Le modalità di protesta nel nostro territorio hanno preso strade
alternative . Si è innalzato il livello
della manifestazione del conflitto , dalla piazza alle aule consiliari. Nel
giro di pochi giorni le ragioni del dissenso, hanno invaso il consiglio
comunale di Frosinone e il consiglio Regionale. Sul primo accaduto abbiamo
ampiamente RIFERITO. Sul fronte regionale, più aspra è l’intensità della lotta.
Qui l’avversario
è di altra caratura e bene
organizzato. Il Davide del forum nazionale dei movimenti per
l’acqua pubblica sta tentando di
sconfiggere il golia incarnato dalle grandi multinazionali, che attraverso i
loro burattini messi a capo dei diversi governi, vedi Renzi, stanno tentando di appropriarsi del business dell’erogazione
dei servizi industriali: acqua, gas, energia elettrica, smaltimento rifiuti,
mobilità locale.
Stante il crollo del profitto sulla produzione e
commercializzazione dei beni, provocato dalla finanziarizzazione speculativa dei proventi del
valore aggiunto, le accumulazioni miliardarie
oggi possono essere assicurate solo dalla messa a profitto di tutto ciò che necessario alla sopravvivenza
dei cittadini, acqua ed energia in primis.
Questa è la partita che il capitale
neoliberista sta giocando in Europa e in
Italia, nonostante la volontà dei
cittadini, espressa attraverso i referendum, abbia vietato la messa a
profitto di tali beni. A2A, per la Lombardia e il Trentino, Iren per il Piemonte, la
Liguria e una parte dell’Emilia Romagna, Hera
per l’altra parte dell’Emilia Romagna , il nord est e le Marche, Acea per il centro (Toscana, Lazio,
Umbria, Campania e prossimamente Puglia), sono le multi utility quotate in borsa
che si spartiranno il grasso affare della gestione idrica in Italia.
Ormai il
progetto è in fase avanzata di realizzazione. Un provvedimento del governo
Renzi, che pone al di fuori del patto di
stabilità interna i proventi della vendita alle multi utility private delle
azioni detenute dai Comuni nelle società
che si occupano di erogazione del servizio, e ne rende più onerosa la gestione diretta da
parte dell’ente stesso, ha prodotto l’ingresso
pressoché totale in questo business delle multinazionali.
Ma in tale
perfetta pianificazione esiste l’intoppo
della legge regionale 5 d’iniziativa popolare approvata all’unanimità dalla
Regione Lazio . Una normativa d’indirizzo che determina il controllo pubblico dell’acqua. Un ostacolo che blocca il trasferimento completo e definitivo della gestione idrica ad Acea. E’ prevista nella legge la definizione di Ambiti di Bacino Idrico
(Abi), porzioni di territorio contraddistinti dalla presenza di una risorsa
idrica in cui la distribuzione dell’acqua è controllata dai Comuni insieme ai cittadini.
Il dispositivo, però necessita dei
decreti attuativi, norme in cui si devono definire le aeree degli Abi e le modalità di gestione.
Qui la Regione Lazio si è arenata. L’Assessore all’ambiente Refrigeri, aveva
promesso la predisposizione di un decreto di giunta da trasferire al giudizio della commissione
ambiente per poi approdare alla discussione in aula. Dal 14 dicembre 2014 ad oggi nessun segnale si è avuto, né dall’assessore,
né dalla giunta.
Giova ricordare che se entro il 30 settembre l’iter della
legge 5 non verrà completato con l’approvazione delle linee attuative, questa decadrà e la colonizzazione di Acea, agevolata dal
Governo, potrà finalmente avere luogo. Per
scongiurare tale esito, il forum dei movimenti per l’acqua, così come avvenuto
per la legge 5, ha predisposto un proprio dispositivo attuativo (decreto 238).
Proposta accolta e firmata da 10
consiglieri regionali. Neanche questo è servito a sbloccare l’impasse.
Dal fronte della Regione si prendeva atto della proposta del forum, ma la sua
valutazione sarebbe avvenuta insieme ai decreti attuativi licenziati dalla
giunta, dispositivi di cui ancora non si ha traccia. A pensar male si fa
peccato ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno avvezzo alle poltrone di
comando. Infatti il sospetto che la volontà di allungare i termini di
approvazione delle linee di attuazione fino alla scadenza del 30 settembre, data del commissariamento governativo, fosse funzionale a togliere di mezzo
questo sciagurato intoppo alla totale annessione del territorio da parte di Acea, si è imposto fortemente
nella mente degli attivisti del forum. Di qui l’azione di forza.
Attraverso l’occupazione dell’aula del consiglio
regionale, è stato ottenuto un incontro con i capigruppo consiliari e il
presidente del consiglio regionale Daniele Leodori. In quest’assise, si è svincolato l’esame
della proposta dei forum, firmata dai 10 consigliere dall’iter dell’ancora
mancante decreto di giunta. E’ un risultato, non decisivo, perché ancora la
data di discussione della legge non è stata pianificata, ma importante.
Infatti
comunque si è dato inizio al precorso di esame della legge dei forum. Entro il
17 luglio , questa dovrà passare al vaglio della commissione ambiente, per poi
approdare in aula. Il 20 luglio si terrà
un ulteriore incontro fra i capigruppo
consiliari, il presidente Leodori, eventualmente l’assessore Refrigeri, e una delegazione del forum per verificare lo stato dell'arte e, qualora finalmente la Giunta avesse partorito la sua proposta, saranno valutati insieme i due dispositivi.
Comunque il risultato importante è che la proposta
dei movimenti andrà avanti ugualmente
indipendentemente da ciò che proporrà la giunta e quando. Un piccolo passo per
provare ad attivare la legge 5 prima del 30 settembre, data del commissariamento
governativo. E’ fondamentale che ciò accada perché se passa questo treno, poi
hai voglia a contestare le bollette! Acea avrà potere di vita e di morte sulla
sete dei cittadini del centro e probabilmente del sud d'Italia.
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