Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 7 gennaio 2016

E' il revisionismo bellezza !

Luciano Granieri




La mancata commemorazione da parte del Comune di Frosinone dei tre giovani toscani, trucidati dai nazifascisti presso il curvone di viale Mazzini, il 6 gennaio del 1944,  ha suscitato amarezza e sdegno presso alcuni membri dell’ex consiliatura comunale , come la socialista Gerardina Morelli, e l’ANPI provinciale. Fu la stessa Morelli, insieme ad uno dei dieci superstiti dell’eccidio, Angiolini Terrinazzi,  e al professor Virginio Reali ad inaugurare, nel 2004, il monumento, realizzato dal maestro Alberto Spaziani,  alla memoria dei  tre giovani martiri. E’dunque comprensibile l’amarezza dell’esponente socialista locale , che ha denunciato l’insensibilità dell’attuale Giunta comunale, al quotidiano “L'INCHIESTA”, così come è comprensibile lo sdegno delle associazioni partigiane  della Provincia. 

In realtà non c’è da meravigliarsi  del fatto che  il sindaco Ottaviani abbia  snobbato la commemorazione di un accadimento  tanto tragico quanto   importante per la storia del nostro Capoluogo. Si sa la lotta partigiana è un argomento scivoloso, divisivo, si direbbe oggi. E’ noto il processo di mistificazione storica, che sin dal dopoguerra ha preteso di paragonare i repubblichini ai partigiani in base ad una presunta parità di adesione fideistica all’una o all’altra parte. 

Persino il Comune di Frosinone il 2 novembre 1947, ad avvenimenti ancora recenti,  nella lapide posta a memoria dell’eccidio dei ragazzi toscani in Viale Mazzini, scrive che i tre martiri sono caduti sotto il piombo di un plotone di Saccardi !? (truppe di saccheggio attive nel medio evo), anziché di nazifascisti o tedeschi. Guai a macchiare di una tale efferata strage   la Germania, che già  nel 1947 era tornata ad essere nostra alleata, unita con noi  nel patto atlantico con gli Stati Uniti, contro il pericolo del comunismo.  


La vulgata del  revisionismo storico  ha avuto come convinti adepti anche ex presidenti della Camera riformisti . Ricordate l’uscita di Luciano Violante sulla comprensione  che si deve ai giovani che scelsero di stare dalla parte della Repubblica Sociale? E’ capitato anche all’interno di una nostra battaglia per le terme romane, sentirci apostrofare da nostri stessi sodali di lotta, di essere di “parte” per aver voluto inserire la raccolta firme a favore del sito archeologico, all’interno di una manifestazione celebrativa del 25 aprile, e per  aver voluto associare la lotta di liberazione dal nazifascismo alla lotta di liberazione dalla dittatura del cemento che soffoca Frosinone. 

Dunque la questione dell’antifascismo è da evitare come la peste se si è in cerca di consenso, e soprattutto se sopra la poltrona di sindaco ti ci hanno messo proprio i post fascisti, per quanto nelle scorse elezioni comunali, un po’ di nostalgici delle camice nere stavano anche dall’altra parte.  

Sicuramente l’attuale sindaco della città non ha molta dimestichezza con le celebrazioni antifasciste. Nel primo anno di consiliatura, nel celebrare il 25 aprile,  in piazza è risuonata, in luogo dell’inno partigiano di rito “Bella Ciao”,  “La leggenda del Piave”. Non sappiamo se il sindaco abbia sbagliato guerra consapevolmente, certo vuoi mettere il patriottismo che sta nel verso  “Il Piave mormorò, non passa lo straniero" zan zan!  E’ un inno “condivisivo” non divisivo. 

 L’anno dopo invece, sempre il 25 aprile, sempre in Piazza della Libertà,  dopo il discorso, infarcito di luoghi comuni del Primo cittadino, sono risuonate le note di The  Great Gig in the Sky, tratta dell’album The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. In realtà i Pink Floyd c’entrano un po’ di più con la liberazione, rispetto alla canzone del Piave.  Roger Waters, il bassista del gruppo, ha ritrovato proprio a Cassino la tomba del padre, tenente Eric Waters,  morto nel corso della battaglia di Anzio. Ma dubitiamo che Ottaviani lo sapesse.

 Sia come sia anche noi ci associamo allo sdegno di Gerardina Morelli e apprezziamo molto il fatto che l’ex consigliera  abbia voluto spontaneamente porre una corona d’alloro presso il monumento dei martiri tosacani, per commemorare l’eccidio nazifascista. Volgiamo però in parte consolare Gerardina. Purtroppo revisionismo ed ignoranza, producono queste orribili dimenticanze, bisognerebbe  farsene una ragione……o no? 

Per  consolarci tutti, riportiamo alcune immagini delle commemorazioni precedenti.



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