Le prossime righe sono
dedicate ad un piccolo borghese residente in un capoluogo di Provincia del
basso Lazio che non è Latina. Il nostro eroe è
una persona semplice, sposato con un figlio, titolare di un reddito
modesto che fino a qualche anno fa gli consentiva di tiare avanti, garantendo
gli studi al figliolo, senza arrischiarsi in spese pazze o in inutili agi
come una vacanza.
Da qualche anno però il nostro eroe denuncia
seri problemi ad arrivare a fine mese. In particolare è il peso delle bollette
ad essere diventato insopportabile ed erodere pesantemente una fetta della già
esigua retribuzione. La fattura dell’acqua ad esempio. Ogni mese è sempre più
pesante, in particolare da quando il servizio è in mani private. Inoltre la
notizia che l’incuria e il ritardo dell’autorità
d’ambito (un organismo formato dai sindaci della Provincia incaricato di
controllare e sanzionare comportamenti difformi del
gestore) nel determinare la tariffa, ha causato un aggravio delle spese
per un conguaglio risarcitorio preteso dalla società titolare della gestione
pari a 75milioni di euro, ha minato non poco lo spirito di sopportazione del
nostro. Perché per l’inettitudine dei sindaci incaricati di controllare e
difendere i diritti dei proprio amministrati, la bolletta dell’acqua è diventata più pesante? La rabbia viene mitigata dalla mite indole borghese del
soggetto, il quale sbraita, sbuffa ma alla fine si sottomette, per paura di
chissà quali ritorsioni.
Ma un'altra gabella ultimamente affligge il nostro
eroe. E’ la tassa sui rifiuti. L’addebito recapitato dal Comune è di oltre 400
euro. Da pagare anche con comode rate, ma comunque uno sproposito. In particolare al protagonista della
nostra storia non va giù corrispondere una
tassa di 400 euro quando sui media e in rete si apprende che i rifiuti,
soprattutto in presenza di una massiccia raccolta differenziata, possono
diventare fonte di guadagno per la cittadinanza, altro che tasse.
Indispettito
il nostro comincia una febbrile ricerca su internet per capirci qualcosa in
più. Dopo una nottata intera di cliccate e consultazione di pagine il piccolo
borghese si imbatta nel: Capitolato
Speciale d’appalto SERVIZI DI RACCOLTA E TRASPORTO DEI RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI, NETTEZZA URBANA ED AFFINI del comune dove risiede.
Cioè il bando emesso dall’Ente comunale cui la società che gestisce il servizio
dal gennaio 2015 deve conformarsi nell’assicurare la raccolta dei rifiuti. La prima cosa che si capisce nel trattare la
materia è che più si fa raccolta differenziata, meno rifiuti generici vanno in
discarica ed inferiore è il costo di smaltimento.
Negli allegati del capitolato di appalto si
apprende che il Comune corrisponde alla ditta vincitrice dal bando oltre
26milioni di euro. Uno sproposito! Non proprio considerato che questa si
incarica di svolgere la raccolta differenziata, generale e porta a porta, prevede
l’edificazione di un’isola ecologica permanente, ma soprattutto s’impegna a raggiungere entro il
terzo anno di gestione il 65% di raccolta differenziata attraverso un percorso
che prevede l’ottenimento del 50% nel primo
anno, il 60% nel secondo.
Un altro dato compare nel documento,
cioè che al 2011 la percentuale di
differenziata era al 18%. Un bell’impegno non c’è che dire, passare dal 18 al 65. Senza
contare che il capitolato prevede delle sanzioni per il non raggiungimento di tali obbiettivi.
In particolare la società dovrà rimborsare ogni anno, da un minimo di 20mila
euro ad un massimo di 30mila euro per ogni punto percentuale di differenza fra
il risultato raggiunto e l’obbiettivo indicato. Sono un mucchio di soldi, è impensabile
che
un’oculata amministrazione si metta a rischio di un salasso simile. L’attenzione
alla differenziata sarà massima.
