Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 4 gennaio 2015

Sei gennaio 2015. Ventun’anni di resistenza di Oltre l’Occidente

Oltre l'Occidente

Incontri, scambi, riflessioni e alle ore 21 in l.go Paleario 7



interventi di Guglielmo Bartoli, Luca Mauceri, Davide Fischanger, Milena Frantellizzi
L’anno 2015 vede l’Associazione tentare di riorganizzare la propria sede e renderla innanzitutto più vivibile e accogliente.
Dal punto di vista tecnico si sta operando per rimodulare gli spazi: si sta allestendo  una sala per incontri e attività pubbliche; si tenta di caratterizzare maggiormente l’archivio/biblioteca per renderlo più fruibile al fine di essere riconosciuti, a giugno prossimo, come biblioteca di base;  si cerca di ridefinire lo spazio convivialità.
L’azione individuale, maggiormente gradita dalla società dei consumi, si riduce a causa della mancanza di autonomia di reddito e anche, in molti casi, di un tetto sopra la testa e di servizi fruibili. Quello che manca di più però è una costante relazione e un terreno di riflessione politico, culturale e sociale riconoscibile fondato sullo scambio tendenzialmente alla pari. La debolezza politica riscontrata nell’opporsi alle deliranti azioni del capitale che territorialmente si stanno snodando  con la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici, con la monetizzazione della salute, con la riduzione degli spazi di democrazia e partecipazione, con la mancanza di lavoro e reddito per la massa dei cittadini, con la spoliazione e inquinamento del territorio a vantaggio di una economia della terra decontestualizzata,  con un orizzonte economico/sociale sempre più nebbioso, ha bisogno di una azione più incisiva e chiara.
A questo proposito si tenta di aprire gli spazi ad altre realtà che condividono il percorso associativo e quello umano. I percorsi collettivi, in uno spazio e con un linguaggio comune, senza sottacere le difficoltà di confronto che comportano, rappresentano gradi della costruzione di una pratica e un messaggio per fare politica a tutto tondo nell’orizzonte di un altro mondo possibile.

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