Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 23 settembre 2011

"Partita aperta?" o "Partita chiusa?" - Come si "lavano" i panni nell'epoca della riproducibilità tecnica dei partiti.

Bruno Roveda                                       


                                          Alla cortese attenzione della REDAZIONE

 Non è mia abitudine, e chi mi conosce da quando "sono in campo" lo sa bene, lavare i panni in famiglia.
Il mio "personale", direi da sempre, è stato anche "politico", e rimango convinto che la vera "esistenza autentica", come direbbe Hannah Arendt, è quella che si risolve nella partecipazione - vigile e premurosa - al governo della cosa pubblica, secondo gli strumenti che l'epoca, o la fase, mettono a disposizione dei singoli o dei gruppi..
Uno di questi strumenti è il partito politico, nella fattispecie un partito politico che da qualche tempo, e con "successo", agisce con progressivo radicamento in Città, sicuramente anche in conseguenza dell'effetto-traino Nichi Vendola.
Sicuramente un bene per la Città, ma un "bene" che ha cominciato a fare gola a qualcuno secondo interessi non del tutto riconducibili alla natura fondativa del Partito, alla sua "ragione sociale", alla prospettiva di radicale rinnovamento delle relazioni tra soggettività plurime e degli assetti istituzionali. "Sinistra Ecologia Libertà", nel Paese e a Frosinone, nasce alzando la bandiera della rivoluzione culturale, della riforma di sistema, della costruzione di una comunità coesa e solidale. Aperta alle diversità, inclusiva, autonoma ed indipendente: libera per la "liberazione".
Non sempre le cose vanno come si desidera e come ci si impegna a fare: tante le "criticità" da attraversare dentro una realtà sociale che soffre di una disgregazione micidiale.
Solo gli artefici della disgregazione, i ceti dominanti politici, finanziari, economico-produttivi, la casta, se la cavano egregiamente e con prospettive di crescente soddisfazione.
Gli "altri", chi si oppone allo stato delle cose esistente, soffre, stenta, sbanda, agisce nell'incertezza programmatica, di fatto assiste impotente alla distruzione dell'idea stessa di società, di quelle relazioni - umane e produttive - che in genere ne fanno una società organica, coesa, solidale e densa di aspettative per il futuro.
Tra gli "altri", mi spiace dirlo, c'è anche - a Frosinone - il partito cui appartengo, "Sinistra Ecologia Libertà".
Per sabato 24 settembre 2011 - è bene che si cominci a sapere - è in programma, a Frosinone, una "Conferenza di Organizzazione", della quale - personalmente - già in tempi ormai lontani sentivo il bisogno. La pensavo necessaria proprio per "attrezzare" il partito, un partito ancora "adolescente", per farne un partito "maturo" senza correre il rischio di "invecchiare" precocemente.
Tante cose non sono andate per il verso giusto: ritardi specifici e impegni nuovi e differenziati per la pattuglia di militanti sul campo (un campo sempre più minato dall'agire spesso contraddittorio e sovente inconcludente dell'Amministrazione Comunale) hanno bloccato la maturazione, hanno reso sterile quel grido di rivolta che proveniva dal cuore e dalla mente di moltissimi di noi, e dei tanti che avevamo "intercettato" lungo il nostro percorso di mobilitazione e di lotta.
L'incapacità - meglio: la difficoltà reale poi rivelatasi incapacità soggettiva - di affrontare le "criticità" secondo stilemi politico-comportamentali segnatamente "altri" rispetto alla pletora di comportamenti politico-amministrativi messi in atto dal personale politico locale (che traggono spunto e alimento - ovviamente - dal consolidato agire politico proprio della politica "nazionale") ha via via suggerito al partito, certamente anche in seguito a "pressioni" di personale politico sovraordinato al Circolo e più aduso a tatticismi e contrattazioni dall'alto delle posizioni "congressuali" acquisite, una scelta-obbligata. La riduzione di sé - prima nuovo e bello - ad altro, già segnato dalle prime rughe dell'invecchiamento.
Il partito che a Frosinone ha inaugurato la stagione delle Assemblee di Circolo "all'aperto e in piazza" - peraltro dentro il dettato statutario - sceglie oggi di tenere una "Conferenza di Organizzazione" sostanzialmente alla "chetichella", perché consapevole - al di là di ogni ragionevole dubbio - di celebrare un congresso straordinario secondo regole che non sono da congresso, che sono regole di "gruppo ristretto" (gabbia per molti e privilegio per alcuni), che sono regole-non regole perché viziate da contraddizioni insanabili sotto il profilo politico, organizzativo e finanche logico.
E quando si affrontano le "criticità" senza una "cassetta degli attrezzi" (di pensiero di lungo respiro e di sensate esperienze a disposizione) adeguata, si sceglie la riduzione degli spazi democratici, si limita l'agibilità politica, si imbocca la via senza ritorno dell'autoritarismo irragionevole e puntiglioso. Insomma ci si difende dalle avversità chiudendosi a riccio piuttosto che aprendosi al confronto con le soggettività sparse sul territorio.

