Con gli ultimi tre video, che proponiamo di seguito, si
chiude il documentario “Sanità ciociara, cronaca di una morte annunciata”. Una
documentazione filmata, lo ricordiamo, proiettata in occasione dell’evento “Difendiamo la sanità
pubblica” tenutosi sabato 28 febbraio e domenica primo marzo presso l’auditorium
Colapietro Frosinone.
In questa ultima
parte si affrontano le tematiche legate all’atto aziendale e al comportamento che
i sindaci hanno tenuto rispetto alla sua approvazione. Come è noto il documento programmatico è
stato approvato dalla minoranza più numerosa di primi cittadini, perché la
stragrande maggioranza dei loro colleghi, o lo ha rigettato, o, quel che è paggio, non lo ha neanche considerato.
Ciò dovrebbe far riflettere sul reale interesse di certi sindaci alla salute
dei propri cittadini. Un atteggiamento
che gli stessi cittadini dovranno ricordare quando arriverà il momento
di eleggere i propri amministratori.
Al
momento in cui scriviamo queste note, l’atto è al vaglio della commissione
regionale per essere poi votato definitivamente . L’audizione della manager Mastrobuono deve essere ancora programmata,
presumibilmente avverrà dopo il 15 marzo.
Nel frattempo il Coordinamento provinciale per la Sanità sta già
pianificando ulteriori attività, non più legate ad un fase propositiva in relazione ad un atto ormai immodificabile, ma inerenti alla denuncia presso
i cittadini di amministratori e politici locali che tale scempio hanno permesso
e avvallato.
Per concludere vorrei
aggiungere qualche riflessione generale. La redazione di un documentario che ripercorresse
la storia della devastazione cui è stata sottoposta la sanità pubblica
ciociara, è stata complessa, ma anche istruttiva. La storia che si dipana nel
corso dell’ora e 14 minuti di filmato in alcuni frangenti mostra delle
inesattezze, dovute ad una verifica poco certosina delle
fonti soprattutto in relazione agli accadimenti meno recenti, (aspetto sicuramente da migliorare), spesso rivela un
atteggiamento politicamente ed ideologicamente di parte (aspetto non migliorabile), ma mette insieme uno
in fila all’altro i fatti. E i fatti ci riportano una evidenza inconfutabile .
Cioè lo scempio della sanità pubblica è stato uno dei principali obbiettivi da
perseguire sia per gli amministratori di
centro destra che di centro sinistra. Anche le modalità, le motivazioni
pretestuose con cui si sta portando avanti questo progetto sono le stesse.
Alcuni esempi. La necessità di implementare la medicina territoriale,
il maggiore coinvolgimento dei medici di
base, allo scopo di sgravare i
pronto soccorso e gli ospedali da ricoveri impropri, sono stati, e sono, obbiettivi comuni sia del
commissario Polverini che del commissario Zingaretti. Ma se da un lato i
presidi ospedalieri venivano chiusi o svuotati dei servizi, dall’altro
programmi di potenziamento delle strutture territoriali non sono mai partiti, o
sono insufficienti e lungi dall’essere completati (vedi case della salute). Stesso ragionamento per il Dea di II livello. La promessa di questa qualifica
per l’ospedale Spaziani di Frosinone ha accompagnato la struttura dalla posa della prima pietra ad
oggi. Ma oggi come allora essa è
destinata a rimanere una promessa se non
una chimera.
La cronaca di una morte
annunciata, così come è squadernata nel documentario, potrebbe far desistere
fortemente dal battersi per una sanità pubblica decente così come prescrive l’art.32
della Costituzione, ma vista l’inconcludenza e il palese contrasto delle classi
dirigenti con questo progetto, dovrebbe instillare nell’opinione pubblica la
consapevolezza che è necessario lottare tutti insieme se si vuole evitare il
disastro di una sanità all'esclusivo servizio dei più ricchi in mano alle voraci mire di profitto delle lobby
private. La salute è un diritto, non un privilegio.
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