I cittadini interdetti a partecipare all'assemblea dei sindaci |
Frosinone 7 maggio 2015 palazzo della Provincia. E’ prevista
l’assemblea dei sindaci dell’autorità d’ambito per approvare il piano di investimenti pianificato da Acea, finalizzato al
miglioramento del servizio idrico nel nostro territorio.
Quanto è avvenuto nelle stanze di Palazzo
Iacobucci non lo abbiamo potuto documentare perché l’assemblea si è tenuta in un’ambientazione da setta segreta degna
delle migliori tradizioni massoniche.
Leggendo i vari resoconti dei fortunati giornalisti ammessi grazie al
tesserino d’ordinanza e incrociando queste informazioni con riscontri dell’assemblea
degli azionisti di Acea, siamo giunti alle seguenti conclusioni.
Le continue
vessazioni che Acea ha perpetrato verso
i cittadini, con la connivenza della maggioranza dei sindaci dell’assemblea capitanati dal Presidente
della Provincia, hanno contribuito ad elevare le tariffe dell’acqua nel nostri
territorio fino a raggiungere un costo superiore al miglior champagne francese.
Grazie a questi incrementi, e per
effetto delle fatturazioni dei conguagli pregressi nell’area idrica , Acea ha messo da parte un cospicuo tesoretto. Da questa cuccagna
cento milioni di euro sono già finiti nelle tasche dei fortunati azionisti e 62 milioni, guarda caso
lo stesso importo ottenuto con gli aumenti tariffari, saranno destinati all’ammodernamento
del servizio idrico per il triennio 2014-2017.
Cioè cento milioni agli
azionisti subito, 62 milioni al territorio in tre anni... forse. Il forse è d’obbligo
perché originariamente il piano Acea prevedeva investimenti per 179 milioni di
euro. La domanda sorge spontanea, perché
,dei 56 sindaci presenti, la maggioranza,
38 primi cittadini fra cui i rappresentati dei comuni più numerosi, ha votato un piano d’investimenti inferiore di
117 milioni di euro rispetto a quanto previsto, considerato che gli utili hanno
consentito agli azionisti di spartirsi una torta di 100 milioni di euro? Questo quesito, e tante altri, relativi alle procedure di rescissione di contratto per
colpa con il gestore, cittadini e associazioni avrebbero voluto porre ai
sindaci e al loro presidente. Ma non è
stato possibile per la blindatura dell’assemblea interdetta al pubblico e agli
amministratori non allineati che non fossero sindaci.
E qui veniamo a quanto
avvenuto fuori le segrete stanze. Su questo tema siamo un po’ più ferrati perché
eravamo presenti. Giunti alle 16,00
presso la scalinata del Palazzo della Provincia, un abnorme schieramento di
forze dell’ordine occludeva l’accesso alla sala dell’assemblea. Digos, guardia
di finanza, polizia con tanto di dirigente, forse i servizi segreti,
presidiavano il sito neanche fosse la zona rossa del G8 di Genova. Ci aspettavamo da un momento all’altro l’arrivo dei reparti mobili, ma forse la recente
approvazione del reato di tortura ha scongiurato la presenza dei celerini .
Tutto sto’ casino per impedire ai cittadini
e alle associazioni di
partecipare ad un’assemblea che fino al giorno prima era qualificata come “Pubblica”
(vedi comunicazione agli organi di stampa). Ma il manovratore non poteva essere disturbato ,
dunque era necessaria una trovata che rendesse legittimo, a livello formale la
blindatura delle porte di un edificio pubblico, come il Palazzo della Provincia,
senza suscitare un eccessivo malcontento.
Da questo punto di vista non possiamo
che rilevare come il presidente provinciale, Antonio Pompeo, possa a buon diritto ambire ad
una borsa di studio per come è in grado di interpretare le norme renziane tese
all’esclusione di ogni afflato democratico disturbatore delle dinamiche di
potere. Il buon Pompeo decide di
espletare le noiose pratiche partecipative inviando fra la serata del 6 maggio
e la mattinata del 7 inviti vie E.Mail ad associazioni di consumatori, non troppo urticanti, per un audizione illustrativa del piano di
investimenti di Acea da tenersi alle 12,00.
