Dichiarazione di Unità
Socialista dei Lavorator ( Ust)
sezione venezuelana
della Lit- Quarta Internazionale
Lo scorso martedì 5 marzo 2013, è scomparso
il presidente del Venezuela Hugo Chávez. Conosciamo il dolore e la tristezza di
molti compagni di fronte a quest’evento. Attraverso messaggi di testo, appelli o
altri mezzi, i compagni si stanno facendo forza e stanno chiamando a “continuare
la lotta”.
È noto che Unità Socialista dei Lavoratori (Ust) è stata ed è su posizioni opposte al governo chavista. Non abbiamo mai pensato che nel Venezuela di Chavez fossimo, né pensiamo di essere, sulla via del socialismo. Il governo di Chávez nacque come conseguenza del “Caracazo”, era cresciuto in questo processo, non per andare verso il socialismo, ma per ripristinare le istituzioni borghesi. Abbiamo sempre detto che si trattava di un governo nazionalista borghese, che aveva fatto alcune concessioni alle masse e per questo molti lavoratori e settori popolari lo consideravano come proprio.
Tantomeno crediamo ai discorsi dei militari sull’indipendenza nazionale e sulla “patria socialista”. Pronunciati proprio da coloro che non sono stati nemmeno indagati per il genocidio del 27 febbraio 1989.
Va riconosciuto che, lungi dall’essere un governo col fine di ottenere l’indipendenza nazionale dall’imperialismo, e al di là dei discorsi, il nostro Paese rimane sotto i dettami delle multinazionali, delle banche straniere e private e con una economia dipendente dalle rendite petrolifere e con un 40% di “imprese miste” (statunitensi, russe, francesi, spagnole, italiane, cinesi, ecc.) che non hanno nulla a che vedere con la nostra sovranità nazionale.
Le ultime misure economiche adottate dal governo sono direttamente in contrasto con il tenore di vita dei lavoratori e dei settori popolari. Vanno a beneficio degli importatori, degli speculatori e del grande capitale. Molte di queste misure sono state accolte con entusiasmo da Fedecamaras e Confindustria, rappresentanti dei padroni “oppositori”.
Dobbiamo anche denunciare la criminalizzazione della protesta operaia e popolare, le persecuzioni e le uccisioni di combattenti e attivisti sindacali, operai e del movimento popolare. Un esempio molto recente è quello di Sabino, capotribù Yupka, ucciso da sicari pochi giorni fa.
Per questo invitiamo alla riflessione tutti coloro che si battono, perché non facciano affidamento sugli inviti all’unità che ora il governo e anche l’Ufficio di unità democratica (Mud) fanno al popolo lavoratore.
È ora che i lavoratori intraprendano un percorso autonomo dai padroni e dai militari. Dai burocrati e dai corrotti. È ora che costruiamo il nostro strumento politico.
Quando sarà passato questo momento difficile, inizieranno a discutere di come governare questo Paese. I diversi settori del padronato combatteranno di nuovo per dividersi le rendite petrolifere, fonte della ricchezza nazionale, i militari compiranno quello che è il loro lavoro da sempre, proteggere il regime della proprietà privata.
I lavoratori dovranno intervenire con le proprie proposte, mobilitandosi in difesa dei loro diritti, come salari, occupazione, diritto a organizzazioni sindacali indipendenti, tra gli altri, e anche nell’interesse dei nostri diritti politici, cioè mobilitandosi per un governo dei lavoratori e veramente socialista.
Unità socialista dei lavoratori, sezione venezuelana della Lit-Quarta Internazionale, è sempre stata e sempre sarà per il sostegno e la partecipazione diretta nelle lotte che i lavoratori e le masse popolari portano avanti a difesa dei loro interessi. Rivendichiamo oggi più che mai la necessità di promuovere la mobilitazione dei lavoratori e la necessità di costruire una direzione rivoluzionaria internazionalista che sia in grado di guidare la classe operaia a prendere il potere.
È noto che Unità Socialista dei Lavoratori (Ust) è stata ed è su posizioni opposte al governo chavista. Non abbiamo mai pensato che nel Venezuela di Chavez fossimo, né pensiamo di essere, sulla via del socialismo. Il governo di Chávez nacque come conseguenza del “Caracazo”, era cresciuto in questo processo, non per andare verso il socialismo, ma per ripristinare le istituzioni borghesi. Abbiamo sempre detto che si trattava di un governo nazionalista borghese, che aveva fatto alcune concessioni alle masse e per questo molti lavoratori e settori popolari lo consideravano come proprio.
Tantomeno crediamo ai discorsi dei militari sull’indipendenza nazionale e sulla “patria socialista”. Pronunciati proprio da coloro che non sono stati nemmeno indagati per il genocidio del 27 febbraio 1989.
Va riconosciuto che, lungi dall’essere un governo col fine di ottenere l’indipendenza nazionale dall’imperialismo, e al di là dei discorsi, il nostro Paese rimane sotto i dettami delle multinazionali, delle banche straniere e private e con una economia dipendente dalle rendite petrolifere e con un 40% di “imprese miste” (statunitensi, russe, francesi, spagnole, italiane, cinesi, ecc.) che non hanno nulla a che vedere con la nostra sovranità nazionale.
Le ultime misure economiche adottate dal governo sono direttamente in contrasto con il tenore di vita dei lavoratori e dei settori popolari. Vanno a beneficio degli importatori, degli speculatori e del grande capitale. Molte di queste misure sono state accolte con entusiasmo da Fedecamaras e Confindustria, rappresentanti dei padroni “oppositori”.
Dobbiamo anche denunciare la criminalizzazione della protesta operaia e popolare, le persecuzioni e le uccisioni di combattenti e attivisti sindacali, operai e del movimento popolare. Un esempio molto recente è quello di Sabino, capotribù Yupka, ucciso da sicari pochi giorni fa.
Per questo invitiamo alla riflessione tutti coloro che si battono, perché non facciano affidamento sugli inviti all’unità che ora il governo e anche l’Ufficio di unità democratica (Mud) fanno al popolo lavoratore.
È ora che i lavoratori intraprendano un percorso autonomo dai padroni e dai militari. Dai burocrati e dai corrotti. È ora che costruiamo il nostro strumento politico.
Quando sarà passato questo momento difficile, inizieranno a discutere di come governare questo Paese. I diversi settori del padronato combatteranno di nuovo per dividersi le rendite petrolifere, fonte della ricchezza nazionale, i militari compiranno quello che è il loro lavoro da sempre, proteggere il regime della proprietà privata.
I lavoratori dovranno intervenire con le proprie proposte, mobilitandosi in difesa dei loro diritti, come salari, occupazione, diritto a organizzazioni sindacali indipendenti, tra gli altri, e anche nell’interesse dei nostri diritti politici, cioè mobilitandosi per un governo dei lavoratori e veramente socialista.
Unità socialista dei lavoratori, sezione venezuelana della Lit-Quarta Internazionale, è sempre stata e sempre sarà per il sostegno e la partecipazione diretta nelle lotte che i lavoratori e le masse popolari portano avanti a difesa dei loro interessi. Rivendichiamo oggi più che mai la necessità di promuovere la mobilitazione dei lavoratori e la necessità di costruire una direzione rivoluzionaria internazionalista che sia in grado di guidare la classe operaia a prendere il potere.
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