Egr.Sig.ri Sindaci dei Comuni di
Acuto
Anagni
Bellegra
Cave
Genazzano
Paliano
Piglio
Olevano Romano
Rocca Santo Stefano Roiate
San Vito Romano
Segni
Serrone
Valmontone
Oggetto: comunicazione per la riunione del Tavolo Ambiente del 23 Settembre p.v. in Valmontone
Con la presente le Associazioni:
-Laboratorio Comune Alta Valle del Sacco;
-Comitato LIP Valle del Sacco;
-Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone;
-Gruppo disoccupati di Ceccano;
-Famiglia Futura di Ceccano;
-Comitato Residenti Colleferro
in occasione della riunione in oggetto, comunicano quanto segue:
1 – Le intenzioni della Regione Lazio per la gestione dei rifiuti stanno emergendo con chiarezza e rischiano di provocare danni enormi ed irreparabili all’ambiente della Valle del Sacco, di aggravare lo stato di salute della popolazione, e di compromettere definitivamente il tessuto produttivo –in specie del settore agricolo- del nostro territorio.
In realtà, la “risorsa rifiuti” è tale solo sulla carta poiché il nodo è la gestione del ciclo dei rifiuti; in tal senso gli indirizzi della Regione Lazio, preoccupata esclusivamente di risolvere la “pretesa” emergenza della Capitale, penalizzano enormemente la Valle del Sacco dove saranno con tutta probabilità collocati i nuovi impianti di trattamento dei rifiuti tesi a soddisfare il fabbisogno di Roma.
Confermano quanto sopra il moltiplicarsi delle richieste di autorizzazione all’apertura di nuovi impianti di tutte le tipologie dal compostaggio al termovalorizzatore, la mancata attivazione del procedimento di VAS sul fabbisogno impiantistico (Del.Cons. Regionale 8/2013), che tarda da oltre un anno, e la recente normativa (art.14 comma 1 del DL 91/2014) che attribuisce al Presidente della Regione Lazio poteri straordinari ed enormi circa la gestione ed il trattamento dei RSU, con la quale potrà essere autorizzato l’esercizio dei predetti impianti, con amplissima deroga alle normative di salvaguardia dell’ambiente e con enorme discrezionalità da parte dell’amm.ne regionale.
Inoltre, contribuisce a delineare il preoccupante quadro la recentissima normativa (art. 35 del DL 133/2014) introdotta dal c.d. “sblocca Italia” conferisce poteri eccezionali al Governo in materia di trattamento dei rifiuti urbani, con ampia discrezionalità sugli impianti realizzare.
Ed ancora, le recenti modifiche introdotte alla LR 24/1998 attraverso il Piano Casa, che consentono la collocazione di impianti di trattamento dei rifiuti in zone sottoposte a vincolo paesistico, anche in deroga alle classificazioni di zona dei PTP e dei PTPR, e che rischiano di depauperare e danneggiare irreversibilmente una delle ultime risorse del nostro territorio: la produzione enogastronomica di eccellenza.
2 – Per fronteggiare tale situazione riteniamo sia necessaria una strutturata e costante collaborazione fra le associazioni, comitati ed organizzazioni dei cittadini da una parte, e le amministrazioni comunali dall’altra, collaborazione intesa non come mera consultazione ed audizione dei rappresentanti della società civile, ma come concreta partecipazione alle scelte e decisioni dei sindaci e degli enti locali, utilizzando tutte le sinergie possibili peraltro incoraggiate e favorite dalle normative esistenti in tema di partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa dei Comuni.
In questo senso, si auspica e si insiste affinchè lo Statuto del Tavolo Ambiente, la cui redazione è stata preannunciata nell’ultimo incontro svolto ad Anagni nel Luglio scorso, tenga conto del ruolo delle associazioni dei cittadini come parte attiva del medesimo Tavolo, nella prospettiva innanzi indicata.
3 – Quale prima e concreta iniziativa, le associazioni intendono presentare e sottoporvi la proposta di delibera congiunta già elaborata ed articolata dal Laboratorio Comune Alta Valle del Sacco ed allegata alla presente, che i Sindaci possono proporre all’approvazione dei rispettivi Consigli Comunali e che costituirebbe azione di indirizzo politico-amministrativo con la quale esplicitare formalmente alla Regione Lazio la contrarietà dei rappresentati istituzionali del territorio e dei cittadini all’attività ed agli indirizzi nel settore dei rifiuti.
Le associazioni, inoltre, intendono richiedere formale audizione alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale e raccogliere la disponibilità dei Sindaci a partecipare congiuntamente alla detta audizione.
4 - Infine, si sottopongono al Tavolo dei Sindaci una serie di priorità che riteniamo debbono obbligatoriamente essere affrontate onde dimostrare –con atti e provvedimenti concreti- sia la reale efficacia del Tavolo che la determinazione e volontà di risolvere le questioni ambientali che affliggono il nostro territorio.
4.1 – L’art.205 Dlgs 152/2006 ed il Piano di Gestione dei Rifiuti del Lazio, hanno imposto a tutti i Comuni il raggiungimento della percentuale minima di Raccolta Differenziata dei rifiuti del 65% entro il 31.12.2012.
