Oggi, Lei torna
a Frosinone, tre anni dopo, per partecipare ad un incontro sulle polveri
sottili che tanto danno hanno recato e recano alle nostre popolazioni.
E’ noto
all’universo intero ed anche a Lei, che Frosinone e la provincia sono, ormai,
un territorio che nulla ha da invidiare alla terra dei fuochi, vantando primati di tutto rispetto. Infatti siamo primi
per l’avvelenamento dell’aria (PM10-2.5 – nano particelle), del territorio
(Valle del Sacco e bassa Valle del Liri), di tutti i corsi d’acqua, divenuti
ricettacoli di ogni scarico industriale e domestico per mancanza di depuratori,
di reti fognarie non costruite da Acea
Ato 5 e per il continuo rilascio, da parte degli organi competenti, di autorizzazioni in deroga per lo scarico di rifiuti
industriali, nei corsi d’acqua e nell’atmosfera.
Lei sa,
meglio di ciascuno di noi, che ciò ha determinato, documenti alla mano, un aumento notevole di tumori e di altre
patologie con particolare riferimento all’’apparato respiratorio e a quello uro-genitale. Frosinone, insieme a
Udine detiene il primato dei tumori alla vescica ed alla prostata.
Ai turisti
che vengono in Ciociaria possiamo offrire fettuccine alla diossina, latte,
formaggi, agnelli, al beta-esaclorocicloesano (B-HCH) verdura al nerofumo. Il
tutto condito con una spruzzatina di metalli pesanti ricavati dalle polveri
sottili che ricadono. Potremmo aggiungere acqua minerale all’arsenico, profumi
nauseabondi eccezionali e quanto altro ci viene da inceneritori e discariche
che, da Colleferro a San Vittore del Lazio, si susseguono come: “I cipressi che
a Bolgheri, alti e schietti, van da San Guido in duplice filar”. E si continua
a rilasciare autorizzazioni per centrali a biogas, biodigestione, biocompostaggio, ecc. in una
Valle orograficamente chiusa. Tutta questa roba che ha di bio?
Tutto questo
ben di Dio, ha contribuito a
distruggere, nel giro di qualche lustro, un apparato industriale ed economico
di rilievo nazionale, nella completa indifferenza dei governi nazionale e
regionale e di una classe dirigente locale, inetta. Da qui la crescita della
disoccupazione, della povertà, della disgregazione sociale e del dilagare di ogni illegalità e della
corruzione, con infiltrazioni mafiose e camorristiche.
A fronte di
un quadro così drammatico e disarmante abbiamo un’organizzazione sanitaria
precaria e insufficiente, che mette a rischio continuo la salute e la vita dei
cittadini.
Tre anni
orsono (24 gennaio 2014), nella sala
conferenze della ASL, dopo aver esposto le problematiche terribili della nostra
sanità e delle nostro territorio, Le chiedemmo, a nome dell’associazionismo
frusinate, un Suo autorevole intervento,
nel tentativo di invertire la rotta e di
costruire una sanità moderna ed efficiente, che potesse contribuire anche al
rilancio della nostra economia e dell’occupazione. Lei fece un bel parlare
senza assumere impegni. Della Sua sensibilità, esaltata e richiamata dal
sindaco del capoluogo e da altri, non abbiamo avuto alcun segno.
Nella prima
Repubblica, gli incontri delle associazioni con i Presidenti del Consiglio, con i ministri, i sottosegretari
ed i presidenti della Regione, erano
quasi quotidiani e non si parlava a a
vuoto.
A conclusione di ogni incontro si assumevano
impegni precisi con scadenze concordate e processi di verifica. Questo modo di
essere della politica ha risolto problemi di grande portata: lavoro, case,
mobilità e trasporti, servizi sociali, sanità, ecc. Per la prima volta, negli
anni settanta, il Consiglio regionale del Lazio tenne una riunione a Cassino,
aperta alle organizzazioni sindacali ed agli amministratori locali.
Le
chiediamo, ancora una volta, Signora ministro di non ripetere solo un bel discorso ma di assumere impegni precisi, concordati con
le associazioni e con gli amministratori locali, con scadenze e verifiche
periodiche. Delle parole non sappiano che farcene.
La
situazione richiede provvedimenti straordinari ed urgenti. Altrimenti i decessi
dovuti all’avvelenamento ambientale e i drammi di tante famiglie ricadranno
sulla coscienza di tutte quelle persone
che potevano fare qualcosa ma sono rimaste in attesa, senza muovere un dito,
soddisfatte del loro apparire, delle loro ambizioni e del loro bel parlare.
video di Luciano Granieri.
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