Le rovine
"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"
Buenaventura Durruti
sabato 20 aprile 2013
Scampato pericolo
Luciano Granieri
Tutto è bene quel che finisce bene. L’hanno
proprio scampata bella, ma ormai il pericolo sembra scongiurato . Diciamocelo
francamente, le elezioni politiche del febbraio scorso e la successiva scadenza
del settennato del presidente di garanzia Giorgio Napolitano erano una vera
iattura. Il rischio che il popolo bue imbufalisse di rabbia per gli stenti della
crisi economica e sociale imposta dall’establishment del capitalismo finanziario,
erano più che concreti. E si sa quando
il popolo bue imbufalisce per fame gli
esiti, soprattutto in concomitanza di una tornata elettorale, possono essere
imprevedibili. Anche se il popolo bue italiano è particolarmente bue,
rincoglionito dalle rintronanti sirene De filippiane e gossippare diffuse dalle
macchine da guerra annichilisci cervello berlusconiane ,
anche se il Pd, un partito che quando c’è
da dare in saccoccia al già citato popolo non si tira mai indietro, sembrava
tenere il controllo delle masse bovine, i signori degli Hedge Fund non
dormivano sonni tranquilli. Infatti se nelle urne, pur abilmente anestetizzate
da una legge elettorale “DI GARANZIA”, si fosse materializzata un’entità nuova
ostile al solito tran tran di spolpamento delle masse popolari a favore del
profitto finanziario, anche la presidenza della Repubblica “DI GARANZIA” così abilmente esercitata da Giorgio
Napolitano sarebbe diventata a rischio. Questi timori non erano del tutto
infondati, infatti un moderato imbufalimento del popolo bue ha affiancato alle
forze demo fasciste e pseudo riformiste,
serve del capitalismo
finanziario, un movimento di cittadini un po’ naif, senza grandi orizzonti
ideologici programmatici, ma molto incazzati. Un entità nuova numericamente
importante che era necessario o governare o silenziare il più possibile. Come
al solito di svolgere il lavoro sporco si è incaricato il Pd, un partito che
quando c’è da dare in culo al popolo non si risparmia mai. Facendo ampio uso
anche delle proprie faide interne, prima ha cercato di approcciare il nuovo
movimento grillino per cercare di avvilupparlo in un abbraccio narcotizzante,
poi, sfruttando il diniego del Movimento 5 Stelle per far passare i
parlamentari grillini come distruttori della dialettica democratica, è ritornato alla vecchia strategia della disgraziata associazione con il popolo degli
inquisiti guidato dal nemico –amico di sempre Silvio Berlusconi. Una strategia
che la base del partito ha rigettato in senso metodologico ma anche gastrico. L’azione
del Pd, un partito che quando c’è da fregare il popolo e i propri militanti non
si tira ma indietro, apparentemente inconcludente a livello della formazione di
governo, si è rivelata invece vincente
nell’elezione del Presidente della Repubblica. Infatti dovendo il Presidente
della Repubblica incaricare qualcuno per formare un governo “DI GARANZIA” per il
capitalismo finanziario, doveva essere anch’esso un capo dello Stato DI
GARANZIA, così come lo era stato Giorgio Napolitano. Giorgio Napolitano è stato
veramente un presidente “DI GARANZIA” serio. Ha garantito Silvio Berlusconi non decretando la fine del suo governo quando
questo, a causa dello strappo di Fini, non aveva più la maggioranza. Concedendo
al nano di Arcore il tempo necessario
per fare campagna acquisti presso deputati e senatori in vendita come troie e recuperare
a suon di milioni di euro la sua perduta
maggioranza. Ha ancora garantito il cavaliere redarguendo la magistratura dal
non disturbare l’esimio statista
puttaniere, evasore, concussore ed evasore fiscale chiamandolo in giudizio in pretestuosi e inutili processi, mentre
questi era impegnato nella formazione di un governo il cui primo obbiettivo era
quello di parere il proprio sedere. La
salvaguardia Silvio Berlusconi era un atto necessario a garantire gli interessi
del capitalismo finanziario. Il quale si
è sbarazzato del Berlusconi grazie alle
tutele concesse a Re Silvio dall’inquilino del Colle e ha posto a capo del Paese direttamente un
proprio emissario proveniente da Goldman Sachs, Mario Monti. Il presidente di
GARANZIA Giorgio Napolitano ha consegnato il governo del paese al banchiere
guardandosi bene da rispettare la procedura costituzionale per cui quando un esecutivo
va in crisi si sciolgono le camere e si
indicono nuove elezioni. Inoltre Napolitano si è rivelato Presidente di
Garanzia anche per gli americani concedendo la grazia ad un dirigente della CIA
riconosciuto colpevole di aver agevolato il rapimento in territorio italiano
del presunto terrorista Abu Omar, condotto poi in Egitto e sottoposto a tortura. Il vero problema quindi, al di là dell’esito
elettorale del 24 e 25 febbraio era quello di trovare un altro presidente che
fosse di GARANZIA per il capitalismo finanziario,
per evasori, concussori e puttanieri vari, per mentitori alla Sallusti e per i giochi sporchi dell’imperialismo americano.
Un impresa assai difficile, ma grazie
all’abnegazione del Pd, un partito che quando c’è da metterlo in culo al popolo
non si tira mai indietro, l’operazione è riuscita. Se trovare un altro come
Napolitano era impossibile allora ricandidiamo l’originale così il popolo dei
garantiti si è ricompattato e il Pd, dopo aver bruciato candidati per portare a
termine l’operazione, oltre che a metterla in quel posto al popolo l’ha messo
nel di dietro anche ai suoi militanti. Risolto il problema del presidente di “GARANZIA”
sciogliere il nodo di un esecutivo altrettanto “DI GARANZIA” sarà un gioco da ragazzi. Avanti
dunque con il governo del Presidente il quale avrà al comando un garante del
capitalismo finanziario, degno prosecutore delle mortali strategie iniziate con il fiscal compact, il pareggio di bilancio, che potrà disporre dell’appoggio della allegra
congrega di delinquenti berlusconiani e dei peones del Pd, un partito che quando c’è da metterlo
nel sedere al popolo non si tira mai indietro, con buona pace del popolo bue al
quale è stato fatto credere di poter cambiare le cose con il proprio voto. In
realtà il popolo bue un tantinello imbufalito è riuscito a determinare con il
voto uno straccio di opposizione facente capo al M5S. Ma quanto questo contrasto sarà efficace lo
scopriremo solo dalla formazione delle
commissioni parlamentari. Una cosa è certa, come già più volte sostenuto, la sarabanda elettorale
non è altro che una sonora presa per il culo. Prima delle elezioni comandavano
i banchieri sostenuti da Pdl e Pd grazie ai buoni uffici di Napolitano, oggi
dopo le elezioni del Parlamento e del nuovo presidente della Repubblica,
comanderanno i banchieri sostenuti da Pdl e Pd e al Quirinale siede ancora la
cariatide Giorgio Napolitano, Se questa non è presa per il culo!!!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento