Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 1 gennaio 2014

Super gasoline blues. In ricordo di Roberto Ciotti

Luciano Granieri

                                                                                                                                                                                                                                 
 

Il treno arranca sferragliando nella valle. In mezzo al dondolio, ora dolce ora brusco, da un lato la storia del finestrino mostra una distesa trapuntata di covoni di fieno. Sullo sfondo le ciminiere di una fabbrica sputano polveri sottili e anidride carbonica. Super Gasoline Blues. Dall’altro lato il finestrino opposto proietta un altro film, mentre il treno continua a sferragliare fra scossoni e rollii. Le scene tenui, come in una pellicola in bianco e nero mostrano la valle. Alcune mucche sono al pascolo. Si nutrono di un’erba fracida di smog. Negli angoli, dietro i frattoni, spuntano carcasse di frigoriferi ed elettrodomestici non meglio identificati. Il nastro dell’autostrada, brulicante di camion, unisce il pendio con la pianura. Sullo sfondo lo scheletro di una fabbrica dismessa vomita ancora amianto. Super Gasoline Blues. Immagini scossoni, suggestioni di un cult movie che combina scenari apocalittici, di una letale devastazione ambientale, con la caparbietà di roccaforti agresti che tentano di resistere più forti delle polveri sottili. Super Gasoline blues. Il film potrebbe evocare desolazione, ma il diffondersi di un giro di blues, rende tutto stranamente poetico, anche lo smog, l’autostrada, la fabbrica che sputa amianto. E’ una giostra armonica combinata da accordi e arpeggi lenti e raffinati a cui si aggiunge un canto shout ma asciutto. Non c’è altro tranne un piede che batte il tempo sul pavimento della carrozza sferragliante. Si riconosce Castle of sand, un blues si Jimi Hendrix. Ma quella chitarra originale , quella voce inconfondibile , che rendono tutto così surreale, magico appartengono ad uno dei più grandi bluesman italiani Roberto Ciotti. Il brano è tratto da uno dei suoi capolavori Super Gasoline blues . Il 2013 si è chiuso con la triste notizia della morte del compagno di tanti viaggi che gli appassionati di blues, e non solo, hanno condiviso sulle note della sua incredibile chitarra. Insieme al 2013, proprio il 31 dicembre, se ne è andato a 60 anni Roberto Ciotti, ma quei viaggi a bordo di treni sferraglianti continueranno ancora grazie al patrimonio di grandi blues e di sontuosa musica che Roberto ci ha lasciato.


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