TAVOLA ROTONDA
– 14 dicembre 2012 ore 17,00 – Presso la SALA
“C.
RESTAGNO” Comune di CASSINO –
Partecipano: Angelo COMPAGNONI Segr. Prov.le FIOM-CGIL
–
Paolo SABBATINI – Segr. Naz.le USB
Avv. Lavorista Giorgio VERRECCHIA
Avv. Lavorista
Loredana DI FOLCO
Antonio FERRARO – dip. Lavoro – Welfare PRC
La
modifica dell’art.8 della manovra economica di Berlusconi ci ha portato ad una stagione di
declino, attraverso un atto berlusconiano alle sue fasi terminali con il
maldestro tentativo di ultima supplica verso i poteri forti per evitare la sua
cacciata. Si è provato a barattare, perché di questo si è trattato, la
possibilità di derogare la contrattazione nazionale in cambio di una maggiore
clemenza nei tempi del redde rationem all’interno del capitalismo nostrano. Ma
oltre a non essere servito ad evitare l’arrivo di Monti, il fatto gravissimo
che tutto ciò ha invece prodotto è stato di aver portato il metodo Marchionne
da eccezione a regola, e dunque la possibilità che uno strappo violento alla
logica della contrattazione tra le parti sociali a livello aziendale abbia
maggiore valore di un accordo nazionale. Un vero e proprio atto di
prevaricazione della parte più forte su quella più debole: dobbiamo ristabilire
il principio che i diritti devono essere certi per tutte e tutti ed inseriti in
un’unica cornice non derogabile da nessuno.
Nell’assalto all’art.18
dello statuto dei lavoratori (legge 300/70) c’è stato invece una
definitiva presa di coscienza da parte di quelli stessi poteri che, incassato
il successo dell’operazione Monti, hanno deciso di varcare e ampliare la
breccia che si era prodotta. E dunque su questo tema sono intervenute tutte le
armi di distrazione di massa conosciute; si passa quindi da “è un atto per
l’occupazione perché a maggiore facilità di uscita corrisponde maggiore
possibilità d’entrata” (smentito puntualmente ad ogni rilevazione effettuata
sul mercato del lavoro), al sempre valido “ce lo chiede l’Europa (ulteriore
falsità, considerate le tutele previste nei principali Paesi della Ue)”. La
verità è che in assenza della piena funzionalità dell’art.18 si pone in essere
l’ennesimo ricatto, quello dell’imporre la scelta inaccettabile tra lavorare o
avere diritti, producendo nei fatti una sterzata in senso autoritario in ogni
luogo di lavoro.
La raccolta firme in difesa
del mondo del lavoro quindi rappresenta una straordinaria occasione non soltanto per
difendere il principio che non si può accettare la compressione dei diritti, ma
anche per identificare e rilanciare il mondo del lavoro come soggetto vitale
della e per la democrazia. Ed in ultima analisi è questo anche il migliore
antidoto a quel senso diffuso di scollamento e rifiuto verso la politica che
troppo frettolosamente viene spesso identificato nella generica
formulazione dell’antipolitica. Abbiamo il compito di rompere l’assedio e dare
voce e rappresentanza a chi oggi in fabbrica non può scioperare per paura di
perdere il posto di lavoro, al giovane che non ha speranza di trovare un suo
futuro, al pensionato che vede sfuggire le conquiste di tante rivendicazioni,
alle donne che in molti luoghi sono ancora vittime di discriminazione sia di
genere sia salariale.
PARTECIPA ANCHE TU!!!
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