Domenica 8 gennaio 2017 dopo una campagna elettorale dominata dallo
scontro personale dei consiglieri del PD di Anagni, Bondatti e Cecconi, portata
avanti da aggregati di partito senza idee e privi di un pensiero lungo, si voterà
per nominare 12 Consiglieri Provinciali.
Non voteranno purtroppo i cittadini ma al voto parteciperanno solamente
1146 Consiglieri Comunali e i 90 Sindaci in carica. Va precisato inoltre che si
nomineranno i Consiglieri ma non il Presidente. Infatti queste pasticciate disposizioni
prevedono che l’attuale Presidente, Antonio Pompeo, rimanga in carica
per altri due anni. Questo vuol dire che, almeno teoricamente, il Presidente dovrebbe/potrebbe
convivere con una maggioranza consiliare che gli si oppone.
Questa tornata elettorale coincide con l’esito referendario che ha disposto
l’esistenza in attività della Provincia. Per tanti anni gli innovatori, i riformatori e
i modernisti hanno ipotizzato la scomparsa di questo ente intermedio. In sostanza
hanno provato a dare, in parte riuscendoci, un colpo all’idea voluta dai Costituenti
di realizzare la repubblica delle Autonomia. Sono stati anni terribili che
hanno visto il proliferare di Enti privi di partecipazione popolare e di controllo,
fonte di spreco, dissipazione e sostanziale corruzione. Nella corsa al poltronificio
avviata e sviluppata in questi anni da parte dei partiti di cui non voglio fare la
storia, abbiamo visto la realizzazione e lo smisurato aumento dei costi ai presidenti
e membri dei Consorzi di bonifica , nel Lazio di 23 Comunità Montane,
dei GAL, acronimo di qualcosa di misterioso che non so specificare . Tre forme
associative che si interessano di agricoltura. Nelle ultime settimane da parte della
Regione abbiamo avuto per primi, in provincia di Frosinone, una unificazione
e un commissariamento, comunque ancora ad alto costo. Per le Comunità Montane,
la Regione, da quello che abbiamo letto le mantiene ancora attraverso 23
Commissari. Delle due realtà c’è, fortunatamente, una correzione positiva almeno
nelle intenzioni ma ancora non si è fatto un riepilogo delle spese e dei danni
procurati alla politica agricola. I Gal invece rappresentano l’ultima invenzione in
grado di dare speranze e tacitare i politici trombati. Di queste ultime novità
sappiamo solamente che vivono e lottano fra di loro per accaparrarsi le risorse.
E’ facile affermare che la Regione va avanti a vista: frammenti più frammenti
senza una idea generale, senza definire un futuro istituzionale. Certo questo
è il risultato della rinuncia dei partiti a svolgere una funzione propositiva, di
indirizzo, di vera e propria elaborazione, di subalternità agli eletti.
Visto che i cittadini hanno votato per riconfermare la Provincia come livello
istituzionale mi auguro che contemporaneamente qualche forza politica ne
prenda atto e incominci a ipotizzare che si debba passare da tanti poltronifici,
solo apparentemente legati elle "politiche agricole ", ad una competenza specifica,
piena da assegnare proprio alle Amministrazioni Provinciali. Ovviamente accompagnando
tutto con il riconoscimento della sovranità popolare, insomma facendoci votare.
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