Casini non piace.

La modifica approvata . Sistema proporzionale alla camera dei Deputati, con preferenze, in cui la coalizione che vince per ottenere i 340 seggi deve realizzare   almeno il 42,5% dei consensi. All’aggregazione di   centro sinistra non piace perché, per quanto accreditata di un risultato elettorale superiore alle  altre formazioni, non sarebbe in grado da sola di raggiungere la soglia del 42,5%  necessaria ad ottenere il premio, dunque dovrebbe cercare  obbligatoriamente  di allearsi con altri partiti  per governare . Piace ai peones del centrodestra, i quali potrebbero avere  ancora voce in capitolo, piace soprattutto a Casini che potrebbe vendere a caro prezzo i suoi voti al centro sinistra . Visto che quasi certamente non si formerebbe una maggioranza con i numeri necessari per governare,   probabile il reincarico a Monti

Trattative: Casini, oliata la trappola,  propone a Pd-Sel-psi di abbassare la soglia dei consensi al 40% per ottenere i 340 seggi, (tanto non ci arriverebbe lo stesso pensa l’astuto ex democristiano), in cambio propone un premio di maggioranza del 10% da attribuire al partito più votato. Al  Pd membro maggioritario della coalizione  del centro sinistra piace,  potrebbe starci, rafforzare la collaborazione con Casini e marginalizzare gli alleati vendoliani  Anche a Casini piace. Non piace al centro destra che avrebbe poche opportunità di limitare i danni, tant’è che da Gasparri era venuta la proposta, subito spernacchiata, di un ininfluente  premo ai partito vincitore del 4%.  Chiaramente tutto ciò  non garba  a Sel e Psi, che all’interno della coalizione probabile vincitrice della contesa, avrebbero pochissima voce in capitolo e dovrebbero quasi certamente accettare l’alleanza con Casini.  Visto che le probabilità di formare una maggioranza con i numeri necessari per governare sarebbero minime e che comunque una parte di questa ipotetica maggioranza è filo montiana, probabile un reincarico a Monti.

In mezzo a tanta confusione di sicuro ci sarebbe solo il reincarico a Monti.
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Per capire meglio l’ingarbugliata questione trasponiamo questo psicodramma ad un ipotetica riscrittura delle regole del calcio.

Il Milan propone il restringimento delle porte, dagli attuali 7 metri e 32 a 5 metri, per rendere meno influenti sul risultato  le papere dei portieri.  In  realtà la difesa della squadra rossonera è scarsa, dunque la restrizione delle porte andrebbe a suo vantaggio. Possibile per i milanisti  la riduzione del numero delle squadre di serie A con la retrocessione della Lazio in serie B

La Roma non è d’accordo. Per aumentare lo spettacolo bisognerebbe allargarle le porte e non accorciarle.  in realtà i giallorossi, disponendo di un attacco prolifico, ricaverebbero enorme vantaggio da questo provvedimento.  Giusta anche per loro  la proposta della diminuzione delle squadre di serie A con la retrocessione della Lazio in B.

La Juventus non è d’accordo né con il Milan né con la Roma. E’ una squadra tradizionalista per cui punterebbe a mantenere inalterata la lunghezza della porta. Al limite, per premiare la  difficoltà di realizzare una rete da fuori area, propone di attribuire valore doppio ai gol realizzati dalla distanza, così come succede nel basket. In realtà visto che nella squadra bianconera abbondano i grandi tiratori è indubbio che tale norma sarebbe un vantaggio non da poco per gli juventini. Ottima invece la proposta di ridurre il numero delle squadre di seria A con la retrocessione della Lazio in B

L’Inter potrebbe essere d’accordo con il Milan, ma non con la Juve. Anzi   per promuovere lo spettacolo offerto dal gioco manovrato, propone di permettere il tiro in porta solo dopo aver varcato la linea dell’area di rigore. In realtà pure  l’Inter non dispone di una difesa granitica, ma soprattutto il portiere gioca spesso fuori dai pali, è distratto e dunque esposto al rischio  di prendere gol da lontano. Anche i nerazzurri sono favorevoli alla riduzione delle squadre di serie A e alla conseguente retrocessione della Lazio in B.

Anche in questa fantasiosa trasposizione calcistica la confusione regnerebbe sovrana con l’unica certezza della Lazio in serie B.

Realtà o fantasia, politica o sport il risultato è sempre un grande casino con due sole certezze, da una parte Il reincarico a Monti dall’altra la Lazio in serie B.

La morale ovvia che si trae da tutto ciò è che le regole del gioco non andrebbero mai decise dai giocatori, ma da enti terzi al di fuori della competizione. Nel calcio esistono, un regolamento consolidato e un organismo mondiale , LA FIFA, che ne tutela l’imparzialità.

E nella politica italiana? Semplice le regole sono scritte  nella Costituzione Repubblicana  Questa sancisce che il sistema elettorale è proporzionale e non prevede  né soglie di sbarramento, né premi di maggioranza, né l’indicazione del presidente del consiglio sulla scheda elettorale. Sia il  presidente della Repubblica che lo stesso capo del governo Mario  Monti più volte hanno richiamato i  partiti al rispetto del dettato costituzionale nel pianificare  la legge elettorale ma qualcosa su queste esternazioni eccellenti non torna. Infatti ciò che risulta chiaro, da quanto trapela dalla commissione senatoriale incaricata di modificare il porcellum, è il condiviso interesse  di giocatori e arbitri affinchè  le regole stabilite possano assicurare lo stesso risultato:  Il  reincarico a Monti o a qualcuno che prosegua il lavoro di Monti. E quando sia gli arbitri che i giocatori sono d’accordo nel truccare la partita affinchè vinca sempre la solita squadra i tifosi rimarranno sempre fregati e allora verrebbe voglia di non andare più allo stadio. A meno che non si decida di invadere il campo ed esautorare giocatori e arbitri.

P.S. 
Mi scuso con i tifosi della la Lazio ma questo è il  bieco sistema di un tifoso romanista  per esorcizzare il risultato del derby di domenica prossima.

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