Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 22 dicembre 2015

GLI SCACCHI SONO UN GIOCO COMPLESSO

Newsletter n° 1 del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone


L'incontro convocato dal Sindaco di Ceccano per discutere, ancora una volta, della risoluzione della convenzione di gestione, del contratto con ACEA, era una cosa buona. Perché? Intanto perché nella lettera di convocazione del Sindaco si coglievano alcuni elementi di novità. In primo luogo si partiva dall'assunto che ACEA ATO 5 S.p.A. era stata formalmente messa in mora e pertanto l'eventuale risoluzione del contratto era finalmente un atto concreto ed efficace che l'Autorità d'Ambito avrebbe potuto, potrebbe, immediatamente assumere. Che questa possibilità poi sia vanificata da un'assemblea controllata dai capi-bastone politici, tutti, indistintamente con Acea, è un dato politico di cui chiamare a rispondere qui partiti e quei personaggi politici che blaterano di demagogia. Discorso diverso è presentare questa giusta campagna politica come risolutiva per la nostra vicenda. Infatti è inutile guardare il dito senza accorgersi della luna. Acea Ato 5 S.p.A. in questo momento è particolarmente aggressiva e feroce (distacchi docet) perché ha la necessità di dimostrarsi affidabile agli occhi degli investitori finanziari e quindi non può permettersi di lamentare sofferenze (fatture non pagate) per centinaia di milioni di euro. Che significa? Il progetto di ACEA S.p.A. (quella vera, non il bancomat costituito da ACEA ATO 5 S.p.A.), spianato dal governo Renzi con lo "sbocca Italia" - dicembre 2014 - è quello di realizzare un unico gestore per Toscana, Umbria, Lazio, cui aggiungere successivamente, Campania, Molise, Basilicata e Puglia, con un volume di affari tali da consentirle  di competere in maniera aggressiva sui mercati internazionali. Nulla si oppone a questo disegno se non il sassolino costituito dalla legge n. 5 del 2014 della regione Lazio. Se salta questo sassolino, nulla impedirà ad ACEA di realizzare il suo disegno con buona pace di tutte le proteste dei singoli sindaci. Per chiarire, la giunta regionale campana ha appena approvato la nuova legge regionale che prevede l'ATO unico nella cui “autorità di governo” tutti i sindaci della Campania valgono 5 voti su 20 e nelle assemblee dei sub ambiti (che al massimo possono fare proposte) saranno presenti 30 sindaci (con subambiti con anche più di 200 comuni!). La Toscana di Renzi ha una legge analoga. Ricordiamo ancora che con lo "sbocca Italia" il governo ha imposto che in ogni ambito vi sia un unico gestore, individuato in quello che già gestisce almeno il 23% delle reti ... chi è allora il fantomatico gestore per il Lazio? Tanto per essere ancora più chiari, il disegno di Acea è in accordo - non in “concorrenza" - con le altre 3 grandi multiutility italiane con cui si è spartita il territorio nazionale. Questo significa che in un'eventuale gara ACEA S.p.A. non avrebbe comunque concorrenti. E questo significa ancora che, ammesso che la regione non molli la legge 5/2014 e non si adegui ai progetti di governo e ACEA S.p.A., l'unica residuale possibilità di soluzione è che questa,  assemblea dei sindaci, opti per la costituzione di un'azienda speciale consortile. Tralasciando di considerare quanto sia residuale questa possibilità, bisogna anche ricordare come dopo che l'assemblea avesse votato la risoluzione per colpa della convenzione, fino alla decisione di costituire l'azienda speciale consortile, alla sua costituzione, alla sua organizzazione e alla sua operatività, la gestione del servizio rimarrebbe comunque a carico di ACEA ATO 5 S.p.A., con buona pace per le concrete ed immediate necessità dei cittadini, sotto il bombardamento privatizzatore del governo e gli interessi ben tutelati della più grande multiutility del Paese. Che fare? Non ci sono scorciatoie. Agitare facili soluzioni illudendo i cittadini che la questione possa essere risolta con un semplice atto politico di questo o di quel sindaco, in realtà significa solo disarmare i cittadini di fronte all'aggressione che stanno subendo. Questa si, è demagogia, magari agitata per banali scopi elettoralistici. Quello che dobbiamo cercare di fare è comprendere che la vicenda dell'acqua nel nostro territorio, non è un fatto da rubagalline, ma è dentro un piano politico, economico e sociale, che coinvolge l'intero Paese e che punta a negare i diritti essenziali ai cittadini che saranno costretti, a partire dall'acqua, a pagarsi l'indispensabile alla vita, sul mercato e, nello specifico, dal monopolista. I sindaci, in questa partita, non sono neanche degli alfieri, sono delle pedine tranquillamente sacrificabili sulla scacchiera. Presentarli come “re” potrà essere utile a fini elettoralistici, ma ci farà perdere la partita. A scacchi le partite si vincono considerando tutta la scacchiera.

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