Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 3 settembre 2016

Assemblea Ato5. Sconfitti i sindaci piddini arroccati in difesa di Acea.

Luciano Granieri


L’assemblea dei sindaci dall’Ato5 finalmente ha deciso il destino dell’aumento tariffario per l’erogazione idrica, inerente il periodo compreso fra il 2016 e il 2019. Dopo le passate interminabili sedute, in cui i sindaci avevano fatto  "ammuina", buttando  la palla in tribuna  senza decidere alcunché, stavolta il difficile parto è avvenuto.  Una  posizione, in merito all’aumento tariffario  del 9% più  conguaglio da 77,5 milioni preteso da Acea, ha visto la luce.  

L’ultimo minuto dell’ultimo giorno  consentito è’ stata votata la seguente mozione : Niente aumenti  fino a quando non avrà termine il periodo di messa in mora, precedente la fase di rescissione contrattuale per inadempienza . Procedura  che i sindaci dell’Ato5  decisero di attivare   all’unanimità ad inizio anno. Il concetto è lapalissiano. Se i primi cittadini hanno unanimemente  constatato e deciso che Acea è inadempiente nell’erogazione del servizio,  grazie anche alle risultanze tecniche e gestionali prodotte dalla Segreteria Tecnica Operativa, è insano concedere  un premiante  aumento della tariffa.  L’emendamento prevede di chiedere all’AEEGSI,  autorità  competente in materia,  di concedere la sospensione dell' aumento della tariffa fino a quando Acea non abbia dimostrato di potersi mettere in regola, o diversamente si  verifichino  le condizioni per la  risoluzione contrattuale.  

Una deliberazione sensata che costituisce un  minimo sindacale. Infatti come rilevato dal Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica, in cambio  del  servizio scadente offerto da Acea il 50% della tariffa attuale sarebbe stata una contropartita più che onesta . Dunque se la soluzione dei sindaci è apparsa  almeno sensata, sarà stata votata all’unanimità. Nemmeno per idea.  15 sindaci si sono espressi negativamente, 2 si sono astenuti . 

Quale forza politica avrà avuto l’ardire  di opporsi ad una soluzione favorevole ai cittadini e contraria ad una multiutility privata? Sindaci appartenenti ad uno schieramento espressione della peggiore fronda ultraliberista,  strenui difensori degli interessi del capitale finanziario cinicamente predatorio nei confronti dei cittadini. Sindaci del Pd. 

Infatti la proposta del congelamento degli aumenti è stata avanzata e approvata  da  amministratori   del centro destra, primo firmatario Nicola Ottaviani sindaco di Frosinone. I guardiani dem  del fortino hanno tentato una  strenua difesa dei bastioni  di Acea  ammonendo che se non fosse stato concesso almeno un’8%  di aumento, il gestore   avrebbe potuto impugnare la decisione. “La tariffa è una determinazione tecnica, dunque i sindaci non possono congelarla.  Annullando l’aumento si imbrogliano i cittadini mettendoli a rischio dell’esborso di pesanti conguagli”  Questa è stata la singolare valutazione del sindaco di Ceprano,   Marco  Galli.  Patetica e pericolosa l’esortazione del sindaco di Veroli,  Simone Cretaro, a  rinviare ulteriormente la decisione, in attesa della conclusione dalla procedura i messa in mora. Una soluzione del genere avrebbe reso nulla una  qualsiasi decisione perché  assunta dopo la data del 2 settembre cioè  fuori tempo massimo.  Inoltre  avrebbe permesso ad Acea di confermare il suo aumento in assenza della deliberazione dei sindaci. L’abbandono dell’aula   da parte dei soldatini  piddini in forza ad Acea nella fase di votazione, per far mancare il numero legale,  è stata una sorta di “canguro” uscito male. 

Di questi esiti non c’è da meravigliarsi. Il Pd locale è perfettamente in linea con Pd di Renzi.  Nel decreto Sblocca Italia, varato dal premier gigliato,  è prevista la costituzione di Ato   molto estesi, con assemblee formate dai pochi sindaci i quali  hanno semplice  diritto di tribuna, evitando così  deliberazioni incresciose  per le multiutilities private, come quella  che l’assemblea dell’Ato5 si è permessa di votare.  Se andrà in porto  il decreto Madia, oltre a diventare impossibile, per un ente pubblico, acquisire la gestione dei servizi pubblici, acqua compresa, verrà reintrodotta  nella determinazione della tariffa idrica, quella remunerazione del capitale investito bocciata dal referendum del 2011. 

Ancora peggio andrà se passerà la  riforma costituzionale targata Renzi-Boschi.  La quasi assoluta prerogativa legislativa in capo al Governo, determinata dalla farraginosa riforma  del Parlamento  che ne causerà  il blocco deliberativo, e l’esercizio dell’interesse nazionale sui provvedimenti di pertinenza  locale che consentirà   allo stesso  Governo di decidere sopra la testa di presidenti di Regione , sindaci e cittadini, permetterà all’Esecutivo di tutelare completamente gli  interessi di Acea e di altre multinazionali, senza impedimenti di origine democratica.   Lo svolgimento dell’assemblea dei sindaci  dell’Ato5 mostra come sia necessario contrastare in ogni maniera le azioni del Pd nazionale e locale, a cominciare dal referendum costituzionale. Votare No è un  doveroso atto di resistenza civile.

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