L’Amministrazione frusinate che insiste sulla cementificazione delle terme ha subito una contestazione civile, politica e culturale. Essa non si può nascondere dietro le gravi e inopportune dichiarazioni del Sindaco per non affrontare evidentemente una non digerita, sonora, sconfitta politica.
Dal gennaio del 2011 le Associazioni e i cittadini di Frosinone hanno realizzato decine di iniziative di confronto; prodotto materiali informativi; organizzato manifestazioni di promozione culturale alla scoperta di un mondo che l’istituzione aveva completamento dimenticato; coinvolto migliaia di concittadini meravigliati dell’esistenza dei tesori e del fatto che gli amministratori si adoperassero con fare poco trasparente ma deciso nell’occultare tanta ricchezza e addirittura seppellirla sotto il cemento.
Tutto questo ampio movimento culturale e politico ha imposto al consiglio comunale di Frosinone il 14/09/2011 di votare all’unanimità, pur in presenza di una diffida dei legali di una SOCIETA' IMMOBILIARE, una delibera, a norma dell’art.54 comma 5 dello Statuto Comunale, nella quale si accoglievano le proposte delle associazioni di rendere fruibile l’area delle terme, chiaramente inedificabile, e quelle attigue altrettanto protette.
Quante volte dunque un consiglio si deve esprimere sullo stesso argomento? Perché questa delibera non è stata mai presa in considerazione? Eppure sono stati chiesti incontri di confronto. Le associazioni hanno chiesto l’inserimento nel procedimento e avanzato osservazioni a tutto l’iter della pratica. Mai alcuna risposta, né dalla politica né dai dirigenti dell’urbanistica. Quante volte in questo periodo il Sindaco e i dirigenti dell’urbanistica invece sono andati al confronto con il privato proprietario dell’area?
Il rischio paventato di incorrere in un danno per la città rimane inspiegabile, volutamente agitato, altro che le minacce delle associazioni!, per coartare la volontà di espressione dei consiglieri, che responsabilmente e democraticamente devono agire in libera coscienza. Cosa che probabilmente sarebbe accaduta se non ci fosse stata la fuga e il ritiro precipitoso delle pratiche all’ordine del giorno lunedì.
Il Consiglio Comunale non può e non deve avere padroni. Coloro che danno per scontato che nella prossima seduta del consiglio tutto sarà approvato vivono costantemente nella convinzione che la volontà e la libertà di scelta del singolo consigliere debba adeguarsi senza discussione alla volontà del padrone.
Mascherare un atto politico importante per la vita ed il futuro della città, con presunti problemi di ordine pubblico, giustificando magari un’assise a porte chiuse, non impedirà alle associazioni e ai cittadini di praticare l’urbanistica partecipata e democratica per battere definitivamente una politica e un modo di gestire la cosa pubblica subordinata agli interessi dei poteri forti e che continua a provocare danni ingenti che i cittadini pagano quotidianamente con il piano di rientro del debito.
Il Volsco convoca per venerdì 3 luglio alla saletta coop in via Monti Lepini alle ore 20.30 i cittadini sensibili alla vicenda.
L'evento alla Villa comunale del 18/04/2011
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