Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 8 maggio 2015

Il gestore idrico "della Nazione"

Luciano Granieri


I cittadini interdetti a partecipare all'assemblea dei sindaci
Frosinone 7 maggio 2015 palazzo della Provincia. E’ prevista l’assemblea dei sindaci dell’autorità d’ambito per  approvare il piano di investimenti  pianificato da Acea, finalizzato al miglioramento del   servizio idrico nel nostro territorio.  

Quanto è avvenuto nelle stanze di Palazzo Iacobucci non lo abbiamo potuto documentare perché l’assemblea si è tenuta  in un’ambientazione da setta segreta degna delle migliori tradizioni massoniche.  Leggendo i vari resoconti dei fortunati giornalisti ammessi grazie al tesserino d’ordinanza e incrociando queste informazioni con riscontri dell’assemblea degli azionisti di Acea, siamo giunti alle seguenti conclusioni. 

Le continue vessazioni che Acea  ha perpetrato verso i cittadini, con la connivenza della maggioranza dei sindaci  dell’assemblea capitanati dal Presidente della Provincia, hanno contribuito ad elevare le tariffe dell’acqua nel nostri territorio fino a raggiungere un costo superiore al miglior champagne francese. Grazie a questi incrementi, e  per effetto delle fatturazioni dei conguagli pregressi  nell’area idrica ,  Acea ha messo da parte  un cospicuo tesoretto. Da questa cuccagna cento milioni di euro sono già finiti nelle tasche dei  fortunati azionisti e 62 milioni, guarda caso lo stesso importo ottenuto con gli aumenti tariffari, saranno destinati all’ammodernamento del servizio idrico per il triennio 2014-2017. 

Cioè cento milioni agli azionisti subito, 62 milioni al territorio in tre anni... forse. Il forse è d’obbligo perché originariamente il piano Acea prevedeva investimenti per 179 milioni di euro. La domanda sorge spontanea,    perché ,dei 56 sindaci presenti,  la maggioranza, 38 primi cittadini fra cui i rappresentati dei comuni più numerosi,  ha votato un piano d’investimenti inferiore di 117 milioni di euro rispetto a quanto previsto, considerato che gli utili hanno consentito agli azionisti di spartirsi una torta di 100 milioni di euro?  Questo  quesito,   e tante altri, relativi  alle procedure di rescissione di contratto per colpa con il gestore, cittadini e associazioni avrebbero voluto porre ai sindaci e al loro presidente.  Ma non è stato possibile per la blindatura dell’assemblea interdetta al pubblico e agli amministratori non allineati che non fossero sindaci. 

E qui veniamo a quanto avvenuto fuori le segrete stanze. Su questo tema siamo un po’ più ferrati perché eravamo presenti.  Giunti alle 16,00 presso la scalinata del Palazzo della Provincia, un abnorme schieramento di forze dell’ordine occludeva l’accesso alla sala dell’assemblea. Digos, guardia di finanza, polizia con tanto di dirigente, forse i servizi segreti, presidiavano il sito neanche fosse la  zona rossa del G8 di Genova.  Ci aspettavamo da un  momento all’altro l’arrivo dei  reparti mobili, ma forse la recente approvazione del reato di tortura ha scongiurato la presenza dei celerini . 

Tutto sto’ casino per impedire ai cittadini  e alle associazioni  di partecipare ad un’assemblea che fino al giorno prima era qualificata come “Pubblica” (vedi comunicazione agli organi di stampa). Ma  il manovratore non poteva essere disturbato , dunque era necessaria una trovata che rendesse legittimo, a livello formale  la blindatura delle porte di un edificio pubblico, come il Palazzo della Provincia, senza suscitare un eccessivo malcontento. 

