Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 4 settembre 2016

De Magistris a Livorno: dall’iniziativa “la sovranità appartiene al popolo” promossa da “Buongiorno Livorno”

Agenzia Stampa – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.


Martedì 30 Agosto, al centro civico di Corea a Livorno, si è tenuta una partecipata iniziativa promossa da “Buongiorno Livorno” (lista civica candidatasi alle amministrative del 2015) a cui è stato invitato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il collettivo Ex OPG occupato “Je so pazzo”. Al centro dell’iniziativa vi era la promozione dell’esperienza della giunta napoletana e della sinergia con uno dei tanti organismi popolari della città, nell’ambito di “municipalismo e autonomia, beni comuni e spazi liberati, reddito e lavoro, costituzione”, dietro il motto “la sovranità appartiene al popolo”.
Una delegazione della federazione Toscana del Partito dei CARC ha partecipato a quella che reputiamo una importantissima iniziativa, che al netto del grande entusiasmo generato nei partecipanti, per il vigore e la forza di quanto sta avvenendo sul territorio napoletano, fa emergere alcuni aspetti di grande valore da trattare all’interno del dibattito tra chi oggi si propone di costruire un’alternativa allo stato di cose presenti, una soluzione alla crisi, una via di uscita dal marasma in cui speculatori e affaristi continuano a gettare le masse popolari.
L’aspetto fondamentale che ha caratterizzato in positivo l’evento si deduce dalle parole del compagno Salvatore dell’Ex OPG occupato e dall’esperienza pratica della giunta “ribelle” De Magistris: “Nonostante la crisi ci schiacci, ci da l’opportunità di fare quello che finora non abbiamo mai fatto. Possiamo costruire governi locali e un governo nazionale diverso, di tipo nuovo”. Da queste parole si comprende che c’è la volontà e la necessità di portare ad un livello superiore il processo innescato ed estenderlo a tutto il paese e a tutte le realtà che oggi vogliono porsi alla testa della costruzione dell’alternativa politica e di governo. Noi diciamo che è proprio la costruzione di Amministrazioni Locali di Emergenza e di un Governo d’Emergenza la prospettiva da darsi nell’immediato per risollevare il paese dal baratro in cui viene condotto dalla borghesia: si può fare, si deve fare, è nell’ordine delle cose ed è l’unica strada percorribile per cominciare a farla finita con il dissanguamento del paese perpetrato e promosso dalla classe dominante.
Ancora, dagli interventi del sindaco De Magistris sulle misure messe in campo negli anni del suo primo mandato e di Salvatore dell’Ex OPG occupato, risulta in modo lampante un aspetto: la necessità di rompere con le leggi, le direttive e le norme con cui il governo centrale vincola le amministrazioni locali per renderle un contenitore vuoto, imbrigliarlo, svuotarlo di ogni potere, mettendo al centro gli interessi delle masse popolari e facendo valere il principio che è legittimo tutto quello che va negli interessi delle masse popolari. Esempi importanti sono l’aperta violazione della circolare ministeriale con cui il governo decise di tagliare con l’accetta, attraverso la chiusura di numerosi istituti per esigenze di bilancio interno, sull’istruzione pubblica nella città di Napoli. A ciò la giunta ha risposto con un bando interno per l’assunzione di 370 insegnanti, garantendo i posti di lavoro. Altro esempio è l’opposizione alle leggi contro le occupazioni, alle quali ha risposto mettendo al centro la necessità di affrontare l’emergenza abitativa, la richiesta di spazi sociali e di aggregazione, deliberando addirittura a favore di queste pratiche ove orientate a risolvere problemi effettivi della città. La città di Livorno conta un tasso di emergenza abitativa altissimo, come sottolinea Giovanni Ceravolo di ASIA-USB, e che il movimento antagonista dal basso sta cercando di tamponare con le occupazioni di locali abbandonati. “Isolati da tutti”, dice, “cerchiamo di fare il possibile per garantire un alloggio a chi ne ha bisogno”. Il dato importante che fa riflettere è che il movimento di lotta per la casa di Livorno si mostra già come un organismo autorevole, con le 600 persone in occupazione a cui stanno cercando di garantire un alloggio dignitoso. Partire da questo per rendere l’occupazione degli edifici lasciati alla speculazione e al degrado forza di legge, vuol dire porsi l’obiettivo di governare la città definendo con gli occupanti, con gli organismi operai e popolari del territorio, veri e propri “piani casa” per risollevare Livorno dalla miseria in cui viene condotta, porsi nell’ottica di recuperare e rivalutare gli edifici abbandonati, raccogliere il sostegno (politico, e pratico) a partire da quanti in maniera sparsa hanno aderito all’iniziativa di Buongiorno Livorno: vi erano operai, esponenti di organizzazioni popolari, ecc. E’ un processo lungo ma che deve necessariamente puntare al governo della città. E’ in questo processo che si interviene anche su quello che è “il governo altalenante del Movimento 5 Stelle”, come dice Giovanni, che sarà costretto a rompere in maniera sempre più decisiva con le norme e le regole imposte dal nemico se vuole sopravvivere.
Il maggior numero di misure, leggi e norme espresse dalla classe dominante nel nostro paese è volta a perpetrare il suo dominio messo in discussione dalla crisi economica, che diventa politica, ambientale e sociale. Il suo dominio è la principale causa delle sciagure che attraversano il nostro paese, la rottura con le leggi e le prassi che questa utilizza contro le masse popolari è un passo necessario per mettere in discussione il suo potere, che come ricorda Giovanni non si esprime nell’amministrazione della città di Livorno, ma nel radicamento di clientele, uomini, reti e strutture che ha consolidato nel corso del tempo il PD che è rappresentazione della classe dominante.

