La conferenza dei sindaci, presieduta dal Presidente della Provincia,
nonché sindaco di Ferentino Antonio
Pompeo, era chiamata all’approvazione del piano di investimenti proposto da
Acea per la gestione del servizio idrico. Un piano nettamente insufficiente a
fronte anche dell’esosità delle bollette richieste. Un passaggio delicato, il
cui esito è stato già fortemente messo in dubbio da una parte dei sindaci nel
corso della conferenza tenutasi nel mese
di marzo.
Oggi non si dovevano correre rischi perché il padrone vuole
essere servito senza se e senza ma. Per cui l’assemblea pubblica è stata
interdetta non solo ai cittadini, ma anche a quegli amministratori in disaccordo con i soprusi di Acea e gli
atteggiamenti servili dei controllori.
Emblematico il caso del consigliere comunale Marco Maddalena, oppositore
di Antonio Pompeo in veste di sindaco di Ferentino e del consigliere provinciale Gianni
Bernardini, oppositore di Antonio Pompeo in veste di Presidente della Provincia
e presidente dell’autorità d’ambito, i quali non riuscivano ad entrare in un luogo, la sede della Provincia, dove
soprattutto Bernardini, esercita il suo mandato di consigliere.
Dopo estenuanti
trattative i due amministratori hanno
avuto accesso al Palazzo, e non poteva essere diversamente perché in caso
contrario l’amministrazione Provinciale avrebbe rischiato un bell’esposto. Ma
come ricordato il manovratore non doveva essere disturbato, per cui i due
consiglieri sono stati segregati, nella stanza di Bernardini, guardati a
vista, perché mai e poi mai avrebbero dovuto accedere nella sala dove l’assemblea
dei sindaci stava discutendo e approvando i piani di Acea.
E’ stato riferito
che l’emissione di un’ordinanza del Presidente Pompeo, peraltro resa nota all’ultimo
momento, interdiva la presenza ad altre figure che non fossero i sindaci.
Allora perché è entrato un’assessore insieme al sindaco di Cassino Petrarcone? Perché
è entrato il consigliere provinciale di maggioranza Danilo Magliocchetti ?
Al di là delle decisioni che
sono state prese, su cui riferiremo in altra parte del blog, oggi a Frosinone si
è consumata la devastazione di ogni principio democratico. L’interdizione di cittadini e amministratori
non allineati ad un assemblea pubblica
dove venivano decisi provvedimenti fondamentali per la vita della collettività ,
quali le modalità di gestione del servizio idrico, non è solo mancanza di rispetto verso i cittadini
stessi, ma anche un enorme vulnus democratico.
Da un lato non è il caso di stupirsi, siamo
nell’era buia del becero e cafone dispotismo renziano, fatto proprio da tutti
gli amministratori locali targati Pd, Pompeo ne è un formidabile esempio, dall’altro
questi fatti dovrebbero chiamare alla sollevazione tutti i cittadini
sinceramente democratici a cominciare da quegli elettori del Pd che hanno
creduto di votare un partito rispettoso del dettato Costituzionali e della
Repubblica nata dalle lotte Partigiane. Oggi è dittatura a tutti i livelli,
nazionale e locale. E’ quindi ora che inizi una nuova lotta di liberazione dal
dittatore lobbista e dai suoi ignobili servi che infestano le
istituzioni democratiche.
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