Contestualmente lo stesso Presidente
invia, sempre nella mattinata del 7, alle stampa l’informazione per cui, visto il coinvolgimento delle associazioni
alle 12,00 la successiva assemblea delle 16,00 previo un suo provvedimento scritto, per ragioni di ordine
pubblico avverrà a porte chiuse, di qui il presidio delle forze dell’ordine. Per la precisione
questo documento scritto, nonostante le richieste ad essere visionato da parte dei cittadini, non è stato mai esibito.
Il cambio di strategia non può essere divulgato in tempo utile alla cittadinanza ,
considerato che la comunicazione viene inviata alla stampa quando ormai i menabò sono pronti per le rotative . Per cui molti di noi si sono trovati davanti al palazzo della Provincia, credendo di
partecipare ad un’assemblea pubblica, ed essere invece
respinti da Digos e polizia.
Complimenti a Pompeo, un’azione formalmente ineccepibile. Ma sul fronte dell'ottemperanza delle prerogative costituzionali, della sensibilità democratica
e del rispetto di quei cittadini che, pagando di tasca propria le bollette di Acea, avrebbero avuto il diritto di partecipare e contribuire a
quanto veniva deciso, la figura del neo
Presidente è stata infima e alla sua pochezza istituzionale associamo anche l’atteggiamento
di quei sindaci, a cominciare da quello del Capoluogo, da sempre succubi di
Acea .
C’è poco da stupirsi comunque
perché il nuovo corso del Pd prevede in prima istanza l’obiettivo di escludere il coinvolgimento dei
cittadini e dei loro rappresentanti
dalle dinamiche decisionali. La
sostituzione dei membri "democrat" all’interno della commissione affari costituzionali alla camera ostili all’Italicum, l’imposizione
del voto di fiducia allo stesso Italicum per evitare un ulteriore passaggio
letale al Senato, fanno il paio con la strategia locale di Pompeo ordita per
evitare la partecipazione dei cittadini ad un’assemblea in cui non erano
graditi, semplicemente perché avrebbero esercitato il loro diritto di
difendersi dagli abusi di Acea, prerogativa non assicurata dai loro
rappresentati sindaci. L’atteggiamento
ironico e di sberleffo verso i manifestanti, che le indirizzavano cori
di protesta, della Presidente del Pd
Provinciale Sara Battisti, uscita dal Palazzo Iacobucci, sono un’ulteriore dimostrazione di come il
partito della Nazione consideri i cittadini sudditi da prendere in giro.
Per dovere di cronaca indichiamo gli esiti della
votazione con i sindaci favorevoli e quelli contrari.
Favorevoli al Piano di investimenti – Acuto, Alatri, Anagni, Arce,
Arpino, Ausonia, Campoli Appennino, Castelnuovo Parano, Castro dei Volsci,
Castrocielo, Colfelice, Coreno Ausonio, Esperia, Ferentino, Fontana Liri,
Fontechiari, Frosinone, Fumone, Gallinaro, Isola Liri, Monte San Giovanni
Campano, Posta Fibreno, Ripi, Rocca D’Arce, Roccasecca, San Donato, Sant’Elia,
Serrone, Settefrati, Sgurgola, Sora, Trivigliano, Vallemaio, Veroli, Vico,
Villa Latina, Villa Santa Lucia, Viticuso.
Contrari: Aquino, Broccostella,
Cassino, Castelliri, Ceprano, Cervaro, Falvaterra, Fiuggi, Guarcino,
Pescosolido, Piglio, Pignataro, Pofi, San Giovanni Incarico, Strangolagalli,
Torre Cajetani, Torrice . Astenuto: Boville Ernica. Tutti gli altri
assenti.
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