Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 22 settembre 2011

Il free Jazz? Mai per le calli

Mario Gamba da “il manifesto” del 21/09/2011

Se ne sono accorti tardi i musicisti e i pensatori critici in transito per strade e calli di Venezia . Eppure è dall’anno 2000 che l’ordinanza della giunta comunale è diventata operativa . In questi giorni la bolla  dell’autorità lagunare è riapparsa. Affissa qua e là. Chi le legge e non è oscurantista  nell’anima non crede ai suoi occhi. L’ordinanza approvata all’unanimità nell’anno 1999 (quindi con Cacciari sindaco), dovrebbe regolare l’organizzazione dei concerti dal vivo nei tanti locali del centro. Si penserà che si tratta di consigli /obblighi in materia di isonorizzazione e cose simili. Magari. L’ordinanza “entra nel merito” come si dice . Vieta tipi di musica , li espelle dal territorio . Un tipo di musica è compatibile con la civile convivenza un altro no. Per decreto. Ecco il passo più grottesco (o barbaro) :” E’ escluso il jazz sperimentale quale il free jazz che essendo dissonante potrebbe essere di sgradevole disturbo”. Il pianista compositore e direttore d’orchestra  Claudio Cojaniz , un grandissimo del jazz italiano commenta: “Vengono subito in mente gli editti del regime hitleriano sulla musica degenerata. E’ pazzesco”. Si sono messi in agitazione jazzmen come Giovanni Maier .- che medita di usare il testo “per una pièce musico-teatrale  tipo  Welcome to the United States  di Zappa” e Piero Bittolo  Bon, compositori di “contemporanea colta”come Luigi Ceccarelli. Facebook ribolle di proteste invettive e dileggi, la musica definita “sperimentale” non è mai stata  così popolare. Vediamo il precedente storico giustamente evocato da Cojaniz. Nel 1938 con una mostra a Dusseldorf in occasioni delle Giornate Musicali del Reich, veniva messa al bando tutta la musica innovativa da quella atonale a quella dodecafonica al jazz e dintorni. La musica di Schonberg , Webern, Krenek,  e persino Stravinskij (che cercò di ingraziarsi il regime) fu definita in vari modi “degenerata” “bolscevica” “giudaica”. Certo è curioso questo esercizio di estetica disciplinare oggi a Venezia . Con l’arroganza di un misero potere rionale viene portato agli onori della regola assoluta il riflesso secondo cui la dissonanza non è bene accetta dagli umani “normali”. Eppure si studia nei manuali di armonia , anche quelli tradizionali . C’è la consonanza e la dissonanza si trovano in tutte e due in Brahms e in Monk , mettiamo . Tipi che disturbano.



Brano della Clip;
OUTSIDER:

Bass -- Giovanni Tommaso
Drums -- Bruce Ditmas
Piano -- Franco D'Andrea
Trumpet -- Enrico Rava
Fotocomposizione : Luc Girello.

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