Io non ci sto. Io non lavo i panni in famiglia.

La mia   in Città è stata scritta dai miei comportamenti, e sarà fatta anche di questo comportamento.
Pur contestando con argomenti sensati la celebrazione - così come definita - della "Conferenza di Organizzazione", ho provato a esercitare il mio diritto all'agibilità politica, al confronto "interno" e con l'esterno, alla rappresentazione delle idee e delle proposte per l'immediato e per il futuro.

Questo diritto mi è stato negato.

Una "autorità" priva di qualsiasi autorevolezza, proprio perché auto-sconfessatasi in ragione della produzione normativa e di regole "autoreferenziali", mi ha negato la rappresentazione di un "Documento politico" così come era stato richiesto.
Non mi resta che sottoporre all'attenzione di chi vorrà quanto ritengo possibile per concorrere, in qualche modo, alla riappropriazione - da parte della cittadinanza frusinate - di questa nostra "terra" e di una cultura - se non sono immodesto - della partecipazione.

Bruno Roveda - membro per diritto congressuale dell'Assemblea Provinciale di "Sinistra Ecologia Libertà" della provincia di Frosinone.
Di seguito, per comodità di chi volesse farne l'uso consentito dalle leggi sulla stampa, riproduco il "Documento Politico" di cui tratto nel testo, che è pure trasmesso come allegato.

Grazie per l'attenzione.
Bruno Roveda


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Conferenza di Organizzazione
Circolo “Sinistra Ecologia Libertà“ di Frosinone

Frosinone 24 settembre 2011 – ore 15:00

DOCUMENTO POLITICO

(presentato contestualmente alla candidatura alla carica di Coordinatore)

La straordinaria complessità di fase che subisce l'intero Paese è gravida di conseguenze epocali.
Come la più feroce delle belve, sta per partorire famelici predatori dei nostri sogni e desideri, si accinge a fare strame del tessuto connettivo del vivere civile, si prepara a fare strame dell'idea stessa di società.
La cessione di sovranità all'economico da parte della politica, l'ipertrofia del finanzcapitalismo, l'assalto insensato ed inesausto alle risorse materiali ed umane di cui ancora il Paese dispone, descrivono uno scenario di desertificazione.

Che chiameranno "Pace Sociale".

L'eguaglianza sociale? Un'illusione!

La democrazia? Un gioco di società!

La libertà? Solo se "vigilata", magari dagli oscurantismi e dalla superstizione!

Noi non ci stiamo!

Noi siamo contro!

Noi siamo "partigiani",

Siamo i partigiani del futuro,

Che soffre di un'alba che non arriva.

Che non riesce a farsi strada nei cuori e nelle menti del personale politico dominante.

Perché preferisce l'agiatezza da schermaglia istituzionale.

Perché gode delle prebende che l'amministrare concede a molti.

Perché non "sente" la rivolta.

E se la sente e la comprende, la disprezza.

Perché ha disimparato il conflitto.

E se ancora sa cos'è, evita di disturbare il manovratore.

Perché c'è sempre da guadagnare dalla "Pace sociale".

Noi diciamo, qui ed ora, "riprendiamoci la nostra vita".

E lo faremo confliggendo!

