Contrasto alla povertà, maggiore attenzione alle tematiche
sociali, una più equa distribuzione
del reddito per ridurre le
diseguaglianze fonte dei cosiddetti populismi. Questi, per il governo Gentiloni, sono i primi obbiettivi da conseguire , oltre
che una maggiore attenzione alla questione meridionale. Il Presidente del Consiglio la ha
dichiarato nel discorso di presentazione del suo Renzi-bis, tenuto alle Camere nel dicembre scorso dopo il disastro referendario.
Ma dagli
atti immediatamente seguenti all’insediamento dell’ esecutivo , sembra di
capire che i poveracci non siano quelli più duramente colpiti dalla disuguaglianza sociale, ma i banchieri. Infatti il fondo di 20 miliardi, necessario al salvataggio delle banche, contenente i 6,5 miliardi destinati al Monte Paschi di Siena, è stato approvato in 24 ore. Alla faccia della lentezza del bicameralismo
perfetto!
Del piano di salvaguardia
sociale, consistente nello stanziamento di 4 miliardi , necessari all’edificazione
di asili per la
prima infanzia, alla diffusione di scuole a tempo pieno, soprattutto al sud, e alla strutturazione di servizi per persone
disabili, ancora non vi è traccia. Né è stato predisposto il preventivato piano nazionale contro la povertà. Il “Rei” (reddito
d’inclusione per chi si trova in povertà assoluta), uno degli elementi del suddetto piano, (valore un 1milardo e 300mila
euro) è oggetto di una legge delega approvata alla Camera in
luglio e in attesa di essere
votata al Senato. Purtroppo a Palazzo Madama il passaggio del testo non è
ancora stato calendarizzato, campa cavallo!
Se poi i requisiti per accedere
al futuro Rei, saranno così stringenti come per il Sia (Sostegno d’Inclusione
attiva), misura di emanazione comunale , hai voglia a morire di
fame!!! Infatti per usufruire di questa tutela, oltre a dover denunciare un reddito al di sotto della soglia di povertà
assoluta, è necessario che nel nucleo familiare ci sia un minore o una donna
incinta. Come se un povero nella cui famiglia non vivano minori o donne incinte si ritrovi improvvisamente ricco.
La banche in difficoltà, invece, possono
accedere ai 20 miliardi, frutto del sangue dei contribuenti, senza particolari
requisiti. Anzi. Il fatto che istituti così malconci e disastrati,
come Monte Paschi, Veneto Banca,
Banca popolare di Vicenza, abbiano
denunciato buona parte dei propri guadagni in Stati e Staterelli dove si pagano imposte esigue, o non si pagano
proprio tasse , è un ottimo viatico per l'utilizzo di denaro pubblico. In realtà il vizietto dell’offshore è comune a
moltissime banche, quasi tutte.
Unicredit, ad esempio, l’anno scorso, ha allocato il 15% dei propri utili pre-tasse in Irlanda e
in Lussemburgo.
Per tornare al Monte Paschi di Siena, giova ricordare che la
banca “too big to fail” possiede società in Lussemburgo, in Irlanda e nel Delaware,
rifugio statunitense tax-free. Gli utili
pre-tasse registrati in paradisi fiscali
lo scorso anno sono stati 107 milioni di euro. Ma a sorprendere ancora
di più è sapere che la Mps Preferred Capital I Llc, compagnia del gruppo con base fiscale nel Delaware, nel
2015 ha realizzato 44,9 milioni di euro di utili, non avendo a busta paga alcun dipendente. Strano
vero? Ma no, è un vero miracolo
economico!
Dunque è del tutto normale
che, per salvare i poveri banchieri si
stanzino in un battibaleno 20 miliardi di denaro pubblico, e si rinunci, senza
colpo ferire, alle entrate fiscali che questi poveracci preferiscono evadere , ricorrendo
ai rassicuranti lidi dei paradisi fiscali. Allo stesso modo è del tutto normale che, se hai un reddito inferiore alla soglia di povertà e chiedi di accedere al sostegno d’inclusione attiva, senza dimostrare la
presenza nel tuo nucleo familiare di una donna incinta o un minore, sei un vero parassita della società. Del resto per Gentiloni, per il Presidente Mattarella e per tutti burocrati al soldo de capitale finanziario i poveracci veri sono i banchieri! Siamo noi proletari che ancora non l'abbiamo capito e forse mai lo capiremo.
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