Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 5 gennaio 2015

Si ferma il vento che spirava dal Mediterraneo al Mississipi. Pino Daniele c'ha lasciati

Luciano Granieri

  Ieri notte è morto Pino Daniele.  La corsa dalla sua residenza estiva in Maremma fino all’ospedale di Sant’Eugenio di Roma non è servita a salvargli la vita dopo il devastante attacco cardiaco che lo aveva colto in tarda serata. Il web, i media,  oggi sono pieni, e lo saranno ancora di più domani, di testimonianze, ricordi legati ad una cantautore che ha segnato profondamente la storia della musica POP italiana e non solo. L’amore viscerale per la sua città , la sua sensibilità e capacità di coinvolgere intere generazioni nella fruizione della sua musica, sono gli elementi che più risaltano nei ricordi di tutti. Personalmente vorrei celebrare  il musicista, lo splendido chitarrista. Una crescita di sapienza tecnica e sensibilità creativa   iniziata parallelamente  con l’imporsi del suo successo. La popolarità, l’affermazione commerciale non hanno intaccato la voglia di Pino Daniele di continuare a studiare il suo strumento e  sperimentare i molteplici risvolti timbrici e armonici che da esso potevano scaturire. George Benson, Pat Metheney  da capi scuola sono poi diventati partner artistici straordinari, Metheney, in particolare. Anche la collaborazione con i migliori strumentisti italiani, napoletani (Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, ma anche Rita Marcotlli, Danilo Rea)  ed internazionali  Eric Clapton, Chic Corea e Wayne Shorter  fra tutti, hanno contribuito a fornire linfa creativa alle performance di Pino Daniele. Linfa  di cui gli stessi suoi ispiratori si sono giovati suonando insieme a lui. Infatti Pino Daniele, oltre che a prendere e ad apprendere era uno che donava e molto anche. Il cantautore napoletano è stato il protagonista di una svolta musicale e culturale di ampia portata.  E’ riuscito a tramandare una parte del patrimonio musicale mediterraneo, quello legato alla solarità italiana, partenopea soprattutto, sintetizzandolo con il blues nero ei il rock in gener.  Un percorso di contaminazioni straordinario che ha dato origine ad un linguaggio nuovo capace di generare uno stile elegante, ma nel contempo POP,  (POPular), dal grande successo  commerciale.  Una  processo di contaminazione proprio del linguaggio jazzistico ed infatti molti jazzisti di fama, oltre a quelli citati, hanno condiviso piacevolmente con lui il palco  .  Con la scomparsa di Pino Daniele, perdiamo  non solo un fecondo cantautore, uno dei personaggi più popolari e richiesti del panorama musicale internazionale, ma anche uno splendido chitarrista e uno straordinario esempio di ambasciatore musicale e culturale.


Il video che segue è esempio chiaro dell’abile fusione delle atmosfere mediterranee e il blues  oltre che di eccellente performance solistica.  Il brano è il notissimo O’scarrafone . E’ eseguito in duo da Pino Daniele e Pat Metheny  in un concerto tenutosi nel 1995 al forum di Assago. Della partita oltre a Daniele e Metheny alle chitarre  erano Rita Marcotulli al piano, Jimmy Earl al basso Oliviero Baldassari alle tastiere e Lele Melotti alla batteria.



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