All’alba del 28 Marzo 1980 i
carabinieri del nucleo Antiterrorismo, guidati dal generale Carlo Alberto Dalla
Chiesa, fanno irruzione in un appartamento in via Fracchia 12, a Genova.
All’interno si trovano 4 militanti delle Brigate Rosse, Lorenzo Betassa, Piero
Panciarelli, Riccardo Dura e Annamaria Ludmann.
Il blitz era iniziato alle 2,30, la polizia aveva circondato la casa. Secondo
l’Arma un militare avrebbe bussato alla porta e una voce da dentro aveva
risposto che stavano per aprire. I carabinieri avrebbero poi sentito un rumore,
come se da dentro avessero chiuso con una mandata la porta, e allora avevano
fatto irruzione.
L’esatta dinamica degli avvenimenti non è mai stata ricostruita, il verbale dei
carabinieri, consegnato alla magistratura solo 8 giorni dopo il blitz, il 5
Aprile, parla genericamente di un conflitto a fuoco, durante il quale fu ferito
ad un occhio un maresciallo dei carabinieri. I brigatisti da dentro avrebbero
aperto il fuoco contro i militari, che a quel punto avevano risposto, uccidendo
tutti e 4 i brigatisti. La sparatoria durò pochi minuti, l’orologio al polso
della Ludmann si bloccò alle 2,42.
Solo 11 giorni dopo l’accaduto vennero fatti entrare nell’appartamento i
magistrati e i giornalisti, questi ultimi solo per 3 minuti ciascuno, ma molti
di essi rilevarono che non tutto combaciava con quanto riportato dal verbale.
Le foto scattate all’interno dell’appartamento, che mostrano i corpi dei
brigatisti riversi lungo il corridoio dell’abitazione, sono state pubblicate
solo VENTIQUATTRO ANNI DOPO dal quotidiano genovese Corriere Mercantile.
Il giornalista Giuliano Zincone, intervistato nel 2004 dal Corriere Mercantile,
ha affermato che già all'epoca dei fatti aveva manifestato, insieme ad altri
giornalisti entrati nell'appartamento, perplessità sulla dinamica degli eventi
e aveva ritenuto probabile che i carabinieri avessero voluto imporre una prova
di forza militare escludendo tecniche operative idonee a permettere una cattura
incruenta dei brigatisti
Rimangono tuttora dubbi sulla dinamica del blitz. Molti, tra cui Prospero
Gallinari, dichiararono che i 4 erano stati sorpresi nel sonno e non c’era
stata alcuna sparatoria, altri, invece, che i brigatisti, presi in trappola, si
erano arresi (lo stesso Peci dichiarò che quella era la procedura da seguire in
casi simili, mostrandosi sorpreso delle morti). Ugo Pecchioli, ministro ombra
dell’Interno del PCI, parlò di "eccidio di via Fracchia a Genova, dove i
carabinieri uccisero, in un conflitto a fuoco, tutti i brigatisti che trovarono
in quel covo, mentre forse avrebbero potuto catturarli vivi"
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