Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 4 luglio 2015

Occupy consiglio Regionale

Luciano Granieri


Le modalità di protesta nel nostro territorio hanno preso strade alternative . Si  è innalzato il livello della manifestazione del conflitto , dalla piazza alle aule consiliari. Nel giro di pochi giorni le ragioni del dissenso, hanno invaso il consiglio comunale di Frosinone e il consiglio Regionale. Sul primo accaduto abbiamo ampiamente  RIFERITO. Sul fronte regionale, più aspra  è l’intensità della lotta.   
Qui l’avversario è di altra caratura e  bene organizzato.  Il Davide del forum nazionale dei movimenti per l’acqua pubblica  sta tentando di sconfiggere il golia incarnato dalle grandi multinazionali, che attraverso i loro burattini messi a capo dei diversi governi, vedi Renzi, stanno tentando  di appropriarsi del business dell’erogazione dei servizi industriali: acqua, gas, energia elettrica, smaltimento rifiuti, mobilità locale.  

Stante il  crollo  del  profitto sulla produzione e commercializzazione dei beni, provocato dalla finanziarizzazione speculativa  dei proventi del valore aggiunto,  le accumulazioni miliardarie oggi  possono essere assicurate  solo dalla messa  a profitto di  tutto ciò che necessario alla sopravvivenza dei cittadini, acqua ed energia in primis. 

Questa è la partita che il capitale neoliberista sta giocando in Europa e  in Italia,  nonostante la volontà dei cittadini, espressa attraverso i referendum, abbia vietato  la   messa a profitto di tali beni.  A2A, per la Lombardia  e il Trentino, Iren  per il Piemonte, la Liguria e una parte dell’Emilia Romagna, Hera per l’altra parte dell’Emilia Romagna , il nord est e le Marche, Acea per il centro (Toscana, Lazio, Umbria, Campania e prossimamente Puglia), sono le multi utility quotate in borsa che si spartiranno il grasso affare della gestione idrica in Italia. 

Ormai il progetto è in fase avanzata di realizzazione. Un provvedimento del governo Renzi,  che pone al di fuori del patto di stabilità interna i proventi della vendita alle multi utility private delle azioni detenute dai Comuni  nelle società che si occupano di erogazione del servizio,  e ne rende più onerosa la gestione diretta da parte dell’ente stesso, ha prodotto  l’ingresso pressoché totale in questo business delle multinazionali.   

Ma in tale perfetta  pianificazione esiste l’intoppo della legge regionale 5 d’iniziativa popolare approvata all’unanimità dalla Regione Lazio . Una normativa d’indirizzo che determina il controllo pubblico   dell’acqua. Un ostacolo che blocca il trasferimento completo e definitivo  della gestione idrica  ad Acea. E’ prevista nella legge  la definizione di Ambiti di Bacino Idrico (Abi), porzioni di territorio contraddistinti dalla presenza di una risorsa idrica in cui la distribuzione dell’acqua  è controllata dai Comuni  insieme ai  cittadini. 

Il dispositivo, però necessita dei decreti attuativi,  norme in cui  si devono definire  le aeree degli Abi e le modalità di gestione. Qui la Regione Lazio si è arenata. L’Assessore all’ambiente Refrigeri, aveva promesso la predisposizione di un decreto di giunta   da trasferire al giudizio della commissione ambiente per poi approdare alla discussione in aula. Dal 14 dicembre  2014 ad oggi nessun segnale si è avuto, né dall’assessore, né dalla giunta. 

Giova ricordare che se entro il 30 settembre l’iter della legge 5 non verrà completato con l’approvazione delle linee attuative, questa  decadrà  e la colonizzazione di Acea, agevolata dal Governo,  potrà finalmente avere luogo. Per scongiurare tale esito, il forum dei movimenti per l’acqua, così come avvenuto per la legge 5, ha predisposto un proprio dispositivo attuativo (decreto 238). Proposta accolta  e firmata da 10 consiglieri regionali. Neanche questo è servito a sbloccare l’impasse. 

Dal  fronte della Regione si prendeva atto della proposta del forum, ma la sua valutazione sarebbe avvenuta insieme ai decreti attuativi licenziati dalla giunta, dispositivi di cui ancora non si ha traccia. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno avvezzo alle poltrone di comando. Infatti il sospetto che la volontà di allungare i termini di approvazione delle linee di attuazione  fino alla scadenza del 30 settembre, data del commissariamento governativo, fosse funzionale a togliere di mezzo questo sciagurato intoppo alla totale annessione  del territorio  da parte di Acea, si è imposto fortemente nella mente degli attivisti del forum. Di qui l’azione di forza. 

Attraverso  l’occupazione dell’aula del consiglio regionale, è stato ottenuto un incontro con i capigruppo consiliari e il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori.  In quest’assise, si è svincolato l’esame della proposta dei forum, firmata dai 10 consigliere dall’iter dell’ancora mancante decreto di giunta. E’ un risultato, non decisivo, perché ancora la data di discussione della legge non è stata pianificata, ma importante. 

Infatti comunque si è dato inizio al precorso di esame della legge dei forum. Entro il 17 luglio , questa dovrà passare al vaglio della commissione ambiente, per poi approdare in aula. Il  20 luglio si terrà  un ulteriore incontro fra i capigruppo consiliari, il presidente Leodori, eventualmente l’assessore Refrigeri,  e una delegazione del forum per verificare lo stato dell'arte e, qualora finalmente la Giunta avesse partorito la sua proposta, saranno valutati insieme i due dispositivi. 

Comunque il risultato importante è che la proposta dei movimenti  andrà avanti ugualmente indipendentemente da ciò che proporrà la giunta e quando. Un piccolo passo per provare ad attivare la legge 5 prima del 30 settembre, data del commissariamento governativo. E’ fondamentale che ciò accada perché se passa questo treno, poi hai voglia a contestare le bollette! Acea avrà potere di vita e di morte sulla sete dei cittadini del centro e probabilmente del sud  d'Italia.





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