Il mancato raggiungimento di tale percentuale comporta, oltre che un grave danno ambientale, un pregiudizio economico per i cittadini ed un danno erariale alle casse degli enti locali direttamente addebitabile agli amministratori dei Comuni, come argomentato e sancito dalla recente sentenza della Corte dei Conti n.83 del 27 Maggio 2013.
Orbene, molti dei Comuni della Valle del Sacco non hanno raggiunto né la percentuale del 65% prevista al 31.12.2012, né i livelli intermedi cui alla Legge 296/2006, art.1 comma 1108, ovvero almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007, il 50% entro il 31 dicembre 2009 ed il 60% entro il 31 dicembre 2011.
Pertanto, invitiamo i Sindaci del Tavolo Ambiente a verificare i livelli di RD nei loro Comuni e ad attivarsi con urgenza affinché le percentuali raggiungano le quantità previste dalla normativa vigente.
Occorre sottolineare che la necessità di raggiungere le percentuali indicate si impone al fine di perseguire una corretta gestione del ciclo dei rifiuti che, attraverso la prevenzione, il riciclo e il riuso, conduca ad una sostanziale riduzione del rifiuto indifferenziato. Tale obiettivo appare tanto più necessario in virtù della situazione che da pochi giorni investe i Comuni che conferiscono nella discarica della Fagiolara: l’assenza di una corretta gestione e di una adeguata programmazione hanno determinato la chiusura del tritovagliatore e la necessità di trasportare i rifiuti prima presso il TMB di Aprilia e poi nuovamente presso la discarica di Colleferro, con conseguenti maggiori oneri per la collettività. Tali oneri non sono imputabili ai Comuni virtuosi che hanno attuato un processo di raccolta differenziata spinta e dovrebbero essere sostenuti in primo luogo da quanti, per inefficienza nella programmazione e per mancato raggiungimento di percentuali di differenziazione adeguate, contribuiscono direttamente ad aggravare i costi derivanti da tale paradossale condizione.
4.2 – Il Sito d’Interesse Nazionale denominato “Provincia di Frosinone” (da non confondersi con l’altro SIN “Bacino del Fiume Sacco”) istituito con DM 02.12.2002 e perimetrato con DM 23 Ottobre 2003, ora di competenza della Regione Lazio a seguito del DM 11.01.2013, individua n.121 discariche da bonificare sul territorio di numerosi Comuni della Provincia di Frosinone e della Valle del Sacco.
Ad oggi, dopo oltre dieci anni dall’istituzione di detto SIN, le bonifiche concluse sono solamente poco più di trenta.
Anche in questo caso oltre al rilevantissimo danno ambientale, si è prodotto un grave pregiudizio economico che ricade e ricadrà sui cittadini, giacchè la Corte di Giustizia Europea già con sentenza C135/05 del 2007 aveva condannato lo Stato Italiano e gli enti locali per la mancata bonifica di dette discariche, e con ulteriore sentenza attesa a breve per il giudizio n. C196/13 verrà irrogata una sanzione di oltre 60 milioni di Euro sempre come conseguenza dell’omesso risanamento ambientale, sanzione che costituisce danno erariale addebitabile agli amministratori inadempienti.
Diverse discariche di quelle censite nel SIN “Provincia di Frosinone” sono presenti nei territori dei Comuni della Valle del Sacco e del Tavolo Ambiente.
Invitiamo i Sindaci ad attivarsi con urgenza al fine di conseguire le bonifiche de qua, rammentando quanto previsto dall’Art.250 del TU Ambiente che impone ai Comuni territorialmente competenti l’esecuzione delle opere necessarie.
4.3 – Il Piano di Gestione del Bacino Idrografico dell’Appennino Meridionale, approvato con DPCM del 10 Aprile 2013, in relazione al Bacino del fiume Sacco ha rappresentato il grave stato di inquinamento delle acque (grado “pessimo” della scala UE, Direttiva 2000/60), dovuto in particolare al mancato funzionamento, lungo tutta l’asta fluviale, degli impianti di depurazione dei reflui sia industriali che civili.
Diversi impianti di depurazione si trovano nel territorio di competenza dei Sindaci del Comuni aderenti al Tavolo o comunque nei Comuni della Valle del Sacco.
Si invitano, pertanto, i Sindaci a verificare i sistemi di depurazione dei reflui ed a provvedere, nell’ambito delle loro competenze, al funzionamento degli impianti.
5 – Infine, segnaliamo ai Sindaci del Tavolo che la maggior parte del Comuni della Valle del Sacco sono stati esclusi dal perimetro delle aree interne del Lazio come territorio di cui alla Fase I della Strategia Nazionale Aree interne di cui alla DGR Lazio n.477/2014; ciò comporterà l’esclusione della possibilità di ottenere fondi UE per lo sviluppo economico e sociale, e per le politiche di risanamento e tutela ambientale.
Pertanto, le determinazioni dell’amministrazione regionale anche in questo caso hanno fortemente penalizzato la Valle del Sacco, a vantaggio di altri comprensori.
Restiamo in attesa di un Vostro riscontro da far pervenire all’associazione Comitato LIP Valle del Sacco, all’indirizzo mail lip.vallesacco@gmail.com
Con Osservanza
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