Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 5 maggio 2015

Ceccano: scoperto un altro insediamento archeologico di epoca romana

Antonio Nalli. Fonte https://antonionalli.wordpress.com

Anni fa, erano stati gli scavi per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità, Roma – Napoli, a portare alla luce una straordinaria villa di epoca romana, sulla quale oggi pascolano tranquillamente i bufali, a testimonianza di come il patrimonio dei beni culturali a Ceccano sia oggetto di una scarsa, anzi, scarsissima attenzione e valorizzazione, frutto della cultura del disinteresse di chi da anni, ormai, amministra ininterrottamente l’ente comunale.
Oggi, sono gli scavi per la realizzazione del gasodotto a portare alla luce un altro insediamento archeologico di epoca romana.
Il fatto conferma come la cittadina di Ceccano sia un territorio ricco di insediamenti archeologici di questo tipo, eppure, nonostante gli studi e le pubblicazioni rese note, su tutte quella di Antonini Sabina, il piano regolatore di Ceccano non ha mai previsto alcuna zona archeologica, portando ad un’edificazione selvaggia su tutto il territorio, in spregio non soltanto alla sua storia, ma anche alla bellezza delle risorse naturali, come ad esempio le rocce di via Aldo Moro.
Il Ministero dei Beni Culturali ha inviato sul posto degli archeologi con il compito di effettuare uno studio, un sondaggio nell’area oggetto dei lavori da parte della SGI (Società Gasdotti Italia) ed un monitoraggio dei lavori stessi, per il prosieguo dei quali, è stato addirittura autorizzato, dal Ministero stesso, il taglio di una porzione di mura del fabbricato rinvenuto. Mura che sono state “schiumate” e che a detta degli stessi archeologi, saranno ricollocate dopo la messa in posa dei tubi.
Gli archeologi inviati dal Ministero hanno fornito anche qualche dettaglio importante, raccontando come la metanizzazione realizzata negli scorsi anni, ha già compromesso il sito archeologico oggi rinvenuto.
In pratica, quell’insediamento era già stato scoperto in passato, ma i lavori proseguirono in totale spregio al suo valore storico ed archeologico, comportandone, in parte, la sua distruzione, nel silenzio assordante di tutti!
Anche in questo caso, come per quello della villa romana, i reperti rinvenuti, saranno ricoperti dal terreno, una volta ultimata la collocazione dei tubi della linea del gasdotto e di raccordo a quella già esistente. L’ispezione, infatti, è limitata, per ora, soltanto all’area oggetto del cantiere.
Per scoprire la reale entità del sito rinvenuto, il Ministero, la Regione ed il Comune stesso, dovrebbero farsi promotori di un interesse volto alla valorizzazione di questa area, con un investimento, anche in termini economici, probabilmente troppo elevato o comunque ritenuto troppo importante vista l’ignoranza diffusa.
Nel frattempo, un gruppo di residenti della zona, riunitosi in Comitato di quartiere, ha indirizzato al Commissario prefettizio una specifica missiva, con la quale hanno posto precise domande circa gli intenti della pubblica amministrazione.
Queste alcune immagini che mettono in mostra una parte di quanto rinvenuto:









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