Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 7 gennaio 2016

No alla repressione contro i militanti del Partito dei CARC di Roma e del Lazio: appello alla solidarietà!

Carc Roma

Facciamo appello ai comunisti e ai compagni ovunque collocati a sostenere la lotta dei compagni del P.CARC di Roma e del Lazio contro la repressione. Negli ultimi due anni i Tribunali di Roma e Cassino (FR) hanno aperto diversi procedimenti contro i nostri militanti e tre di questi nei prossimi mesi, entreranno nelle fasi decisive.
Processo per la manifestazione sotto Montecitorio del 14 settembre 2011 contro l'approvazione della legge finanziaria. Il Tribunale di Roma spalleggiato dalla polizia politica sta cercando di portare a compimento un processo contro 6 militanti del movimento romano (tra cui Andrea De Marchis, Segretario Federale del P.CARC nel Lazio) presi nel mucchio tra le migliaia che quel giorno protestarono in piazza Montecitorio contro la votazione dell'ultima finanziaria “lacrime e sangue” dell'allora governo Berlusconi. Attraverso un'accozzaglia di prove fotografiche mal composte a dimostrare il “lancio di oggetti pericolosi” e una decina di presunti referti medici a dimostrare la “resistenza aggravata a pubblico ufficiale” si vogliono processare e condannare 6 militanti per aggiungere un tassello in più al processo di attacco alla libertà di manifestazione di tutti (analogamente a quel che accade in altri centinaia di procedimenti simili da un capo all'altro del paese). Il messaggio di questo e altri simili procedimenti è chiaro: piazza Montecitorio e zone limitrofe (i palazzi del potere di lor signori) devono essere zone off-limits ai movimenti e alle lotte sociali, specialmente quando queste non scendono in piazza ben composte per depositare petizioni o invocare trattative bensì per chiedere la cacciata delle caste di criminali che si succedono al governo del paese. In questo processo il nostro compagno è processato per “resistenza aggravata a pubblico ufficiale” e “lancio di oggetti pericolosi”.
Processo per le occupazioni abitative del movimento di lotta per la casa di Cassino(FR) del luglio/agosto 2013. Nell'estate 2013, su iniziativa della sezione locale del P.CARC e dell'ASIA USB, si costituì il movimento cittadino di lotta per la casa che fu promotore nel corso di tre mesi di due occupazioni abitative di stabili abbandonati da decenni (una palazzina di proprietà della locale caserma dell'esercito e i locali dell'ex colonia solare di proprietà comunale), di un accampamento della durata di un mese davanti al Municipio e di diverse iniziative di lotta. Dopo lo sgombero delle prime due occupazioni, sono diversi i nuclei famigliari che hanno conquistato il diritto alla casa occupando altri stabili abbandonati presenti nel territorio cassinate. A distanza di anni il Tribunale di Cassino chiede il conto ai nostri militanti cercando di intentare contro di essi un doppio processo con l'accusa di “invasione di edificio pubblico” e “ istigazione a delinquere” contro il segretario Federale Andrea De Marchis e contro i militanti della sezione di Cassino, Mario Melaragni e Vincenzo Durante (quest'ultimo consigliere comunale in carica del P.CARC al Comune di Cassino).
Processo per la manifestazione contro la visita di Giorgio Napolitano a Cassino del 15 marzo 2014. Quel giorno i movimenti della città di Cassino e del resto della provincia di Frosinone scesero in piazza con gli obiettivi di denunciare il ruolo politico di Giorgio Napolitano (quale servo della Troika, gran promotore delle misure di “lacrime e sangue” contro le masse popolari e smantellatore della democrazia nel nostro paese) e di mettere sulla piazza il volto reale della crisi del capitalismo e dei suoi effetti sugli operai, i lavoratori, i giovani del paese e del territorio (oltre l'immagine patinata della parata di regime svoltasi quel giorno a Cassino). Nonostante una città militarizzata e il clima di paura suscitato contro la manifestazione gli obiettivi sono stati raggiunti. Proprio per questo motivo giudici e polizia politica hanno posto in atto i propri provvedimenti repressivi, questa volta attaccando la campagna Chiara DM, condannata al pagamento di una multa di 1700 euro per uso “non autorizzato” del megafono durante la manifestazione (megafono che, tra l'altro, durante la manifestazione le fu sottratto e distrutto da un manipolo di poliziotti).
