Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 29 agosto 2016

L'Aquila 2009, Amatrice 2016 quante drammatiche analogie, anche politiche.

Luciano Granieri



Sono passati   pochi  giorni dal terremoto che ha sconvolto il Centro Italia. Passando in rassegna i titoli dei giornali è sconvolgente l’analogia con  quanto veniva riportato nel 2009 dagli stessi organi d’informazione a proposito del terremoto dell’Aquila : la generosità degli  italiani, a cui viene attribuita una capacità di unirsi nel momento del bisogno travalicando le ataviche divisioni politiche e sociali - il dubbio che gli aiuti economici  vengano dirottati  verso scopi speculativi - le indagini su la sicurezza degli edifici crollati, puntualmente rivelatisi   meno resistenti dei castelli di sabbia, nonostante i soldi spesi per la loro messa in sicurezza.

Se per l’Aquila abbiamo assistito  indignati alle risate di due imprenditori edili i quali gioivano,  parlando al telefono,  nonostante i morti,  per  le opportunità di business che la ricostruzione della città abruzzese avrebbe loro offerto, nel caso della tragedia del Centro Italia la rabbia è arrivata dall’indegna rappresentazione di Bruno Vespa e del Ministro Delrio, i  quali, nello sciagurato Porta a Porta andato in onda pochi giorni dopo la tragedia, sottolineavano come il terremoto  di Amatrice e dintorni potesse offrire ampie opportunità di profitto  per l’industria del mattone. In realtà una  differenza fra le due disgraziate esternazioni c’è . Nel primo caso ci troviamo in presenza di due imprenditori ignari di essere intercettati, nel secondo il giubilo per le opportunità di business, manifestato  ancora a cadaveri sepolti, è stato  sbandierato pubblicamente   da uno sciacallo pseudo giornalista pagato profondamente dalla Rai, con i nostri soldi, e da un Ministro della Repubblica, per giunta a capo di quel dicastero incaricato di provvedere alla ricostruzione.

Altro elemento comune alle due tragedie riguarda gli impegni governativi. Berlusconi, Presidente del Consiglio nel 2009,  promise di ricostruire l’Aquila in 28 mesi. Renzi oggi  assicura che entro l’inverno gli sfollati saranno sistemati in case di legno.  Nel giro di 6-8 mesi inizierà la ricostruzione . Per dovere di cronaca c’è da aggiungere che l’attuale inquilino  di Palazzo Chigi ha pianificato una tappa ulteriore. Un piano di messa in sicurezza del territorio denominato “Casa Italia”, che si avvarrà della consulenza del noto "archistar"  Renzo Piano e che costerà alle casse dello Stato 2-3 miliardi l’anno.

 Il fallimento della ricostruzione berlusconiana per l’Aquila, è una evidenza inconfutabile. Per gli esiti dei programmi di Matteo Renzi  c’è da aspettare ed augurarsi che finisca in modo opposto a quanto accaduto nella città abruzzese. Permangono forti dubbi su dove il premier fiorentino riuscirà a recuperare i 2-3 miliardi  annui necessari alla messa in sicurezza del territorio. Probabilmente le stringenti regole economiche della UE permetteranno  di derogare al patto di stabilità per gli interventi emergenziali. Ma come la mettiamo per un programma strutturale,  ambizioso e indubbiamente necessario ,  come la messa in sicurezza del territorio?  Per l’architetto Renzo Piano  realizzare un  simile progetto potrebbe  coinvolgere due generazioni.

Con l’impellenza di  far rientrare l’eccesso del debito al 60% del Pil in ragione di 1/20  l’anno, come fiscal compact comanda,   dove si andranno a pescare  le risorse necessarie ? Forse qualcuno l’avrà dimenticato, ma l’Italia sta continuando a rimandare  un  impegno, per il quale si deve riportare il debito rispetto al Pil dal 135% attuale al 60% attraverso un percorso che prevede la riduzione del gap di 1/20 all’anno.  E’ quindi probabile che il programma Casa Italia abbia difficile se non impossibile realizzazione.

Un  altro elemento che accomuna  il Berlusconi del 2009 e il Renzi attuale è la situazione  politica che li coinvolge  nel momento in cui avviene la sciagura. Berlusconi era in perdita  di consensi,  con il suo  governo incapace di sostenere quella crisi economica innescata dai mutui subprime americani.  Renzi è egualmente in difficoltà per colpa del rovescio elettorale di primavera, di una crisi economica pari se non peggiore  a quella del 2009,  per il calo di consensi  personali  e sulla riforma costituzionale scritta insieme con la  Boschi .

Berlusconi, grazie alle mirabolanti promesse sulla ricostruzione dell’Aquila, grazie ad eventi mediatici ad effetto come il G8 organizzato proprio nel  Capoluogo abruzzese riuscì a risollevarsi superando le tempeste della sua maggioranza innescata   dallo strappo di Fini. Renzi  avrà uguale giovamento da altrettanto grandiosi propositi come il programma Casa Italia? Vedremo.

E’ un fatto che nella riforma Renzi-Boschi il Governo, quando lo richieda  l’interesse nazionale, può  legiferare direttamente sui territori, esautorando  il  nuovo Senato delle Regioni e gli enti locali. La ricostruzione di un terremoto sarà sicuramente considerata materia di interesse nazionale  per cui Governo e Presidente del  Consiglio potranno, in caso di affermazione referendaria, predisporre a piacere del territorio da ricostruire. In questa ottica la promessa di Renzi sul coinvolgimento delle comunità locali nella ricostruzione e manutenzione del proprio territorio è una vera e propria chimera. E’ più probabile che accada quanto allegramente prospettato da Vespa e Delrio , cioè che la ricostruzione farà felici gli imprenditori edili a cui verrà affidato direttamente dal Governo l’incarico di operare .

 Come il recente passato ha dimostrato saranno le stesse imprese che, nonostante le inchieste a loro carico,  continuano a cementificare l’Italia. Ecco perché proprio dal mondo dell’impresa arriva il più accorato sostegno alla riforma referendaria. Tutto si tiene. A parte la case

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