Coordinamento Regionale Acqua Pubblica
Due iniziative pubbliche, a Roma e Frosinone, sono state l'occasione per i comitati dell'acqua di intercettare l'Assessore Refrigeri e i vertici regionali del Pd, per ricordare loro gli impegni non mantenuti sul riordino del servizio idrico nel Lazio.
A settembre infatti, con la messa in sicurezza della Legge 5/2014 sulla gestione pubblica dell'acqua nel Lazio, la Giunta si è data 90 giorni di tempo per formulare una proposta sulla definizione dei nuovi Ambiti di Bacino idrografici, attraverso un tavolo partecipato.
In caso contrario, è pronta da mesi la proposta di legge 238, costruita dalle comunità locali e sostenuta da consiglieri di maggioranza e opposizione.
Cosa aspettano Zingaretti e Refrigeri?
In sospeso l'eterna domanda: Il Pd sta con l'acqua pubblica o con i profitti di Acea SpA? In Campania ha scelto la seconda strada, nel Lazio cosa farà? In entrambe le regioni i comitati e il forum italiano dell'acqua rimangono mobilitati Per questo il coordinamento regionale del Lazio sostiene la manifestazione di sabato 28 a Napoli
Di seguito il Comunicato Stampa:
Dalla Campania al Lazio, vogliamo una gestione pubblica e partecipativa dell'acqua
Nel nostro paese le nuove leggi regionali sul servizio idrico integrato stanno diventando il terreno di scontro tra i fautori delle “nuove privatizzazioni” e coloro che si oppongono alla consegna al mercato del bene comune acqua.
Diversi casi risultano emblematici: l'impugnativa da parte del Governo della legge siciliana, quella della legge laziale (n. 5/2014) e in ultimo il fatto più grave, ovvero l'approvazione della legge De Luca/Bonavitacola sul riordino del servizio idrico integrato in Campania che limita, fino quasi ad annullare, i poteri decisionali dei Comuni accentrandoli in un unico ente, svilisce la partecipazione della cittadinanza e punta diritto alla privatizzazione della gestione dell'acqua, oltre a svendere le sorgenti e mettere sotto attacco l'esperienza di ABC Napoli.
Come Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, in particolare, intendiamo segnalare il nostro sostegno ai comitati campani che hanno convocato una manifestazione per sabato 28 maggio al fine di denunciare con forza quanto la legge approvata sia contraria alla volontà espressa con il voto referendario del 2011, favorisca le lobbies e penalizzi il diritto umano all'acqua.
Nel Lazio, nonostante l'impugnativa sulla Legge 5 sia stata superata, la Giunta regionale continua a ritardarne l'applicazione, ostacolando così la partecipazione delle comunità locali sulla gestione dell'acqua, e aprendo la strada ad ulteriori privatizzazioni.
Nel Lazio, nonostante l'impugnativa sulla Legge 5 sia stata superata, la Giunta regionale continua a ritardarne l'applicazione, ostacolando così la partecipazione delle comunità locali sulla gestione dell'acqua, e aprendo la strada ad ulteriori privatizzazioni.
Anche nel Lazio sono infatti fortissime le spinte alla creazione di un ATO unico regionale con un conseguente gestore unico che appare scontato, ovvero ACEA S.p.A.. Ciò provocherebbe un allontanamento dei luoghi decisionali dai territori, risulterebbe in esatto contrasto con i principi sanciti dalla legge regionale n. 5/2014, promossa e voluta da comitati e enti locali, e si configurerebbe come un primo passo utile verso la grande fusione del centro Italia di cui ACEA stessa sarebbe protagonista e la Campania uno dei territori coinvolti.
Pertanto ci teniamo a ribadire l'urgenza e la necessità di dare attuazione alla legge 5/2014, definendo i nuovi Ambiti di Bacino Idrografico e adottando la nuova convenzione di cooperazione che ne indichi le forme di governo.
C'è un'alternativa possibile e praticabile per riportare l'acqua e la democrazia nelle nostre comunità, contenuta nella proposta di legge 238, ancora sepolta in commissione ambiente.
Annunciamo, a partire dal sostegno alla manifestazione campana, che metteremo in campo una mobilitazione forte e decisa affinché tale alternativa si traduca in atti concreti da parte dell'amministrazione regionale.
Annunciamo, a partire dal sostegno alla manifestazione campana, che metteremo in campo una mobilitazione forte e decisa affinché tale alternativa si traduca in atti concreti da parte dell'amministrazione regionale.
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