Lo stato di confusione che regna nel centro destra nazionale dopo le elezioni amministrative ha condizionato irreparabilmente anche il PDL di Pontecorvo. Questa mia affermazione trova conferma dopo l’articolo apparso ieri sui quotidiani locali. Secondo i coordinatori del centro ciociaro, infatti, il prossimo 12 e 13 giugno il referendum andrebbe disertato poiché, secondo costoro, il comitato cittadino Pasquale Del Prete non è altro che uno strumento politico in mano alla sinistra. Oltre a questa grave affermazione ci sarebbe poi una posizione paradossale per cui l’invito a disertare le urne sarebbe anche la conseguenza del presunto disimpegno dell’On. Di Pietro dopo che lo stesso qualche tempo fa è stato applaudito proprio a Pontecorvo e proprio dinanzi l’ospedale Del Prete.
La verità di fatti passa attraverso altre argomentazioni! Attaccare cosi gravemente un comitato cittadino che si è sempre battuto per salvare il nostro nosocomio significa non aver capito nulla della risposta democratica vera. Oltre a mancare di rispetto verso il coordinamento stesso di quel comitato, si elude la questione principale: il coinvolgimento giudiziario di alcuni comuni cittadini che hanno semplicemente manifestato il loro disagio. Il compagno Guglielmo Maddè, nonostante fosse iscritto con il partito della Rifondazione Comunista, si è sempre caratterizzato come un cittadino appartenente al cosiddetto “popolo giallo” senza implicazioni di nessun genere del partito stesso, che non si è mai appropriato di nessun strumento umano di lotta. All’interno della Federazione della Sinistra, i compagni Nobile e Peduzzi hanno cercato di affrontare in consiglio regionale attraverso qualche interrogazione le implicazioni del piano Polverini sulla sanità ciociara. A onor del vero anche l’On. Annamaria Tedeschi (IDV) ha dato il proprio contributo per affrontare questo scempio e risolverlo con proposte bocciate dalla giunta regionale di centro destra. Andrebbe ricordato a questi famigerati coordinatori della PDL pontecorvese che in una democrazia compiuta è l’esecutivo che ha capacità di indirizzo e non l’opposizione. Dunque se rendessero dietro le loro tessere di partito si comporterebbero come dei veri galantuomini, senza strumentalizzare una campagna referendaria nata da un comitato per l’acqua pubblica e con il contributo significativo delle sinistre che mette al centro della questione politica il merito sulla società futura che gli “uomini liberi” vogliono costruire. I quattro SI ai referendum del 12 e 13 giugno, qualora questo governo reazionario non riuscisse a metterli in discussione, andrebbero in una sola direzione, cioè il ribaltamento dei valori che costituiscono la nostra società. Quattro SI vuol dire che il popolo sovrano vuole togliere l’acqua dalle mani sporche dei poteri forti, significa impedire la costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro Paese in controtendenza a ciò che si fa nei paesi più civili, significa salvare la magistratura da un attacco sconsiderato del Presidente del Consiglio che vuole autodeterminare la propria incolumità davanti ai cittadini. Il partito della Rifondazione Comunista sarà presente sabato 28 maggio a Pontecorvo in Piazza Porta Pia per informare la cittadinanza sull’importanza della battaglia referendaria che è anche una battaglia di legalità democratica.
Distinti saluti, Ilaria Capogrossi responsabile provinciale ambiente e organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista.
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