Ai Consiglieri Comunali Comune di Frosinone
P.c. Ai Parlamentari eletti nella provincia
Ai Consiglieri Regionali eletti nella provincia
Al Presidente Amministrazione Provinciale Antonio Pompeo
AL Sindaco Giuseppe Morini di Alatri
Al Vice Sindaco Francesco Trina Comune di Frosinone
Alle forze sociali
Carissimi Consiglieri Comunali,
per l’ennesima volta da due anni, in merito all’occupazione dei lavoratori ex Multiservizi, il 28 maggio si torna alla Regione per attendere i risultati di un tavolo che più che apparecchiato sarebbe da apparecchiare.
Il Comune di Frosinone, che tiene il banchetto, si presenta sempre a mani vuote. Anzi più di qualche volta ha preteso di “azzuppare” il pane nelle scodelle altrui. Ma la cosa più rilevante è che ha sempre descritto la propria dispensa come vuota e impossibile da riempire. Sappiamo invece che nottetempo - e anche di giorno - la dispensa veniva saccheggiata da personaggi a cui è stato permesso: hanno spacchettato il vitto, hanno detto che l’avrebbero donato, bontà loro, agli svantaggiati, che invece non hanno visto niente; hanno affermato che sarebbe durato cinque mesi e invece sono ancora là da due anni a banchettare; e, soprattutto, si sono mangiati tutto ciò che si diceva non vi fosse disponibile per gli altri che sono intanto impegnati nel ripagare debiti salati non contratti da loro, anzi moltiplicando ancora ciò che prima non vi era, senza che alcuno gridasse al miracolo.
Ora qualcuno dall’alto ha suggerito che la dispensa non può essere saccheggiata così platealmente. Addirittura è sopraggiunta la legge a chiarire alcune minime regole per non strabordare eccessivamente dalla legittimità amministrativa. La Giunta quindi si è riunita in conclave, con nuovo grave sprezzo del Consiglio Comunale, per fornire la scialuppa di salvataggio agli ormai bulimici personaggi e provare a continuare come sempre. Ci si ingegna, si legge e rilegge le note della norma, si cerca in tutti i modi di non chiudere ‘sta cucina ma renderla sempre disponibile.
Egregi Consiglieri, avete letto e votato, con i soliti “avvertimenti” di “qualcuno”, l’ordine del giorno presentato anche da una parte della maggioranza, dove si manifesta l’ennesima disponibilità a tracciare un percorso comune. Peccato però che nelle segrete stanze alla faccia delle prerogative del Consiglio Comunale, si prova a trovare una quadra per quell’inestricabile, colpevolizzante percorso di esternalizzazione dei servizi alla “ciociara”.Appena qualche ora dopo compariva all’albo pretorio la determina 631/15Affidamento a mezzo di Procedura Aperta per l’affidamento dei Servizi Cimiteriali. Determinazione a contrattare ai sensi dell’art. 192 del D.Lgvo nr. 267/2000 e ss. mm. - Approvazione Capitolato Speciale d’Appalto, DUVRI, Schema disciplinare di gara, determina, aggravata dalla estensione dei servizi, per €.349.000,00 all’anno per tre anni.
E’ evidente dunque che la relazione con noi, esclusi al passaggio alle cooperative oggi attendati da più di un anno, continua a fondarsi su terreni che non sono quelli di confronto per una possibile condivisa via d’uscita, ma sono quelli di una sostanziale, perpetuata e pesante presa in giro collettiva. I lavoratori, pur consapevoli, non sanno però giocare a tale partita. Le armi di opposizione alla violenza del potere, perché di ciò si tratta, sono spuntate. Essi, d’altro canto, non passano la loro esistenza a pensare e ad adoperarsi nel favorire alcuni piuttosto che altri; a imporsi escludendo; a raggirare in favore proprio. In altro modo avrebbero fatto carriere diverse.
Noi siamo brutti sporchi e, a parole, cattivi, forse, ma necessariamente figli della nostra storia di obbedienti/subordinati che all’ennesimo diritto violato hanno osato alzare la testa. Siamo stati puniti e continuiamo ad essere puniti e colpevolizzati nonostante fossimo gli ultimi da poter biasimare nel disastro Multiservizi. Agli occhi di chi per raggiungere le vette della politica polarizza fino allo scontro le posizioni, mostrandosi quindi provocatorio, indefettibile, supponente, ma condiscendente con i poteri forti (lèggasi acqua e sanità per tutti), vi è poco interesse nel volgere il capo verso le drammatiche esigenze primarie della maggioranza della popolazione. Anzi è nella durezza delle risposte che ci si è fatti scudo nell’intimorire l’intero Consiglio Comunale e tramutarlo in una camera consenziente, confusa nel non comprendere ciò che è di proprio indirizzo e ciò che è di controllo, ripristinando all’uopo clamorose alleanze.
A Roma, purtuttavia, ci andiamo lo stesso e pure in tanti. Anche davanti alla preannunciate scelte già probabilmente consumate. La ricerca della giustizia, quella sociale, ma non solo visto come stanno andando le cose, non ci può frenare ora che tutti hanno verificato sulla pelle di chi si amministra e su quale illusione immaginaria ci si vanta dei risultati positivi per la città.
Non ci sarà stadio, non ci sarà festa, non ci sarà questione ammantata di sviluppo se prima non sarà risolto il dramma dell’occupazione, del reddito, di migliaia e migliaia di persone in preda alla presente povertà e prossima ventura miseria.
Saluti dalla tenda che pure è davanti al Municipio da 416 giorni ma appare, a chi di dovere, invisibile.
Frosinone 27 maggio ’15
I lavoratori della Frosinone Multiservizi
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