Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 18 novembre 2012

Frosinone: La scuola non si arrende

Luciano Granieri.

Foto di Euenio Oi e Fausta Dumano
Brani:  Evaporazione - Elefante Bianco - Gioia e Rivoluzione, eseguiti dagli Area


Abbiamo perso il XV secolo,  è  una suggestione, una narrazione, se mi si premette il termine vendoliano, pessimistica. Ma potrà costituire uno scenario ipotizzabile nel futuro.  Infatti nei  consigli di istituto  della scuole pubbliche, trasformate dalla legge Aprea (quella votata del Pdl)  o ex Aprea (quella votata anche dal Pd) , in consigli di amministrazione, lo sponsor privato , amministratore unico,  può decidere di eliminare interi periodi storici dai programmi di studio  se questi sono ritenuti  poco utili all’immagine del brand proprietario dell’istituto.  Un vero e proprio furto di passato che prelude ad un presente insignificante il quale, a sua volta,  determina la consapevolezza degli studenti che il futuro per loro non esiste.  Qualcuno dirà che stiamo esagerando, ma voglio far notare  che manipolazioni della storia, segnatamente del periodo relativo al fascismo , degli eventi drammatici della seconda guerra mondiale e del dopo guerra sono già stati oggetto di manipolazione  da parte dei gerarchi post  fascisti promossi al governo dall’amministratore unico Berlusconi.  Una  scenario grave la cui drammaticità sembra  oggi percepita solo dal mondo dell’istruzione pubblica .  Ragazzi e ragazze  delle medie superiori, insieme a universitari, ricercatori, stanno  riempiendo la piazze, incuranti delle feroci manganellate che la spietatezza di un potere,  sempre più minacciato dalla rabbia  della gente comune, riserva loro.  La caparbietà degli studenti  nel difendere la loro vita dall’esproprio di  desideri e aspirazioni  che un’oligarchia  ultra liberista sta perseguendo, attraverso la devastazione della scuola  pubblica, è contagiosa. Infatti affianco a loro si sta aggregando la rabbia sorda  delle altre vittime della macelleria sociale prodotta  dalla ingordigia del capitale finanziario.  Disoccupati, lavoratori precari, pensionati,  sono pronti a costruire con gli studenti un fronte sociale ampio  e determinato a  riconquistare diritti che in una società civile dovrebbero essere acquisiti.  La determina zio ne e la consapevolezza  degli studenti è tale da rivitalizzare territori  assopiti, solitamente immuni da qualsiasi  forma di protesta non precostituita , come la Provincia di Frosinone.  In un territorio dove la melma demofascista  andreottiana  ha atrofizzato le coscienze abituandole ad una vita orientata a non disturbare il manovratore  con proteste e rivendicazioni  non autorizzate,  in  una Provincia in cui la maggior parte dei cittadini  sia adagia  sulle briciole  di un  elemosina giornaliera  elargita dal  caporale di turno  al soldo delle caste politiche  dominanti,  assistere alla manifestazione di sabato scorso con circa duemila studenti  in piazza a rivendicare il loro diritto al  futuro ha del miracoloso. Licei, istituti professionali, scuole d’arte ,  provenienti da ogni angolo della Provincia, hanno dispiegato la loro forza rivendicativa  nelle strade del capoluogo.  Ragazze e ragazzi  con la creatività   che li contraddistingue, consapevoli che la loro è lotta di sopravvivenza , hanno dato una lezione di come oggi non sia più possibile rinunciare  a ribellarsi contro il potere della finanza. Una dittatura strisciante   che pretende di far pagare la crisi prodotta dal suo pensiero unico liberista  a chi ha sempre subito le nefande privazioni che tale pensiero ha imposto.  Sintomatica è stata anche la connessione che la protesta  degli studenti della provincia ha prodotto con la vertenza dei lavoratori  Multiservizi in occupazione della sala consiliare del comune di Frosinone  per ottenere il loro sacrosanto diritto al lavoro.  In un quadro desolante e fosco, la vitalità degli studenti può veramente alimentare la speranza che qualcosa si può fare per uscire dalla rassegnazione e dalla solitudine cui  la spietatezza del pensiero unico ultraliberista  costringe la gente comune.   Ora è necessario preservare questa forza vitale dagli attacchi dei finti difensori del popolo, capaci di fare più danni dei manganelli delle polizia. Coraggio ragazzi, aiutateci a difendere le nostre vite dalle privazioni imposteci dall’oligarchia capitalista.  LA STORIA, NONOSTANTE TUTTO, VIAGGIA INSIEME A VOI.  

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