I procedimenti relativi a questi attacchi repressivi sono la parte più gravosa dell'insieme delle denunce, dei processi e delle sanzioni che nel corso di questi anni hanno colpito militanti della nostra organizzazione a Roma e nel Lazio. Si tratta di tre procedimenti gravosi soprattutto dal punto di vista economico: tra spese legali, pretese di risarcimenti economici e multe i nostri compagni sono individualmente esposti per migliaia e migliaia di euro.
Sappiamo bene che questo accanimento repressivo non riguarda soltanto i militanti del P.CARC ma è il regime speciale a cui, in barba alla democrazia e alla Costituzione, sono sottoposti oggi tutti coloro che si fanno promotori delle lotte in difesa delle conquiste delle masse popolari che i governi della Repubblica Pontificia giorno dopo giorno vanno smantellando. Con la moltiplicazione dei processi all'opposizione politica e sociale esistente nel paese cercano di intimidire e scoraggiare quanti si organizzano e lottano contro i responsabili dell'attuale disastro economico e sociale. Con la chiamata alle armi per la nuova “guerra al terrorismo” e la retorica reazionaria contro questo o quel settore delle masse popolari cercano di eliminare quel che resta dei diritti democratici conquistati nel nostro paese.
Allo stesso tempo la nostra esperienza e la storia del movimento comunista e rivoluzionario ci insegna che la solidarietà di classe è la miglior arma per rispondere e sconfiggere la repressione e che la pratica dei diritti conquistati con la Resistenza è il modo più avanzato a nostra disposizione per difenderli. E' con questa linea di condotta che nei prossimi mesi risponderemo ai procedimenti a danno dei nostri compagni e che facciamo appello a sostenere le lotte contro la repressione in cui siamo e saremo impegnati. In particolare chiediamo ad ogni compagno che condivide le motivazioni di questo appello a fornire un sostegno economico ai nostri compagni per far fronte alle “spese straordinarie” che ci troviamo costretti ad affrontare. 
Noi sappiamo, perché lo sperimentiamo su noi stessi, quanto sia spesso difficile fare sacrifici ulteriori rispetto a quelli che i padroni ci impongono ogni giorno, le difficoltà che abbiamo per far quadrare i conti e arrivare a fine mese. Ma sappiamo anche che è importante organizzarsi e lottare, che qualcosa è sempre possibile fare per sostenere le cause giuste, ognuno a partire dalle condizioni concrete in cui si trova e in proporzione alle sue possibilità. In particolare oggi stiamo chiedendo ad ogni compagno di dare un sostegno concreto alla nostra resistenza contro la repressione e a quella delle/i nostre/i compagne/i e familiari. Ti chiediamo un contributo economico per resistere e per avanzare, rafforzare ed estendere la nostra organizzazione e con essa l'orientamento e la forza dei comunisti!


Puoi sostenere la nostra lotta contro la repressione divulgando e facendo conoscere questo appello e soprattutto sostenendo l’onere economico delle attività che stiamo mettendo in campo in risposta a questi procedimenti giudiziari, effettuando un versamento sul conto post-pay 4023 6009 0152 4357 intestato a Andrea De Marchis.

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC) 
Federazione Lazio - Via Calpurnio Fiamma, 136 – 00175 Roma
Metro “A” fermata Lucio Sestio - Tel 333.84.48.606
e-mail: fedlaziopcarc@rocketmail.com– sito: www.carc.it

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