Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 14 marzo 2011

Il popolo è stanco.....forse

di Luciano Granieri



Questa è la storia di una manifestazione per noi molto particolare. Se ci avessero detto che un giorno saremmo scesi in piazza  dietro ad una marea di bandiere tricolori  insieme a gente che cantava  l’inno d’Italia non ci avremmo creduto. L’immagine è quella tipica della moltitudine che festeggia la vittoria della nazionale ai mondiali di calcio.  Noi al massimo abbiamo sfilato dietro bandiere giallorosse al Circo Massimo o a Testaccio cantando “Grazie Roma”.  Se ci avessero detto che un giorno saremmo stati in corteo con gli eredi ripuliti di Mussolini, futuristi seguaci di Fini,  Piddini dormienti,  avremmo dato del pazzo a chi profetizzava per noi tale sciagura. Se ci avessero detto che avremmo manifestato  in una piazza festante dove risuonava il Nabucco, la conclusione ovvia sarebbe stata   che tale ipotesi  era fuori  dalla realtà. Eppure  sabato 12 marzo al C-Day, manifestazione organizzata da “Art.21” a difesa della Costituzione e della scuola pubblica, tutto ciò è avvenuto. Fortunatamente in piazza c’erano anche vessilli   a noi  più affini,   i fazzoletti dell’ANPI  , falci e martello   rigorosamete in incognito, (guai a nominare i partiti) ,   pure qualche sciarpetta della Roma. Fortunatamente si è cantato “Bella Ciao” pezzo a noi molto più vicino dell’inno di Mameli. In questa aria surreale  la logica conclusione è che la nausea provocata dal  dispotico potere del denaro e della corruzione insita in un sistema capitalista malato quale quello incarnato da Berlusconi , dai suoi mercanti e dai suoi servi, ha ormai logorato anche gli stomaci più forti. La morale che è emersa dal C-Day è veramente una e una sola. La gente è stanca. Per cui qualsiasi manifestazione si faccia  contro Berlusconi, indipendentemente da chi la organizzi, vede  una partecipazione  massiccia. Proviamo a mettere insieme le istanze  che uscivano dal popolo del C.Day: Difesa della Costituzione e  della legalità   , difesa di scuola e università pubbliche  ,lotta contro il capitalismo e il liberismo imperante  - la cui facciata più crudele è rappresentata  nel nostro Paese dal volto incerottato di BERLUSCONI - difesa del’unità d’Italia, lotta alle politiche  di guerra, lotta contro il nucleare  . Tutto questo chiedeva la piazza andando oltre contraddizioni e distinguo che in altri tempi avrebbero minato un’unità d’intenti complicata e in alcuni casi antitetica in alcune sue componenti.  L’Antiberlusconismo ha aggregato persone dalla storie politiche e culturali molto diverse. Forse sta veramente accadendo che prima del comitato di liberanzione nazionale stanno  nascendo le brigate partigiane. E’ vero, stiamo sognando.  La realtà vuole che il CLN non si farà mai perchè, nascosta sotto l’inerzia di un’opposizione insignificante, c’è la voglia di mantenere lo status quo per farsi i propri affari anche dai banchi opposti a quelli della maggioranza. Per le brigate partigiane poi, siamo lontani anni luce. Perchè c’è chi usa la piazza in modo strumentale  , incurante  di protestare contro un governo a cui ha cavato le castagne dal fuoco  votando la riforma Gelmini.  Indubbiamente non era mai accaduto che tre manifestazioni organizzate in date così ravvicinate (8 marzo “se non ora quando”, 11 marzo  “sciopero generale USB” e 12 marzo C-Day)  godessero di tale ampia partecipazione. Forse qualcosa comincia a muoversi. Come dice Valentino Parlato “ Così  come in modo improvviso e inaspettato, lo tsunami ha devastato il Giappone, nella  stessa maniera improvvisa e inaspettata    una massa di soggeti democratici potrebbe invadere e rivoluzionare l’attuale sistema”. Tutto giusto....ma guai a parlare dell’Egitto o della Tunisia. Quelli sono accadimenti che appartengono ad un altra storia. Da noi i Palazzi del potere sono inavvicinabile dalle masse.







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