Sul tema della costituzione, Marco Bruciati spiega le ragioni per votare NO alle modifiche costituzionali. Nei suoi interventi precedenti ha sottolineato l’importanza di creare la sinergia con il movimento da parte di organismi istituzionali per mettere mano al territorio, ai servizi, al patrimonio pubblico. Ha portato anche la solidarietà ai 50 lavoratori del porto licenziati dalla cooperativa per cui erano assunti, proprio qualche giorno prima dell’iniziativa. Ebbene, a Marco Bruciati e a chi era presente all’iniziativa diciamo che determinante non è il NO al referendum, ma è la mobilitazione per l’attuazione pratica dei suoi principi. All’iniziativa vi erano presenti operai del territorio livornese, operai della Piaggio: con loro vanno costruite iniziative che mettano al centro l’articolo 1 della nostra Costituzione, per iniziare ad applicare quel principio per cui l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Come dice il compagno dell’ex OPG Salvatore, “il nemico ha paura” e quindi bisogna “passare dalla difesa all’attacco e vincere”. Non basta più alzare le barricate per resistere, bisogna vincere. E’ con la sinergia e il coordinamento dei presenti all’assemblea che va costruito e deciso un piano per la creazione di posti di lavoro in base alle esigenze del territorio: porsi come forza di governo vuol dire elaborare con la classe operaia livornese e con le organizzazioni popolari della città quanto è necessario per essa, e cominciare ad applicarlo.
Per certi aspetti l’esperienza napoletana ha dimostrato e dimostra di star andando nella direzione di garantire i principi fondamentali della Costituzione. La stessa assunzione di 370 insegnanti garantisce al tempo stesso due principi fondamentali: il diritto al lavoro e all’istruzione pubblica. Noi diciamo che si deve fare un passo ulteriore: Luigi De Magistris è già nei fatti, oltre che nell’immaginario collettivo, il capofila dei sindaci e delle forze democratiche e progressiste del paese. Egli ha già dimostrato che è possibile sfidare i poteri forti, respingendo un commissariamento strumentale e vincendo nuovamente le elezioni grazie al sostegno delle masse popolari. Dunque può certamente promuovere una cordata di sindaci per il NO alla riforma costituzionale! Le disponibilità da parte di altri rappresentanti istituzionali sono già tante: sindaci e amministratori del PD dissidenti o espressione della società civile e lo stesso Movimento 5 Stelle che amministra ora due delle più grandi città del paese. Ma occorre una voce autorevole e popolare che si incarichi di lanciare la sfida e di organizzare la battaglia: coordinare il posizionamento ancora sparso, mettere in sinergia l’azione di contrasto alla riforma e di applicazione della Costituzione attraverso misure concrete, che vadano negli interessi delle masse popolari. Le organizzazioni di base di Napoli e dell’intero paese (Movimento No TAV, Mamme No Inceneritore, NO MUOS, e le miriadi sparse in tutte le regioni) saranno l’anello di congiunzione tra la testa e il resto delle masse popolari. Quanto avviene a Napoli intimorisce i poteri forti e condurre la battaglia per la difesa e applicazione della costituzione rappresenta oggi un tassello fondamentale per indebolirli, per creare le condizioni affinchè la “rivoluzione in salsa partenopea” diventi un processo che si estenda a livello nazionale.