Frosinone non è mai stata la Luna.
Nel tempo si sono diradati i luoghi della produzione economica: è cresciuta la densità delle banche per abitante.
Nel tempo l'antropizzazione del territorio è mutata: i metri cubi per abitante sono cresciuti a dismisura.
Nel tempo la socialità si è ossificata: il consumo forsennato del tempo libero ha sostituito la coltivazione delle relazioni umane.
Insomma, siamo al degrado.
Del territorio, dell'ambiente, della qualità della vita.
E il ceto politico-amministrativo cittadino - di centrodestra e di centrosinistra - ha dato una grossa mano al ceto politico dominante - di centrodestra e di centrosinistra - nell'operazione/obiettivo "desertificazione".
I "poteri forti", a Frosinone, sono sempre stati rappresentati nell'Amministrazione Comunale.
Di volta in volta in posizioni di maggiore o minore vantaggio, ma sempre presenti.
Sempre influenti, sempre determinanti. Oggi anche da posizioni di extra legalità. Anche i "criminali" sono al potere in Città.
“Sinistra Ecologia Libertà” di Frosinone è partigiana della cittadinanza attiva.
È partito "inclusivo", aperto e plurale. E c'è perché coltiva la propria "natura",
Di "sinistra" perché è una scelta di campo a favore del Welfare.
Di "ecologia" perché sa della simbiosi tra vivente e non vivente e della bellezza dei beni comuni.
Di "libertà" perché ciascuno di noi è "indisponibile".
C'è perché ha un compito: che è compito e dovere costituzionale.
Rimuovere, superare, abbattere, negare la disuguaglianza.
Promuovendo "cultura".
Cultura politica, cultura professionale, cultura.
Cultura della "bellezza", cultura per la felicità.
Non siamo tantissimi e la situazione locale, conseguenza peraltro di politiche generali, è grave e pericolosa.
Ma disponiamo di intelligenze e di passioni, abbiamo sensibilità accentuate, non disdegniamo il dubbio ed il confronto. Alcuni di noi sono giovanissimi, e alle prime esperienze di militanza politica. Altri, più o meno avanti con l'età, sono abbastanza navigati, nel sociale e nel politico. Tutti possiamo individuare delle "priorità" tematiche e di intervento, contando sulle nostre gambe e rimboccandoci le maniche.
Siamo collocati (come da "Manifesto" del Partito) nel centrosinistra, ma il centrosinistra è una configurazione a geometria variabile. Per molti "dirigenti politici" nel Paese e per moltissimi "amministratori" in Città.
E quindi il nostro compito preliminare e propedeutico è la costruzione delle alleanze. Per l'efficacia dei risultati e non per vincere ai punti.
Quattro "temi" (o problemi o luoghi conflittuali) per produrre coalizioni.

1) - Il reddito di cittadinanza,

2) - Il welfare cittadino.

3) - I beni comuni.

4) - La socialità diffusa.

Un impegno (di riflessione e di pratica politica) su tutti: il ruolo dell'Ente Locale. Luogo dell'amministrazione decentrata, della "governance" di periferia oppure luogo della conflittualità e dell'antagonismo "versus" l'Amministrazione Centrale?
Io sono "partigiano" della seconda possibilità, e mi propongo di progettare insieme con tutti coloro che vorranno la fuoriuscita dai "patti di stabilità", di ripensare e praticare una "buona politica" che faccia i conti, con efficacia, con le politiche di "macelleria sociale" governate, da dietro le quinte, dal "finazcapitalismo".
Ragionando sulla "decrescita felice" come occasione di promozione sociale per tutti.
Praticando il confronto a tutto campo con l'insieme delle soggettività politiche, associative, esistenziali presenti sul territorio.Ma un confronto franco e schietto, per l'incontro tra diversi, non per la negoziazione defatigante ed inconcludente.
E per dare un "segno" al Circolo, per arricchirlo di un "simbolo" del quale esser fieri, propongo all'Assemblea l'intitolazione "ALDA MERINI".
E credo di poter illustrare la proposta semplicemente con le sue parole:

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti
Di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori, detti pensieri,
di rose, dette presenze,
di sogni, che abitino gli alberi,
di canzoni che faccian danzar le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti...
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia le pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Bruno Roveda
Tessera 00000049 / 2011



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