Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 9 marzo 2013

Dallo stallo alla stalla

Luciano Granieri


Come nelle migliori tradizioni dei partiti moderni anche il Movimento 5 stelle ha il suo cognato eccellente. Dopo  Pillitteri, cognato tangentista  di Craxi, già sindaco di Milano e  Tulliani cognato immobiliarista di Fini, oggi al centro delle bocche di fuoco dei media c’è la cognata di Grillo Nadareh  Tadjik. Sulla  parente grillina  penderebbe l’ignominia di comparire in tredici società aperte dal collaboratore di Grillo,  Walter Vezzoli,  una sorta di Mangano “demafizzato” ,  autista  e  factotum del comico genovese . Tali attività, con sede  in Costa Rica, paradiso fiscale all’epoca dei fatti, avevano  lo scopo di gestire diversi  affari fra cui   l’apertura di un resort  di lusso con tutti i  benefici, sopratutto fiscali,  del caso. Per conoscere più a fondo la vicenda invito  a leggere  l’Espresso, personalmente la cosa mi interessa il giusto. Del resto, checché i militanti del M5S ne dicano,  i loro capi sono esperti e navigati frequentatori dei salotti finanziari collaterali a quelle lobby che si propongono di combattere. Gianroberto Casaleggio, socio di Grillo e creatore del Movimento 5 Stelle,  è a capo della Casaleggio Associati, un’impresa di punta del web marketing che ha sviluppato una rete di relazioni e partenrship  con confindustria, con lobby italiane come Aspen, o internazionali come l’American Chamber of Commerce. Dunque non dovrebbe sorprendere   che anche i guru puristi della rete possano  avere   le mani in pasta in qualche affaruccio border line. Questo per dire che nella tanto sbandierata diversità qualche analogia con i comitati elettorali che si vorrebbe mandare a casa c’è, compresa la sciagurata abitudine di sparare cazzate sui fascisti buoni.  E figuriamoci se i giornali dei partiti, o emanazione dei  partiti non ci inzuppano il pane. “A chi tocca non si ingrugna” dice un vecchio detto popolare,   per cui ecco che anche al Movimento 5 stelle tocca sopportare il suo bravo scandaluccio.  Quest’ultimo episodio, relativo  al  movimento della premiata ditta Grillo-Casaleggio &C.  come potrà influire sulla possibilità di formare un governo?  Inasprirà ancora di più l’intransigenza grillesca?  Rafforzerà il fronte dialogante piddino,  o la parte dei demcorat favorevole all’inciucio con Berlusconi?  E il cieco di Arcore come reagirà? Innescherà la macchina del fango alimentata dai  suoi immondi giornaletti per attaccare il Movimento 5 Stelle?  Mistero. L’unica cosa certa è che il presidente Napolitano invoca un governo.  Soprattutto dopo che l’associazione a delinquere, agenzia di  rating Finch, ha declassato l’Italia    da A, a  + Bbb.  Per Napolitano è fondamentale che qualcuno si prenda la responsabilità di portare avanti il programma lacrime e sangue che la troika europea, sotto dettatura dei potentati finanziari, ha messo a punto per l’Italia. Dunque non importa che sia un governo del presidente, del Papa, del camerlengo,   del faccendiere,  o del boss mafioso , non importa che sia un governo di minoranza,   di desistenza,   di inconsistenza,   di astinenza, o di incontinenza,  l’importante  è che si faccia al più presto e senza certe strambe idee di rinegoziazione dei trattati europei. Ma  si uscirà dallo stallo?  E come se ne uscirà? Questo è il dilemma che riempie le pagine dei giornali del web e le TV. Personalmente sono convinto che alla fine la soluzione si troverà. Basta considerare quali sono gli interessi reali delle forze che hanno ottenuto i maggiori consensi elettorali. Il Pd, ha tutto l’interesse a formare un governo con a capo Bersani, ossia il leader  scelto democraticamente dai militanti. Ciò  per  evitare di sputtanare l’alto esercizio democratico e partecipativo delle primarie   e per invertire la tendenza per cui il Partito Democratico non ha mai espresso un presidente del consiglio,  eletto dai cittadini,  interno al Partito. D’Alema non è stato eletto, Prodi non era esponente del Pd. Il Pdl ha interesse a partecipare ad un governo,  qualsiasi esso sia,  l’importante è assicurare al suo capo afflitto da problemi giudiziario-oculistici, una carica che gli consenta di arginare la devastante onda giudiziaria che lo sta per investire. Il Movimento 5 stelle ha interesse a rimanere all’opposizione da cui potrebbe continuare a strillare “tutti a casa” senza così deludere l’amalgama informe del suo elettorato, senza mettere la faccia su un esecutivo che dovrà continuare l’opera di devastazione sociale che ci chiede l’Europa dei banchieri  e  senza impegnare i propri inadeguati eletti nell’estenuante compito di inventarsi leggi, o diventare ministri.  Quale potrà essere la soluzione atta a realizzare questo scenario?  Semplice il via libera ad un governo Bersani, basato sui  ben noti otto punti che dovevano piacere ai grillini, da realizzarsi  grazie all’astensione del Pdl e con il voto contrario del Movimento 5 Stelle. In questo modo il Pd guiderebbe il  Paese   scongiurando   le accuse di aver cercato l’inciucio con Berlusconi. L’astensione piddiellina  dovrebbe essere sufficiente a scongiurare l’ignominia. Il Pdl, pur  in disaccordo con il programma dei democratici, potrebbe giustificare l’astensione come necessaria. E’ infatti grazie a questo enorme sacrificio di responsabilità che il Popolo delle libertà risulterebbe  il salvatore della Patria e salvatore del culo del suo capo al quale almeno uno misero scranno di presidente del Senato andrebbe  assicurato. A ben vedere  non è che la legge sul conflitto di interesse proposta dal Pd nei suoi otto punti sia così punitiva, è una riedizione della legge Frattini in cui non è prevista alcuna ineleggibilità del titolare delle imprese oggetto del conflitto,  sarà un caso?   Il Movimento 5 Stelle,  dai banche dell’opposizione,  potrà aprire il Parlamento come una scatola di tonno, facendo attenzione però che i propri eletti non ci finiscano dentro tentati da qualche prebenda extra elargita all’insaputa dei capi. Saranno duri e puri ma anche loro tengono famiglia.  Questa mia previsione si avvererà, o è farneticazione pura?  Chi vivrà vedrà. Di una cosa sono certo e mi sento di rassicurare tutti coloro che temono la rivolta di piazza provocata dall’attuale disperazione sociale e dal vuoto governativo.   Un popolo che si tiene per venti anni Mussolini, mal sopporta il dono di libertà che la lotta partigiana  gli ha regalato e continua a incensare  Berlusconi è talmente pigro e inetto  che al solo pensiero di scendere in piazza accende la TV e scarica la sua rabbia prendendo le parti di uno dei tronisti  di “Amici” e inveendo contro il suo avversario .  E’ così che lo stallo è destinato a risolversi nel merdaio di una stalla.

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