In ultimo, non per importanza, intendiamo sottolineare un aspetto decisivo nella battaglia condotta dalla giunta De Magistris a Napoli: le vittorie ottenute e il processo messo in atto non sono frutto di capacità individuali o di semplice “coraggio”, che anche è importante nel portare avanti un progetto politico, ma sono il frutto della sinergia instaurata nella lotta contro il nemico comune tra quella che è una giunta progressista, capeggiata da un esponente che si assume la responsabilità di rompere con i poteri forti, e le masse popolari organizzate del territorio napoletano. Ad esempio, l’Ex OPG occupato per quanto riguarda il “controllo popolare” alle elezioni amministrative, che è intervenuto laddove i poteri locali legati alla camorra praticano brogli elettorali a cielo aperto.
Ciò dimostra la necessità pratica per ogni sindaco di buona volontà, per ogni esponente sindacale o della società civile che voglia cambiare lo stato di cose presenti, che è necessario il legame con le masse popolari che ne legittimano la pratica per poter vincere.
L’esperienza della giunta De Magistris va nella direzione di costruire nel territorio napoletano un’ Amministrazione Locale d’Emergenza, ed è al tempo stesso il grimaldello per aprire la strada ad un movimento generale di cambiamento dell’intero paese. E’ necessario far conoscere, diffondere e propagandare questa esperienza come strumento di emulazione e organizzazione in ogni territorio, per estendere ed alimentare la lotta a livello nazionale per la costruzione di un Governo d’Emergenza. Un governo che da subito mobiliti le masse popolari organizzate per applicare su ampia scala i principi democratici e progressisti della Costituzione. In Toscana, tantissimi sono gli esempi e i contesti in cui l’esperienza De Magistris può essere riportata per alimentare il dibattito sulla costruzione di Amministrazioni di nuovo tipo: ha aperto le fila Sesto Fiorentino con i comitati della Piana contro le nocività, ma abbiamo esperienze come l’Assemblea Permanente che nel 2013 nacque dall’occupazione del comune di Carrara, a seguito dell’ennesimo disastro ambientale dovuto alla mala gestione del territorio, così come Camping CIG che nasce da quella che è l’esigenza di un territorio come Piombino di mettere mano all’emergenza lavoro e ambientale.

Utilizzare l’esperienza De Magistris per promuovere la costruzione di nuovi governi delle città e del paese, per garantire un lavoro utile e dignitoso per tutti, per costruire Amministrazioni Locali di Emergenza e attuare le misure necessarie per togliere il paese dal controllo e dal dominio della borghesia.

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