Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 3 luglio 2015

Le menzogne di Tsipras e le verità di Renzi - Merkel

Andrea Cristofaro

Dire menzogne non significa per forza essere dalla parte del torto, come dire cose vere non significa per forza avere ragione. Vediamo perché.
E’ evidente che stare in una comunità significa anche accettarne le regole. L’Ue è una comunità, una comunità di nazioni, e ha le sue regole. Ogni nazione vi è entrata di propria volontà, senza forzature, o almeno senza forzature palesi, dichiarate. Nel corso degli anni la comunità ha cambiato nome, ha accolto altre nazioni, si è posta nuove regole aggiunte alle precedenti: ma ciò che è chiaro è che questa è un’unione economica, che si è data delle regole riguardanti soprattutto le produzioni e il commercio. Un ulteriore elemento, forse il più importante, è il fatto che questa comunità si è data anche un’unione monetaria. Non era obbligatorio aderire a quest’ultima unione, ad es. l’Inghilterra (mica fessi gli inglesi) non ha aderito e ha conservato la sterlina. Allo stesso modo l’Italia avrebbe potuto conservare la lira e la Grecia ad es. poteva conservare la dracma.
E arriviamo a noi: ormai gli effetti devastanti di queste operazioni sono evidenti a tutti, perché tutti li vivono sulla propria pelle, e nessuno può dire che rispetto ad alcuni anni fa la qualità di vita nei vari stati europei sia migliorata, perché è decisamente peggiorata. Gli stati europei ormai, mia opinione, si possono equiparare a tanti allevamenti intensivi di polli, i popoli sono rappresentati da polli-persone all’ingrasso (non nel senso che mangiano tanto, anzi), che devono consumare ciò che producono altri. Le persone hanno perso tutti i diritti che avevano conquistato nel periodo in cui nel mondo esistevano due blocchi contrapposti e il capitalismo doveva far vedere il suo lato buono per evitare che la gente si convertisse al comunismo, ma questo è un altro discorso.
Ora torniamo a Tsipras e a Merkel: rappresentano due posizioni opposte e in conflitto fra loro, una delle quali basata sulle menzogne (Tsipras) e l’altra corretta e basata su dati di fatto (Merkel). La cosa si complica ulteriormente perché le menzogne di Tsipras prendono fondamento su delle autentiche verità, e cioè che le politiche dell’Ue sono deleterie per i popoli europei, mentre le verità sacrosante di Merkel sono fondate su menzogne pure, e cioè che le politiche dell’Ue porteranno prosperità ai popoli europei. Ma quali sono le verità di Merkel e quali sono le menzogne di Tsipras? La verità di Merkel è che gli stati europei per stare in Europa devono seguirne le regole, regole che tutti hanno approvato e accettato, punto e basta, e qui non ci piove. Le menzogne di Tsipras invece sono che uno stato può stare in Europa senza seguirne le regole: l’Ue e l’unione monetaria hanno delle regole che non si possono superare, non si possono emendare, non si possono aggirare, e invece Tsipras afferma mentendo sfacciatamente che è possibile farlo. In Europa o ci stai o non ci stai, nell’euro o ci stai o non ci stai. Avere la pretesa di starci non standoci è un’assurdità, e se questo lo dice un politico che chiede i voti ai propri concittadini è una menzogna, una presa in giro imperdonabile. Per questo dopo tante riflessioni, io, comunista, no global, antifascista, e quindi antirenziano ma ancor prima che antirenziano anti Pd, affermo con tutta la sicurezza del mondo che Renzi, come Merkel, ha ragione da vendere e Tsipras mente sapendo di mentire. Se si vuole evitare di governare secondo le politiche liberticide della BCE e del FMI (mi sta davvero sullo stomaco il termine “austerity”), se si vuole evitare al proprio popolo di pagare un debito ingiustamente addossatogli, se si vuole evitare di finire nel capestro del FMI, non si può pretendere di trattare e di cercare accordi al ribasso, si deve semplicemente dire basta, si deve prendere atto che le regole dell’Ue sono fatte per affamare i popoli e quindi rigettarle e abbandonare l’Ue e l’euro. Se il referendum greco verrà effettuato, nella lontana ipotesi che vinca il no, Tsipras potrebbe prendere la palla al balzo e decidere di togliere il cappio al popolo che rappresenta, e chissà che non lo faccia, però dovrebbe in tal caso rimangiarsi tutte le menzogne che ha detto finora: speriamo abbia il coraggio e la dignità di farlo, a meno che il referendum non rappresenti solo un clamoroso tentativo di bluffare per ottenere un ulteriore prestito dallo strozzino FMI: e quando uno strozzino ti fa ulteriori prestiti è noto la fine che farai. E già, perché il popolo greco si era già espresso pochi mesi fa quando ha votato Syriza; ha votato Syriza perche questa prendesse delle decisioni: perché ora Syriza non decide e chiede che sia il popolo ad esprimersi? A che serve andare al governo se poi non si decide?

1 commento:

  1. Decidere ascoltando il popolo è buona cosa...ma lo fanno i governanti?

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