Quest’anno si chiude con una sciagura. Qualche giorno
fa, il 15 dicembre, se ne è andato un Padre della Patria, forse l’unico vero Statista
che meritasse questo appellativo. E’ un peccato perché quanto la sua saggezza e
sapienza avevano predisposto nel “piano
di rinascita democratica” sta per concretizzarsi senza che il sommo possa
ammirare il compimento dei suoi illuminati auspici .
Si sta in effetti
concludendo l’iter di espropriazione al Parlamento delle prerogative legislative, per
trasferirle completamente all’esecutivo. Il Presidente del Consiglio, sta per
essere investito del potere di poter
eleggere i giudici costituzionali e i membri del consiglio superiore della
magistratura. Le televisioni e la stampa, pubbliche e private, sono ormai nel
pieno suo controllo. Il conflitto sociale
è ormai quasi del tutto disinnescato, grazie all’impegno repressivo delle forze
dell’ordine e alla collaborazione di quelle organizzazioni sindacali che, mentre fingono di difendere i
lavoratori, li vendono al padrone.
E’ in dirittura d’arrivo il depotenziamento
del Senato, così come sancito nel piano
di rinascita, anzi si sta realizzando qualcosa di meglio, come la
sottrazione ai cittadini del diritto di
eleggere i Senatori. Il jobs act, con
l’introduzione del licenziamento libero,
è una traduzione estremamente evoluta di quanto il Sommo Padre della Patria aveva sancito nel suo
programma, cioè la drastica riduzione dei salari a fronte dell’aumento della
produttività.
Finalmente si sta procedendo alla neutralizzazione dei nefasti
effetti di quella iattura che è la Costituzione Repubblicana. Un incidente di
percorso, un’insensatezza che anziani usurpatori del titolo di Padri della
Patria, terrorizzati dalle vicende della guerra, necessaria ma ahimè perduta , hanno posto sul cammino di una corretta
gestione del potere.
Il nostro
vero Padre della Patria si è speso in ogni modo, per estirpare il bubbone di un
anomalia chiamata democrazia. Si è impegnato, con altri coraggiosi camerati,
nell’ ordire un colpo di Stato, nel destabilizzare la pace sociale depistando le indagini sulle stragi di Stato. Si è
impegnato con tutte le forze nel coadiuvare la CIA, organizzando una struttura
clandestina in Italia atta a scongiurare il pericolo del comunismo. Ha
assoldato generali, politici, imprenditori, pezzi deviati delle forze dell’ordine
per raggiungere il suo scopo.
Oggi grazie anche all’impegno di politici del
calibro di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, il suo piano di rinascita democratica sta diventando realtà. Onore e
gloria dunque al padre della Patria, venerabile Massone Licio Gelli rapito alla nostra vita da un destino cinico e baro.
Siamo tristi, ma ci consoliamo constatando con quale zelo gli attuai governanti stiano mettendo in
pratica i suoi insegnamenti.
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