Il piccolo borghese si mette tranquillo, sta per spegnere il computer,
quando gli sovviene che il nome della ditta vincitrice dell’appalto non gli è
sconosciuto, anzi ne ha sentito parlare molte volte. Riapre google
e scopre che in realtà quella ditta si occupa dei rifiuti della città
sin dal 2009. Nel 2013 in realtà le è
stato revocato l’appalto a seguito di una brutta storia di tangenti che ha
visto coinvolto anche il vice sindaco. Ma per il principio di continuità questa
ha provveduto ugualmente, in deroga, ad occuparsi di rifiuti
fino a riaggiudicarsi l’appalto tutt’ora in vigore.
Quel 18% di differenziata del 2011 citato nel
capitolato d’appalto è il frutto dunque dell’attività dell’attuale gestore,
quello che entro tre anni , cioè entro il 2018 dovrà raggiungere il 65%. Un
dubbio atroce assale il nostro eroe che affamato di dati decide di controllare
le performance di differenziata che la suddetta ditta ha realizzato dal 2009
anno in cui ha iniziato l’attività per il Comune. Altro spasmodico smanettamento
su internet fino a trovare i dati ricercati sul sito DELL'ISTAT . Le rilevazioni
sono disponibili fino al 2012 e sono
impietose: Nel 2009 la differenziata era al 15,3%, nel 2010 al 16,8%, nel 2011
al 17,8% ( e non il 18 come indicato nel capitolato) e nel 2012 si ha una
regressione al 17,3%. E’ possibile che a fronte di questi dati pregressi la ditta vincitrice dall’appalto
possa raggiungere il 65%? Se ne è resa conto l’amministrazione comunale dell’enormità
di questi dati?
Pazienza esiste sempre
la salata penale che la società dovrà
pagare in caso di mancato raggiungimento degli obbiettivi, per cui le tariffe sicuramente
si azzereranno. Il piccolo borghese si
accinge di nuovo a spegnere, quando si imbatte in una rassegna stampa locale in
cui si afferma che il bando di appalto per la gestione del servizio rifiuti a
partire dal gennaio 2015, assegnato all’attuale ditta dopo lo scandalo
del 2013 è lo stesso del 2009. E’ stato
realizzato, scrivono, con
il classico copia-incolla dal vecchio capitolato dal 2009. Allora quelle le
penali sul differenziale fra obbiettivi e realizzato in merito alla raccolta
differenziata erano le stesse di oggi!
Facendo i conti escono dei risultati da capogiro: 2010 l’obbiettivo era
il 50%, realizzato il 16,8% differenza 33,2 x 20000 = 664000. 2011 obbiettivo
60% realizzato 17,8 differenza 42,2 x 20000 = 844000. 2012 obbiettivo
65% realizzato 17,3 differenza 47,7 x 20000 = 954000. Cioè nel triennio
2010-2012 la società avrebbe dovuto corrispondere al Comune ben 2.462.000
euro di penale. Sono state pagate? I
sindaci succedutesi alla guida della città hanno controllato? Altro che tariffa
da 400 euro qui si configura un danno economico clamoroso per il Comune ed i
cittadini.
In ogni caso, volendo dubitare sulla veridicità della notizia per
cui l’attuale capitolato sia copiato da
quello del 2009 (bisognerebbe trovarlo si internet) è da buon sindaco affidare l’appalto ad un’impresa che ha già dimostrato una tale mostruosa inefficienza?
Sommando la questione dell’acqua a quella dei
rifiuti un dubbio assale il nostro eroe. Ma i sindaci perché non fanno gli
interessi dei cittadini? Perché sono stupidi, o perché si fanno gli affari loro in combutta con chi dovrebbero controllare? Ecco che la pazienza e il rassegnato accoglimento degli eventi, tipica del piccolo borghese, vanno in mille pezzi. E al piccolo borghese si
sostituisce un incazzatissimo proletario pronto a ricominciare la lotta di
classe, contro le Istituzioni serve delle lobby e del potere economico e
finanziario. Il primo atto? Prendere il kalashnikov. No ancora non si arriva a
tanto, però non pagare bollette e tariffe impugnando le fatture si può fare.
Dunque compagni armiamoci di forbici e stracciamo le bollette contro i Comuni servi
del potere!
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