Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 28 dicembre 2012

Elezioni 2013, domani Antonio Ingroia ufficializza la candidatura a premier per sinistra e Idv. Ma restano i nodi su simbolo e liste

fonte: http://www.huffingtonpost.it


Dalla magistratura alla politica: Pietro Grasso, domani sarà la giornata di Antonio Ingroia. Il pm antimafia darà l'annuncio ufficiale in conferenza stampa al Capranichetta a Roma: si candida premier del cosiddetto 'quarto polo', espressione che non piace molto ai promotori ma che rende bene l'idea di questa nuova forza che si andrà ad aggiungere alle altre già in lizza per il voto del 24 febbraio. E dunque, da domani sarà ufficiale. Oltre a Bersani con il suo Pd, Sel e il Centro Democratico; oltre a Monti con i suoi centristi; oltre a Berlusconi e le incognite intorno alla sua ridiscesa in campo; oltre a Grillo e il suo M5S; sulla scheda ci sarà anche il polo di Ingroia, che va dal Di Pietro e quel che gli resta dell'Idv, il Prc, Pdci, Verdi e 'Arancioni' di De Magistris fino a 'Cambiare si può', neonato movimento promosso dal sociologo Luciano Gallino, il magistrato Livio Pepino, l'operaio Fiom Antonio Di Luca e tanti altri. Ma nel suo 'polo' la sua candidatura è scontata, già da tempo. Tanto che sono a buon punto le prove per il simbolo elettorale, anche se il quadro non è ancora definito. C'è Rifondazione che insiste affinché il simbolo contenga la parola 'sinistra', che non piace molto ai Verdi e anche ai dipietristi. E poi ci sono nodi da sciogliere sulle liste: perché l'obiettivo di Ingroia, nonché del movimento 'Cambiare si può', è evitare di fare la fine della 'Sinistra arcobaleno', unione tra Pdci, Prc, Verdi e Sinistra Democratica che nel 2008 non superò la soglia per entrare in Parlamento. Insomma, no all'effetto 'unione dei cespugli' e per evitarlo anche i leader di partito dovrebbero evitare di candidarsi, pensano in molti. Una partita, che secondo le ultime notizie, sarebbe già stata persa da Ingroia e da Cambiare si può: Antonio Di Pietro, il Verde Angelo Bonelli, il leader del Prc, Paolo Ferrero e del Pdci, Oliviero Diliberto, saranno candidati, come secondi in lista, rispetto a Ingroia che sarà capolista ovunque. I quattro saranno comunque candidati in Regioni sicuri. La questione mette in fibrillazione Cambiare si può, al punto che domani questa area potrebbe minacciare di uscire dall'alleanza.
Si punta comunque a una lista unitaria alla Camera e al Senato. Obiettivo: superare lo sbarramento del 4 per cento nel primo caso, dell'8 per cento nel secondo caso, ma per entrare a Palazzo Madama basta superare la soglia in qualche regione (pensano di farcela in Campania, Umbria e forse anche Toscana) Direzione: qui la faccenda si complica. Governo o opposizione? Perché in questo nuovo polo ci sono tendenze diverse. Di Pietro continua a sognare un'alleanza con il Pd, dopo il voto. Il cartello di 'Cambiare si può' invece si attesta più su una linea di opposizione a chi andrà al governo, che sia Bersani o Monti o loro due insieme. E c'è da dire che la stessa area sta ancora dando battaglia sullo stesso programma di Ingroia, considerato carente nella contestazione delle politiche di austerity europee. Ma nel polo del pm antimafia, non manca anche chi predica "l'unione delle forze con Grillo", come l'associazione 'Terza primavera", vicina allo stesso Ingroia.
Non è sbagliato pensare che, dopo il voto, questo quarto o quinto polo che dir si voglia si frammenti in tanti rivoli che corrono incontro al governo oppure rifugiati all'opposizione. Del resto, è una tendenza che potrebbe interessare anche le altre formazioni in corsa. Ma gli 'ingroiani' (perdonateci il termine, ma è comoda sintesi giornalistica) scommettono sul fatto che un fenomeno del genere potrebbe manifestarsi in forma centrifuga dalle forze che più aspirano al governo, piuttosto che centripeta. Perché la prossima, ragionano, sarà una legislatura di sacrifici, in Parlamento ci sarà la fila per non intestarseli.
Per ora, c'è la fila per ricandidarsi, per poter tornare in Parlamento ancora e nonostante tutto. Visione da non generalizzare, naturalmente. Ma dev'essere il caso di Antonio Di Pietro. Respinto dal Pd, pur di stringere con il polo di Ingroia, ha persino mandato gli auguri di pronta guarigione niente meno che a Hugo Chavez, presidente venezuelano ora gravemente malato, punto di riferimento della sinistra anche in Italia, non certo però per l'ex pm. Almeno non finora. E' accaduto ad una cerimonia organizzata giorni fa a Roma dall'ambasciata del Venezuela in Italia, proprio per raccogliere messaggi di solidarietà intorno al paese che, per via della malattia del presidente, sta attraversando un difficile momento. Oltre al messaggio di Fausto Bertinotti (per la cronaca: supporter della candidatura di Ingroia), per Chavez è stato letto anche quello dell'ex pm, non senza stupore da parte dei presenti.

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