Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 28 dicembre 2012

Per fare chiarezza

Luciano Graneri


  Il mio articolo  VENGO O NON VENGO ALLA FESTA DEL PD? VENGO, ha suscitato dure reprimenda nei miei confronti da compagni e amici che hanno rilevato inesattezze su quanto ho scritto. In particolare in merito alla netta distinzione fra i movimenti “Cambiare si può” e “Io ci sto”. Fra le varie accuse che mi sono state rivolte, quella di aver volutamente scritto un articolo per disinformare. Non è affatto così. E per dimostrarlo in questo post riporto fedelmente come si sta evolvendo il progetto politico di “Cambiare si può” e “Io ci sto”. Il 6 novembre scorso, un gruppo di persone pubblicano  UN'APPELLOCambiare si può”. Fra queste persone figurano intellettuali, giornalisti, cattedratici, sindacalisti. Il testo si propone di costruire un polo alternativo agli schieramenti attuali che abbia uno sbocco elettorale. Un polo che si oppone decisamente all’ultraliberismo montiano e alle formazioni politiche, Pd in testa, che   hanno supportato il governo dei tecnici. L’appello è rivolto a quelle singole persone e movimenti che si sono battuti per i referendum sui beni comuni e che si battono contro la logica delle grandi opere, per la salvaguardia del territorio, per una rinegoziazione dei trattati europei, che si concretizzi in particolare con l’abolizione del fiscal compact. All’appello pubblicato in rete segue, il primo dicembre,   la prima assemblea pubblica in cui gli aderenti si riuniscono per dibattere e decidere come proseguire nella costruzione del movimento. All’incontro del primo dicembre si sono susseguiti numerose assemblee locali in cui sono sorti  i comitati territoriali. All’appello “Cambiare si può” ha risposto Rifondazione Comunista, i movimenti per l’acqua pubblica e la difesa dei beni comuni, Sinistra Critica. Dopo questa fase costitutiva territoriale l’appuntamento è per il 22 dicembre.  In questa assemblea  si conclude la votazione su due  MOZIONI PROGRAMMATICHE sottoposte al giudizio degli aderenti all’appello anche attraverso la rete.  Oltre a “Cambiare si può” diventa attivo un altro movimento promosso dal sindaco di Napoli  De Magistris che vede come propria bandiera Il magistrato Antonino Ingroia. Il movimento, nell’assemblea organizzata il 12 dicembre,  presenta un programma di  opposizione  contro la logica delle grandi opere e punta molto sulla lotta all’illegalità e alla mafia. E’ contro l’agenda Monti, ma è aperto al dialogo con tutte le forze, Pd e Movimento 5 Stelle compreso. Il programma di “Io ci sto”  redatto il 21 dicembre si articola in un manifesto in  DIECI PUNTI..  Nelle sue fila si iscrivono, Di Pietro e Il Pdci di Diliberto, disposti a fare quel passo indietro chiesto da Ingroia rinunciando al simbolo di partito. I due movimenti, sollecitati anche da un  DOCUMENTO  sottoscritto da alcuni noti personaggi dello spettacolo e del giornalismo,  fra cui Fiorella Mannoia  e  Olviero Beha, a formare una lista unica, decidono di dialogare e organizzare un percorso di collaborazione.  Tanto che entrambe le  MOZIONI votate dai militanti di “Cambiare si può” prevedono la coalizione con il movimento guidato da Ingroia. Questo è quanto. Cliccando sui link presenti nel post si può accedere ai documenti in modo che ognuno possa farsi una propria opinione. Spero di aver fatto ammenda all’accusa di essere stato autore di un’opera di disinformazione. La   mia personale opinione sulla questione  e sugli sbocchi futuri che questa potrà  avere è  espressa nel post “Vengo o non vengo alla festa del Pd? Vengo” e nel commento, che pubblico di seguito, scritto in risposta alle osservazioni di Laura. Buona Lettura 
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Mi scuso con tutti i compagni per le inesattezze. E’ vero, i dieci punti da me citati nel post sono stati proposti da Ingroia, il movimento Arancione è altra cosa da”Cambiare si può”. E’vero altresì che la discussione in “Cambiare si può” è stata aperta e svoltasi attraverso assemblee e proposte in rete. E’ vero che si è arrivati alla votazione di due mozioni in un assemblea tenutasi il 22 dicembre. TUTTO GIUSTO. Ma santo iddio, nella prima mozione approvata a maggioranza ( e non all’unanimità) non c’è forse scritto che “L’Assemblea di “Cambiare si può”, riunita a Roma il 22 dicembre 2012, ribadisce la necessità – e riconosce ora la possibilità – di “una proposta elettorale autonoma e nuova, anche nel metodo, capace di parlare a un’ampia parte del Paese” così come si prefigura nella convergenza con il “Movimento arancione”, con le espressioni della società civile e con quelle forze politiche che si riconoscono nelle modalità proposte da Antonio Ingroia”?. E la seconda mozione al punto due recita che “ a seguito della proposta di percorso politico elaborata da Antonio Ingroia vi è necessità di decidere delle regole per la presentazione di una lista unitaria in forma condivisa e coinvolgendo tutti i soggetti che sono protagonisti del percorso”. Cambiare si può sarò altro dalla lista Arancione, (quella capitanata da Ingroia che non chiude ad una possibile alleanza con il Pd e quella in cui Diliberto e Di Pietro vogliono aderire), ma ne condivide il percorso programmatico e organizzativo. Ora se vogliamo prenderci per il culo facciamolo pure. La forma del post sarà inesatta ma la sostanza non cambia di una virgola. Diliberto non sta dentro Cambiare si può, ma sta con gli arancioni che assieme a “Cambiare si può” stanno organizzando il quarto polo. Certo che se già fra i movimenti che compongono il quarto polo c’è gente che si schifa reciprocamente il successo sarà assicurato.

Luciano Granieri

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