Da questo punto di vista non possiamo che rilevare come il presidente provinciale,  Antonio Pompeo, possa a buon diritto ambire ad una borsa di studio per come è in grado di interpretare le norme renziane tese all’esclusione di ogni afflato democratico disturbatore delle dinamiche di potere.  Il buon Pompeo decide di espletare le noiose pratiche partecipative inviando fra la serata del 6 maggio e la mattinata del 7 inviti vie E.Mail  ad associazioni di consumatori,  non troppo urticanti,    per  un audizione illustrativa del piano di investimenti di Acea da tenersi alle 12,00. 

Contestualmente lo stesso Presidente invia, sempre nella mattinata del 7, alle stampa l’informazione per cui,  visto il coinvolgimento delle associazioni alle 12,00 la successiva assemblea delle 16,00 previo un suo  provvedimento scritto, per ragioni di ordine pubblico avverrà a porte chiuse, di qui il presidio  delle forze dell’ordine. Per la precisione questo documento scritto, nonostante le richieste  ad  essere visionato da parte dei  cittadini, non  è stato mai esibito.   

Il  cambio di strategia non può essere  divulgato in tempo utile alla cittadinanza , considerato che la comunicazione viene inviata alla stampa quando ormai  i menabò sono pronti per le rotative .  Per cui molti di noi si sono  trovati  davanti al palazzo della Provincia, credendo di partecipare ad un’assemblea pubblica, ed  essere  invece respinti da Digos e polizia. 

Complimenti a Pompeo, un’azione formalmente  ineccepibile. Ma sul fronte dell'ottemperanza  delle prerogative costituzionali, della sensibilità democratica  e del rispetto di quei cittadini che,  pagando di tasca propria le bollette di Acea,   avrebbero avuto  il diritto di partecipare e contribuire a quanto veniva  deciso, la figura del neo Presidente è stata infima e alla sua pochezza istituzionale associamo anche l’atteggiamento di quei sindaci, a cominciare da quello  del Capoluogo, da sempre succubi  di Acea .  

C’è poco da stupirsi comunque perché il nuovo corso del Pd prevede in prima istanza  l’obiettivo di escludere il coinvolgimento dei cittadini  e dei loro rappresentanti dalle dinamiche decisionali.  La sostituzione dei membri  "democrat"  all’interno della  commissione affari  costituzionali  alla camera ostili all’Italicum, l’imposizione del voto di fiducia allo stesso Italicum per evitare un ulteriore passaggio letale al Senato, fanno il paio con la strategia locale di Pompeo ordita per evitare la partecipazione dei cittadini ad un’assemblea in cui non erano graditi, semplicemente perché avrebbero esercitato il loro diritto di difendersi dagli abusi di Acea, prerogativa non assicurata dai loro rappresentati sindaci.  L’atteggiamento ironico  e di sberleffo  verso i manifestanti, che le indirizzavano cori di protesta,  della Presidente del Pd Provinciale Sara Battisti,   uscita dal Palazzo Iacobucci,  sono un’ulteriore dimostrazione di come il partito della Nazione consideri i cittadini sudditi da prendere in giro. 



Per dovere di cronaca indichiamo gli esiti della votazione con i sindaci favorevoli e quelli contrari.

Favorevoli al Piano di investimenti – Acuto, Alatri, Anagni, Arce, Arpino, Ausonia, Campoli Appennino, Castelnuovo Parano, Castro dei Volsci, Castrocielo, Colfelice, Coreno Ausonio, Esperia, Ferentino, Fontana Liri, Fontechiari, Frosinone, Fumone, Gallinaro, Isola Liri, Monte San Giovanni Campano, Posta Fibreno, Ripi, Rocca D’Arce, Roccasecca, San Donato, Sant’Elia, Serrone, Settefrati, Sgurgola, Sora, Trivigliano, Vallemaio, Veroli, Vico, Villa Latina, Villa Santa Lucia, Viticuso.


Contrari: Aquino, Broccostella, Cassino, Castelliri, Ceprano, Cervaro, Falvaterra, Fiuggi, Guarcino, Pescosolido, Piglio, Pignataro, Pofi, San Giovanni Incarico, Strangolagalli, Torre Cajetani, Torrice . Astenuto: Boville Ernica. Tutti gli altri assenti.


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