Come nelle migliori
tradizioni dei partiti moderni anche il Movimento 5 stelle ha il suo cognato
eccellente. Dopo Pillitteri, cognato
tangentista di Craxi, già sindaco di
Milano e Tulliani cognato immobiliarista
di Fini, oggi al centro delle bocche di fuoco dei media c’è la cognata di
Grillo Nadareh Tadjik. Sulla parente grillina penderebbe l’ignominia di comparire in tredici
società aperte dal collaboratore di Grillo, Walter Vezzoli, una sorta di Mangano “demafizzato” , autista
e factotum del comico genovese .
Tali attività, con sede in Costa Rica,
paradiso fiscale all’epoca dei fatti, avevano lo scopo di gestire diversi affari fra cui
l’apertura di un resort di lusso con tutti i benefici, sopratutto fiscali, del caso. Per conoscere più a fondo la vicenda
invito a leggere l’Espresso, personalmente la cosa mi interessa
il giusto. Del resto, checché i militanti del M5S ne dicano, i loro capi sono esperti e navigati
frequentatori dei salotti finanziari collaterali a quelle lobby che si propongono
di combattere. Gianroberto Casaleggio, socio di Grillo e creatore del Movimento
5 Stelle, è a capo della Casaleggio Associati, un’impresa di
punta del web marketing che ha sviluppato una rete di relazioni e
partenrship con confindustria, con lobby
italiane come Aspen, o internazionali come l’American Chamber of Commerce.
Dunque non dovrebbe sorprendere che anche i guru puristi della rete possano avere
le mani in pasta in qualche affaruccio border line. Questo per dire che
nella tanto sbandierata diversità qualche analogia con i comitati elettorali
che si vorrebbe mandare a casa c’è, compresa la sciagurata abitudine di sparare
cazzate sui fascisti buoni. E
figuriamoci se i giornali dei partiti, o emanazione dei partiti non ci inzuppano il pane. “A chi tocca
non si ingrugna” dice un vecchio detto popolare, per cui ecco che anche al Movimento 5 stelle
tocca sopportare il suo bravo scandaluccio. Quest’ultimo episodio, relativo al movimento della premiata ditta
Grillo-Casaleggio &C. come potrà
influire sulla possibilità di formare un governo? Inasprirà ancora di più l’intransigenza
grillesca? Rafforzerà il fronte
dialogante piddino, o la parte dei
demcorat favorevole all’inciucio con Berlusconi? E il cieco di Arcore come reagirà? Innescherà
la macchina del fango alimentata dai
suoi immondi giornaletti per attaccare il Movimento 5 Stelle? Mistero. L’unica cosa certa è che il
presidente Napolitano invoca un governo.
Soprattutto dopo che l’associazione a delinquere, agenzia di rating Finch, ha declassato l’Italia da A, a
+ Bbb. Per Napolitano è
fondamentale che qualcuno si prenda la responsabilità di portare avanti il
programma lacrime e sangue che la troika europea, sotto dettatura dei potentati
finanziari, ha messo a punto per l’Italia. Dunque non importa che sia un
governo del presidente, del Papa, del camerlengo, del
faccendiere, o del boss mafioso , non
importa che sia un governo di minoranza, di
desistenza, di inconsistenza, di
astinenza, o di incontinenza, l’importante
è che si faccia al più presto e senza
certe strambe idee di rinegoziazione dei trattati europei. Ma si uscirà dallo stallo? E come se ne uscirà? Questo è il dilemma che
riempie le pagine dei giornali del web e le TV. Personalmente sono convinto che
alla fine la soluzione si troverà. Basta considerare quali sono gli interessi
reali delle forze che hanno ottenuto i maggiori consensi elettorali. Il Pd, ha
tutto l’interesse a formare un governo con a capo Bersani, ossia il leader scelto democraticamente dai militanti.
Ciò per
evitare di sputtanare l’alto esercizio democratico e partecipativo delle
primarie e per invertire la tendenza
per cui il Partito Democratico non ha mai espresso un presidente del consiglio,
eletto dai cittadini, interno al Partito. D’Alema non è stato
eletto, Prodi non era esponente del Pd. Il Pdl ha interesse a partecipare ad un
governo, qualsiasi esso sia, l’importante è assicurare al suo capo afflitto
da problemi giudiziario-oculistici, una carica che gli consenta di arginare la
devastante onda giudiziaria che lo sta per investire. Il Movimento 5 stelle ha
interesse a rimanere all’opposizione da cui potrebbe continuare a strillare “tutti
a casa” senza così deludere l’amalgama informe del suo elettorato, senza
mettere la faccia su un esecutivo che dovrà continuare l’opera di devastazione
sociale che ci chiede l’Europa dei banchieri
e senza impegnare i propri
inadeguati eletti nell’estenuante compito di inventarsi leggi, o diventare
ministri. Quale potrà essere la
soluzione atta a realizzare questo scenario? Semplice il via libera ad un governo Bersani,
basato sui ben noti otto punti che
dovevano piacere ai grillini, da realizzarsi grazie all’astensione del Pdl e con il voto
contrario del Movimento 5 Stelle. In questo modo il Pd guiderebbe il Paese scongiurando le accuse di aver cercato l’inciucio con Berlusconi. L’astensione piddiellina dovrebbe essere sufficiente a scongiurare
l’ignominia. Il Pdl, pur in disaccordo con il programma dei democratici, potrebbe
giustificare l’astensione come necessaria. E’ infatti grazie a questo enorme sacrificio
di responsabilità che il Popolo delle libertà risulterebbe il salvatore della Patria e salvatore del culo
del suo capo al quale almeno uno misero scranno di presidente del Senato andrebbe
assicurato. A ben vedere non è che la legge sul conflitto di interesse
proposta dal Pd nei suoi otto punti sia così punitiva, è una riedizione della
legge Frattini in cui non è prevista alcuna ineleggibilità del titolare delle
imprese oggetto del conflitto, sarà un
caso? Il Movimento 5 Stelle, dai banche dell’opposizione, potrà aprire il Parlamento come una scatola di
tonno, facendo attenzione però che i propri eletti non ci finiscano dentro
tentati da qualche prebenda extra elargita all’insaputa dei capi. Saranno duri
e puri ma anche loro tengono famiglia. Questa mia previsione si avvererà, o è farneticazione
pura? Chi vivrà vedrà. Di una cosa sono
certo e mi sento di rassicurare tutti coloro che temono la rivolta di piazza
provocata dall’attuale disperazione sociale e dal vuoto governativo. Un
popolo che si tiene per venti anni Mussolini, mal sopporta il dono di libertà
che la lotta partigiana gli ha regalato
e continua a incensare Berlusconi è
talmente pigro e inetto che al solo
pensiero di scendere in piazza accende la TV e scarica la sua rabbia prendendo
le parti di uno dei tronisti di “Amici”
e inveendo contro il suo avversario . E’
così che lo stallo è destinato a risolversi nel merdaio di una stalla.
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